La magia di April, Come She Will: un viaggio tra amore e perdita
“April, Come She Will”, distribuito da Adler Entertainment, in collaborazione con Dynit, è il lungometraggio che chiude la prima stagione cinematografica di live-action made in Japan. Il film sarà proiettato per la prima volta nelle sale italiane il 28, 29 e 30 aprile, e fa parte dell’etichetta I Love Japan. Questa iniziativa riunisce produzioni giapponesi inedite o significative, portando anime e live action popolari in Giappone anche in Italia. Gli appassionati del cinema nipponico potranno quindi gustare storie che hanno conquistato il pubblico giapponese negli ultimi anni.
“April, Come She Will” si inserisce nella trilogia live action dedicata a storie di passione, amicizia e sentimenti profondi, arrivando dopo titoli come “Let Me Eat Your Pancreas” e “Your Eyes Tell”, pellicola della quale abbiamo recentemente parlato.
Inoltre, Grazie a Dynit, da oggi 18 Aprile, verrà distribuito in Italia l’omonimo manga, la cui storia è tratta dal romanzo di Genki Kawamura e impreziosito dai disegni di Chizu Hashii
Un debuttante promettente: la visione di Tomokazu Yamada
“April, Come She Will” rappresenta il “biglietto da visita cinematografico” di Tomokazu Yamada, un regista la cui visione si rivela fin da subito interessante e meritevole di attenzione nel panorama cinematografico giapponese. Questo film è il primo lungometraggio di Yamada e mostra il potenziale creativo del regista nel trattare tematiche di relazioni e sentimenti umani in maniera sincera e diretta. I temi esplorati nel film invitano alla riflessione sul significato dell’amore e delle sue complessità, rendendo la storia tanto coinvolgente quanto rilevante. Si tratta inoltre di un adattamento dell’omonimo romanzo di Genki Kawamura, già noto per il suo stile delicato e toccante ed autore di bestseller tra i quali “se i gatti scomparissero dal mondo”. Adattare un’opera letteraria non è mai un compito facile, ma Yamada, insieme allo stesso Kawamura e Yuichiro Kido, riesce a preservare l’essenza della storia originale, riportando sullo schermo i dilemmi emotivi e le sfide relazionali affrontate dai protagonisti. La capacità di mantenere la coerenza tra la scrittura e la recitazione, insieme a scelte visive suggestive, arricchisce ulteriormente la narrazione, rendendo il film un’opera a sé stante, senza banalizzare la trasposizione, colpendo così il pubblico con la sua autenticità e profondità.
Una trama coinvolgente
La narrazione ruota attorno a Shun Fujishiro, interpretato da Takeru Satoh, uno psichiatra in procinto di sposare la sua fidanzata Yayoi Sakamoto (Masami Nagasawa). Fin dall’inizio, l’idea di un futuro sereno viene messa in discussione quando Shun riceve una lettera dall’ex compagna di università, Haru Iyoda (Nana Mori). Questa lettera riaccende i ricordi e le emozioni sopite di un amore passato, costringendo Shun a confrontarsi con i suoi sentimenti irrisolti. La trama esplora non solo la nostalgia, ma anche le scelte romantiche, portando Shun a rivedere il suo passato e a interrogarsi su cosa significhi davvero amare qualcuno.
La misteriosa scomparsa di Yayoi è un elemento cruciale che avvia il viaggio emotivo di Shun e mette in luce la vulnerabilità dell’amore nel mondo moderno. Questa dinamica alimenta la tensione narrativa ed al contempo evidenzia il contrasto tra la stabilità apparente delle relazioni e la loro fragilità. La sceneggiatura riesce a tessere una storia avvincente che rispecchia le esperienze di molte persone, specialmente in un’epoca in cui le relazioni sono sempre più sfuggenti e complicate.
La visione di un regista emergente
Yamada dimostra competenza nella realizzazione del film, utilizzando una narrazione visiva che coinvolge il pubblico senza perdersi in fronzoli o inutili eccessi. Questo primo lungometraggio del regista mette in mostra le sue capacità nel gestire una storia complessa e ricca di sfumature. La cinematografia, curata da Keisuke Imamura, gioca un ruolo fondamentale nel catturare non solo la bellezza dei paesaggi, come il Salar de Uyuni, ma anche i momenti più intimi dei personaggi. Ogni scena è realizzata con una cura particolare per i dettagli, creando un’atmosfera suggestiva che invita lo spettatore a esplorare le emozioni in gioco.
La colonna sonora di Fujii Kaze arricchisce ulteriormente la narrazione, supportando le scene chiave e conferendo un ulteriore strato di profondità ai momenti più carichi di tensione emotiva. Questo equilibrio tra le immagini e la musica permette a Yamada di bilanciare il melodramma con momenti di lucidità e introspezione, rendendo il film accessibile e toccante.
Performances autentiche
Il cast offre performance solide e convincenti, con Takeru Satoh che riesce a illustrare bene la vulnerabilità e il conflitto interiore di Shun. La sua abilità nel comunicare l’emozione e il dilemmi dei suoi personaggi rende la sua interpretazione molto realistica. Masami Nagasawa, con la sua indiscutibile presenza, comunica la complessità di Yayoi, una figura enigmatica che scompare, lasciando dietro di sé solo domande e sentimenti irrisolti. Nana Mori dà vita a Haru, evocando il senso di nostalgia e rimpianto tipici del primo amore. Le interazioni tra i personaggi, cariche di tensione emotiva, rendono le loro relazioni credibili, senza risultare eccessive, e riescono a colpire il pubblico con l’autenticità dei loro legami.
Riflessione sull’amore moderno
“April, Come She Will” affronta tematiche rilevanti e attuali per il pubblico contemporaneo, come l’incertezza, la superficialità, e la difficoltà di instaurare relazioni significative in un’epoca in cui l’intimità sembra sempre più una rarità. Attraverso la lente della storia di Shun, Yamada si chiede come si possa mantenere viva la fiamma della passione in un contesto sociale in cui le emozioni vengono spesso messe da parte e le relazioni sono caratterizzate da superficialità. Il film stimola una riflessione su come viviamo e interpretiamo le nostre relazioni, ponendo interrogativi su cosa significhi veramente amare e su come possiamo affrontare le sfide che ci vengono presentate.
Un gioco di nostalgia e scelte
La narrativa si muove tra nostalgia e attualità, catturando la lotta interna di Shun nel gestire i suoi sentimenti per Haru e le aspettative legate al suo futuro con Yayoi. La lettera di Haru agisce come un catalizzatore che spinge Shun a riconsiderare le proprie scelte, evidenziando il contrasto tra la dolcezza dei ricordi e la realtà complessa della vita. La capacità di Yamada di dipingere questa esperienza emotiva è un aspetto notevole del film, poiché riesce a tradurre sentimenti complicati in immagini e gesti che “parlano forte”, anche quando le parole mancano.
Un esordio interessante
“April, Come She Will” si propone come un buon prodotto cinematografico che esplora la complessità delle relazioni moderne. Sebbene la regia di Tomokazu Yamada non si elevi al livello dei grandi capolavori, essa offre comunque dimostrazioni promettenti della sua capacità di narrare storie emozionanti e toccanti. Questo primo lungometraggio segna un inizio promettente e consente di intravedere il potenziale di un regista che merita di essere seguito.
Con interpretazioni convincenti e una trama che stimola la riflessione, il film è una raccomandazione per chi cerca storie d’amore con una dose di realismo e introspezione. È una celebrazione delle sfide e della bellezza dell’amore in tutte le sue forme, un aspetto che lo rende accessibile e rilevante per un pubblico ampio. Senza dubbio, “April, Come She Will” rappresenta un valido punto di partenza per scoprire il lavoro di Tomokazu Yamada e la sua visione artistica, incoraggiando il pubblico a esplorare le sue future opere con interesse e curiosità.
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