Alex Rider, la terza volta è quella buona
“La prima volta è un caso, la seconda è una coincidenza, la terza è premeditazione” scriveva Ian Fleming, il papà di James Bond.
La massima dell’autore inglese si può ben applicare al caso di Alex Rider. La saga letteraria è vent’anni fa dalla fantasia di Anthony Horowitz, l’autore scelto dagli eredi di Fleming per scrivere altri romanzi su James Bond. Il protagonista eponimo, una spia adolescente che deve conciliare missioni top secret alla scuola e ai primi amori, si rivela un successo planetario. Dei tredici romanzi che compongono la serie, ad oggi sono state vendute più di venti milioni di copie in tutto il mondo.
Un caso, senz’altro letterario, che poteva avere le carte in regola per compiere il salto sul grande schermo. A metà degli anni Duemila, sulla scia del successo al cinema di un altro eroe dei libri per ragazzi nato dalla penna di una certa J. K. Rowling, Stormbreaker approda al cinema con Alex Pettyfer nei panni del protagonista. Il film si rivela un flop. Una coincidenza, forse dovuta ad un adattamento troppo prevedibile, secondo i critici.
Dopo i libri e il film, Alex Rider sbarca anche in televisione. Stavolta è premeditazione. Il progetto, annunciato nella primavera di due anni fa, è nelle mani della casa di produzione Eleventh Hour Films a cui fa capo Jill Green, moglie di Anthony Horowitz. Scritto da Guy Burt e diretto da Andreas Prochaska e Christopher Smith, il nuovo Alex Rider è più adulto, più cupo e non ambisce ad essere un modello di riferimento.
Il risultato approda da giovedì 12 novembre su Prime Video, che negli ultimi anni si è affermato per il proprio catalogo di produzioni originali thriller come Tom Clancy’s Jack Ryan, Hanna, e la prossima serie su Jack Reacher. Gli otto episodi hanno conquistato i vertici di Amazon, che distribuisce la serie in Europa mentre negli Stati Uniti ne ha fatto il titolo di punta per lanciare la nuova piattaforma gratuita IMDb TV.
Già riconfermata per una seconda stagione, la serie di Alex Rider tornerà sul set all’inizio del prossimo anno per girare i nuovi episodi.
Otto Farrant e Brenock O’Connor a Tvserial.it
“Quando ho saputo del progetto, il mio primo pensiero è stato ‘Sono troppo vecchio, non mi sceglieranno mai’” racconta il 23enne Otto Farrant a Tvserial.it nel corso della nostra chiacchierata su Zoom. Dai toni affabili e con un invidiabile smalto alle unghie che ricorda quello di Harry Styles, l’attore inglese ricorda i propri timori all’indomani della sua prima audizione per il ruolo.
“Si trattava di Alex Rider, era una cosa importante” spiega, confessando di essersi sentito rassicurato soltanto dopo aver parla con il regista Prochaska, il quale voleva realizzare una versione più matura del personaggio. “Da lì, i miei timori scomparvero” ammette con un sorriso.
“Mentre sto girando una serie, evito di soffermarmi su cosa ne potranno pensare le persone, perché ogni volta che in passato l’ho fatto, mi sono sbagliato” racconta divertito Brenock O’Connor. nel commentare il successo internazionale di Alex Rider, nei mesi scorsi già uscita nel Regno Unito e in Germania.
Il 20enne attore inglese ha interpretato Olly ne Il Trono Di Spade, personaggio che non esiste nei romanzi di George R. R. Martin da cui la serie ha attingo. Per calarsi nei panni di Tom, anche stavolta Brenock è partito da zero. “Il mio personaggio entra in scena nel quinto romanzo della saga, mentre quello che portiamo in scena nella prima stagione è il secondo libro, Point Blanc” racconta l’attore, che aggiunge: “Nei romanzi, Tom è simile ad Alex: è sportivo, atletico e biondo”.
La decisione di renderlo più nerd e impacciato deriva dallo stesso Horowitz, profondamente coinvolto nella realizzazione della serie. “Anthony mi ha detto che per il Tom della serie voleva andare in una direzione completamente diversa” racconta O’Connor, il quale ammette di essere stato molto simile al personaggio nella sua adolescenza. “Mi è bastato pensare a com’ero un paio di anni fa per entrare nel personaggio” dice l’attore.
“Alex Rider è un grande salto di qualità rispetto a qualsiasi altra cosa io abbia fatto in passato” osserva Otto Farrant, una carriera iniziata all’età di sei anni tra il teatro e la televisione. “Si tratta di un ruolo impegnativo, sia dal punto di vista fisico che da quello emotivo” dice il protagonista, il quale è grato ai colleghi Brenock e Ronkẹ Adékoluẹjo per aver potuto contare su di loro.
Delle prime settimane sul set, Otto Farrant ricorda il senso di spaesamento: “Inizialmente mi sono sentito un po’ fuori dal mio elemento, ma sono una persona molto determinata e ho tenuto duro. Mi ci sono volute un paio di settimane per abituarmi all’intensità delle riprese, ma alla fine ce l’ho fatta”.
In apertura di post il video integrale con il racconto di Otto Farrant e Brenock O’Connor riguardo all’esperienza di Alex Rider, disponibile in streaming su Amazon Prime Video.
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