A muso duro: intervista a Flavio Insinna (Antonio Maglio)
Lunedì 16 maggio 2022 debutta su Rai 1 il film tv A muso duro. In questa intervista a Flavio Insinna, interprete di Antonio Maglio, scopriamo di più su questo lungometraggio emozionante. Siamo negli anni Sessanta quando proprio Antonio Maglio, medico e dirigente dell’INAIL ha rivoluzionato il concetto di disabilità. A Roma nel 1960 hanno luogo le prime Paralimpiadi. Per la regia di Marco Pontecorvo, A muso duro vanta nel cast – tra gli altri – Claudia Vismara, Paola Minaccioni, Massimo Wertmuller, Luca Angeletti, ma cosa ne pensa Flavio Insinna che ha vestito i panni del visionario Antonio Maglio?
Trovi il video con l’intervista completa a Flavio Insinna (Antonio Maglio) all’inizio di questo articolo.
Perché A muso duro tocca Flavio Insinna da vicino
Pensando a A muso duro, in questa intervista Flavio Insinna, interprete del protagonista Antonio Maglio, racconta la sua infanzia e il motivo per cui è così legato alla vicenda realmente accaduta. “La storia è parte della mia vita, perché mio papà come medico ha lavorato al Santa Lucia”, che è uno storico centro di riabilitazione. È ancora un bambino quando assiste “alla prima partita di basket in carrozzina. Mi si apre un mondo.”
È solo l’inizio. Successivamente con il padre, va “da piccoletto sempre – alle Paralimpiadi in Canada come premio per la promozione ma non come turista: un po’ mascotte, ma soprattutto ad aiutare perché papà voleva subito che mi responsabilizzassi e che capissi i concetti fondamentali della vita. Quindi non lo ringrazierò mai abbastanza.”
A volte tutto torna e i tasselli vanno a incastrarsi perfettamente. “Più o meno cinquant’anni dopo quando Marco Pontecorvo [il regista di A muso duro, NdR] mi ha telefonato la prima volta, io sono scappato…”: l’idea di accettare il ruolo di protagonista in A muso duro terrorizza Flavio Insinna. È una grande responsabilità. Poi accetta e ha modo di lavorare con un regista che “ha trovato per tutti la chiave per portarci insieme a lui a raccontare questa storia”.
Restituire la dignità a persone che possono e devono tornare a vivere, anche se in modo diverso
Il protagonista, il dottor Maglio – in realtà – fin dall’inizio non vuole pietismo, per cui desidera bandire la parola “poveretti”. Qual è la sua strategia vincente in questo processo di cambiamento che porta, infine, alle Paralimpiadi del 1960 a Roma? Lo ripercorre il film A muso duro. In questa intervista Flavio Insinna (alias Antonio Maglio) spiega che il dottor Maglio “fa due cose: come medico cura, come uomo si prende cura delle persone. Adesso siamo nel 2022 e può sembrarci ovvio che una persona con disabilità debba avere gli stessi diritti, le stesse occasioni di una persona normodotata. Lui lo diceva alla fine degli anni Cinquanta.”
Tra l’altro, “non solo lo sport”, continua l’attore. Maglio diceva: “E perché il disabile non deve più sentire l’acqua del mare sulla propria pelle?”. Flavio Insinna focalizza l’attenzione sulla parola veramente fondamentale e l’azione costruttiva del dottor Maglio: “la dignità: restituire la dignità.”
Non è scontato. “In quegli anni con disabilità venivi praticamente abbandonato. Lui, invece, stravolge il concetto”, non nascondendo la testa sotto la sabbia. Ribadisce che sarebbe stata una vita diversa. Parte sempre “dalla consapevolezza che tu dovevi prendere atto che c’era stato un trauma o che eri nato con una problematica che non si poteva risolvere fino in fondo, ma tantissime altre cose si potevano e si dovevano tornare a fare.”
Il progetto è stato appoggiato anche dalla moglie (ormai vedova) Stella che ha fornito un diario e degli appunti del marito. Antonio aveva pensato a un “viaggio” del paziente dall’accoglienza nella clinica al reinserimento nella società. Questo va oltre la medicina perché significa “poi prendersi cura e restituire dignità alle persone perché tutti abbiamo gli stessi diritti.”
Come se non bastasse, aggiunge lo sport che è “come un farmaco” secondo il dottor Maglio. Non ci lascia mai soli.
L’addio alla televisione? Per Flavio Insinna c’è un tempo per tutto
Inizialmente Antonio Maglio dice di aver abbandonato la professione medica perché ha paura di non riuscire a dare proprio una cura ai pazienti. Su una diversa linea anche Flavio Insinna ha mai pensato a un motivo che lo spingerebbe a pensare di cambiare professione? Guardando oltre A muso duro, in questa intervista Flavio Insinna scherza (ma non troppo): “La vecchiaia!”.
Sono trentasei anni che fa televisione. Pensa che non sarà mai abbastanza riconoscente alla Rai per tutte le opportunità date, ma c’è “un tempo per tutto”.
“Ci sono i giovanissimi ed è giusto che tu spenda la tua esperienza per loro e è da loro che ho preso veramente un mare di entusiasmo, di voglia di giocare perché poi questo mestiere è un gioco”, spiega. Sono gli stessi giovanissimi che “alle volte parlano di serie televisive che io non so manco su che canale vadano in onda.”
Quindi, se un giorno si dovesse sentire “superato” Flavio Insinna dirà addio alla tv, con il sorriso e – comunque – continuando a fare del Bene.
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