Di Sara Lucci
A Complete Unknown, il biopic su Bob Dylan con Timothée Chalamet
A Complete Unknown, diretto da James Mangold, è un biopic che racconta la straordinaria e tumultuosa ascesa di Bob Dylan, interpretato da un brillante Timothée Chalamet. Ambientato negli anni ’60, il film racconta l’ascesa di uno dei più grandi cantautori di tutti i tempi. Nel tentativo di immergersi nel contesto socio-politico di un periodo particolarmente turbolento. Il titolo, che prende ispirazione dal verso della celebre canzone Like a Rolling Stone, fa riferimento agli inizi della carriera di Dylan. Un giovane ancora sconosciuto che si affaccia sulla scena musicale.
A soli 19 anni, con un’aura di mistero e un talento cristallino, Dylan arriva a New York con una missione ben precisa: incontrare il suo idolo, il musicista Woody Guthrie, malato. In questo contesto, l’incontro con Pete Seeger segna un punto di svolta nella sua vita e carriera, un incontro che cambia il suo destino in modo irrevocabile.
Interpretazioni musicali di altissimo livello
Il film si concentra sulla metamorfosi di Bob Dylan, un ragazzo del Minnesota che, con la sua chitarra e la sua voce, si fa strada in un mondo musicale e culturale profondamente segnato dalle tensioni politiche e sociali. Timothée Chalamet offre una performance straordinaria, dando vita a un Dylan che sa essere al tempo stesso enigmatico e profondamente umano. La sua interpretazione è arricchita dalla sua capacità di emulare la voce del cantautore, creando un ritratto quasi perfetto di un giovane che diventa una leggenda.
Accanto a lui, un cast di tutto rispetto: Edward Norton è Pete Seeger, la figura paterna che guida il giovane Dylan, Monica Barbaro è Joan Baez, la cantante e attivista che intreccerà la sua vita con quella del protagonista, mentre Elle Fanning interpreta Sylvie Russo, una delle donne che influenzerà la sua crescita personale e artistica. Scott McNairy veste i panni di Woody Guthrie, una figura fondamentale per la formazione artistica e politica di Dylan.
Una regia che funziona bene solo sul palco
Nonostante la qualità del cast e l’ottimo soggetto, A Complete Unknown non è privo di difetti. La regia di Mangold, purtroppo, non riesce sempre a essere all’altezza del materiale di partenza. Le scelte visive risultano a volte poco originali. Le inquadrature, purtroppo, appaiono prive di quel vigore emotivo che ci si potrebbe aspettare da una storia così potente. La fotografia, in generale, non riesce a trasmettere pienamente l’atmosfera degli anni ’60. Le emozioni legate alla musica di Dylan.
Il montaggio è un altro punto debole del film: alterna momenti troppo veloci e tagli netti a scene che si dilungano eccessivamente, creando una sensazione di discontinuità che rischia di perdere l’attenzione dello spettatore. Questi difetti risultano sorprendenti, considerando che Mangold aveva già mostrato la sua abilità nel trattare la vita di un artista con Walk The Line, un biopic su Johnny Cash. Opera che aveva invece colto in modo più equilibrato la complessità del protagonista.
Nonostante questi limiti tecnici, A Complete Unknown riesce a colpire nel profondo. Grazie alla sua capacità di evocare emozioni genuine. Il film riesce a trasmettere la sofferenza e il tormento di un giovane artista diviso tra la propria autenticità e le aspettative degli altri, in un mondo che spesso sembra chiedergli di diventare qualcosa che non è. La fama, tanto bramata, viene raccontata come un’arma a doppio taglio. Se da un lato offre opportunità e visibilità, dall’altro porta con sé solitudine e disillusione. Le canzoni di Dylan, magistralmente interpretate da Chalamet, riescono a creare un’atmosfera unica, una fusione tra musica e poesia che diventa la vera forza del film. Mangold, in questo, dimostra di saper dare voce all’intensità emotiva delle canzoni di Dylan, trasmettendo così un’esperienza visiva ed emotiva che si spinge oltre la semplice biografia.
La mancanza della rivoluzione culturale
Tuttavia, uno degli aspetti più deludenti del film è la gestione del contesto socio-politico. Non esplorato con la profondità che la storia avrebbe richiesto. Gli anni ’60 sono appena accennati. Un decennio segnato dalla guerra fredda, dalle tensioni razziali, dal movimento per i diritti civili e dalle proteste contro la guerra del Vietnam. La figura di Dylan, che ha sempre avuto una relazione stretta con il suo tempo e le sue lotte sociali, viene trattata superficialmente sotto questo aspetto. Le sue canzoni, che all’epoca erano vere e proprie voci di protesta, sembrano perdere il loro impatto. Mangold preferisce concentrarsi più sull’emotività del protagonista che sulle sue scelte artistiche influenzate dal contesto politico. La crisi degli Stati Uniti negli anni ’60, che ha giocato un ruolo cruciale nella formazione di Dylan come artista e come persona, è solo sfiorata. Il film non esplora appieno la complessità.
Questa mancanza di un’analisi più profonda del contesto politico e sociale fa sì che A Complete Unknown si concentri principalmente sull’emozione individuale di Dylan. Trascura quel legame essenziale con l’ambiente che lo ha plasmato. Il film riesce a catturare l’intensità delle sue esperienze personali. Ma Manca di una visione completa che spieghi come le sue canzoni, la sua musica e la sua carriera siano state modellate dalle forze esterne che agitavano l’America di quegli anni. La figura di Dylan, così come il suo contributo alla musica e alla politica, meritava un ritratto più sfaccettato e incisivo. Il film questo non lo riesce a dare.
Un’affascinante spaccato di vita di Bob Dylan
In conclusione, A Complete Unknown è un biopic che, pur con alcuni difetti evidenti nella regia e nel montaggio, riesce a toccare il cuore del pubblico. La performance di Timothée Chalamet è senza dubbio uno dei punti di forza, dando vita a un Dylan autentico e coinvolgente. Nonostante la mancata esplorazione di alcuni aspetti fondamentali della sua vita e del suo contesto storico, il film rimane comunque una visione affascinante della sua evoluzione. In grado di emozionare e trasmettere l’intensità del suo cammino musicale.
Lascia un commento