Di Sara Pupin
Da Houdini a The Brutalist , Adrien Brody è il prossimo vincitore all’Oscar 2025
Le nomination agli Oscar 2025 sono state annunciate e come da pronostico, Adrien Brody ha confermato la sua candidatura come migliore attore protagonista. Dopo aver vinto il Golden Globe, Brody si appresto – molto probabilmente – a portarsi a casa la statuetta tanto ambita. Per saperlo con certezza dovremo aspettare il prossimo 2 marzo in diretta su Rai 1. Nel frattempo, The Brutalist ha ottenuto dieci nomination agli Oscar. Il film è disponibile in anteprima dal 23 gennaio in proiezione 70 mm in tre cinema selezionati in Italia: Quattro Fontane a Roma, Lumière a Bologna, Arcadia a Melzo (Milano). The Brutalist arriverà al cinema il prossimo 6 febbraio.
Versatilità e profondità di ruoli
Adrien Brody si conferma un attore da Oscar, capace di portare sul grande e piccolo schermo figure complesse e profondamente radicate nella tensione umana verso il superamento dei limiti. “Houdini“ (2014), disponibile su Serially, e “The Brutalist“ (2024), pur appartenendo a generi e contesti storici diversi, tracciano un filo rosso nella sua filmografia, giustificando la sua scelta come protagonista in entrambi i casi.
La resilienza come denominatore comune In “Houdini”, Brody incarna il leggendario escapologo Harry Houdini, un uomo ossessionato dalla conquista dell’impossibile, dalla libertà fisica e mentale rappresentata dai suoi audaci numeri di magia. In “The Brutalist”, veste i panni di László Tóth, un architetto ungherese che affronta le difficoltà dell’emigrazione e il peso della ricostruzione in un mondo segnato dalla Seconda Guerra Mondiale. Entrambi i personaggi si trovano a fronteggiare sfide monumentali, accomunati da una determinazione inflessibile che li spinge oltre i confini della normalità umana.
Brody esplora con una sensibilità unica le tensioni emotive di questi uomini, mostrando come il desiderio di superare le avversità diventi sia una forza creativa sia una condanna. Houdini sfida le catene fisiche, Tóth quelle invisibili della società e del trauma storico.
Un racconto di identità e appartenenza Il tema dell’immigrazione è un altro elemento di raccordo. Houdini, nato come Erik Weisz, era figlio di immigrati ungheresi negli Stati Uniti, e il suo percorso è simbolico di una ricerca di affermazione in un mondo che spesso si oppone agli outsiders. Analogamente, Tóth si confronta con il sogno americano da una prospettiva post-bellica, cercando di lasciare un’impronta duratura nel campo dell’architettura brutalista, una corrente che si distingue per la sua audace semplicità e funzionalità.
Brody incarna queste figure di migranti con una delicatezza che rende universali le loro storie. Riesce a catturare la complessità dell’essere stranieri in una terra straniera, dove la tensione tra il desiderio di appartenenza e l’urgenza di mantenere intatta la propria identità culturale diventa un motore narrativo potentissimo.
Arte e sfida – due espressioni del genio umano
Un altro aspetto che unisce i due progetti è l’idea dell’arte come mezzo per sfidare le convenzioni e lasciare un segno indelebile. Houdini utilizza l’illusionismo per ridefinire i confini dello spettacolo, sfidando la percezione stessa della realtà. Tóth, dal canto suo, si affida all’architettura per esprimere una visione utopica, trasformando il cemento grezzo in un simbolo di rinascita e speranza.
Brody è perfetto in entrambi i ruoli perché riesce a comunicare la tensione tra il genio e le sue ossessioni. In “Houdini”, il pubblico assiste alla sua dedizione quasi maniacale alla perfezione. In “The Brutalist” si confronta con l’idea che il sacrificio personale sia spesso il prezzo dell’innovazione.
Il parallelismo cinematografico
“Houdini” è una miniserie che combina elementi biografici con il fascino dello spettacolo, offrendo a Brody l’opportunità di esplorare un personaggio larger-than-life. “The Brutalist”, invece, si muove in un registro più intimo e drammatico, focalizzandosi sull’introspezione e sulle dinamiche relazionali. Tuttavia, entrambi i progetti richiedono un attore capace di incarnare sia la fragilità umana sia la forza visionaria.
Adrien Brody dimostra di avere la capacità unica di interpretare figure straordinarie, capaci di cambiare il proprio mondo e quello che li circonda. La sua presenza in “Houdini” e “The Brutalist” non è solo un colpo di casting ben riuscito, ma un esempio di come il cinema e la televisione possano esplorare temi universali. Attraverso storie straordinarie, unite da un filo comune: la lotta per lasciare un segno nella storia.
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