Asteroid City, la recensione del nuovo film di Wes Anderson
Quando vai a vedere un film diretto da Wes Anderson, Asteroid City in questo caso, sai cosa stai per affrontare. Un’opera esteticamente unica, perfetta, tecniche da scuola di cinema a cui non si può dire nulla. L’estetica di Anderson è conosciuta e confermata negli anni; così come Tarantino o Nolan, il regista di Rushmore ha creato il suo aggettivo andersoniano.
Anche Asteroid City si presenta nel pieno dello stile del regista nato a Houston. Presentato al Festival di Cannes il 23 maggio 2023, già nelle sale in tanti Paesi del mondo. Il film arriverà in Italia il prossimo 14 settembre. Una distribuzione molto particolare, per contrastare le grandi uscite dei blockbuster dell’estate 2023.
“Lavoro bene con i registi che amano lavorare sodo, sono precisi e implacabili. Wes è entusiasta del processo di ripetizione delle riprese e di ciò che ne deriva. È quasi come se si stessero facendo le prove di un’opera teatrale, ma si sta riprendendo tutto, e a me piace questo tipo di lavoro”. Scarlett Johansson.
Asteroid City si svolge in un’immaginaria città americana nel deserto nel 1955. L’itinerario di una convention di Junior Stargazer/Space Cadet (organizzata per riunire studenti e genitori di tutto il paese per una competizione accademica e di affiatamento) viene spettacolarmente sconvolto da eventi che cambiano il mondo. Scritto e diretto da Wes Anderson, nel cast corale spiccano tanti nomi illustri del cinema, con un background teatrale fondamentale per i film del regista.
Jason Schwartzman, Margot Robbie, Tom Hanks, Scarlett Johansson, Tilda Swinton, Bryan Cranston, Edward Norton, Maya Hakwe (Stranger Things) , Sophia Lillis, Matt Dillon, Liev Schreiber, Adrien Brody, Steve Carell, Willem Dafoe e Jeff Goldblum. Tra ruoli centrali, camei e poche battute, tutti attori e attrici di un certo livello del panorama hollywoodiani. Alcuni di loro, diventati attori feticci di Wes Anderson.
Un film che ha fatto irritare il fandom di Wes Anderson
Tecnicamente, Asteroid City è un film sublime. Ogni singolo frame meriterebbe un esame accurato nei dettagli per capire e studiare la metodologia del regista. In sala avrei tanto voluto avere un telecomando con un tasto “pause” per esaminare il tutto e – magari – anche comprendere meglio i dialoghi in lingua originale. In pieno stile andersoniano, i monologhi e gli scambi di battute sono molto frenetici e veloci con il rischio però di perdere i dettagli dell’immagine, nel leggere i sottotitoli.
La meta-narrazione dell’autore-regista ambientata in una città deserta ossessionata dallo spazio negli anni ’50 vanta un cast stellare e una meticolosa attenzione ai dettagli. Ma la sua stravaganza studiata è spesso più irritante che divertente. Anderson è solito nel raccontare narrazioni che si sviluppano come matrioske ricche di enigmi. Il problema di Asteroid City è che il risultato diventa alquanto irritante e dispersivo. Il tutto unito – forse – a un messaggio che il regista vuole dirci in segreto.
Tematiche sull’esistenzialismo e il trovare il proprio posto nel mondo in una situazione di stallo che obbliga i protagonisti della storia a dover restare ad Asteroid City, la città non il film, in cui si radunano giovani appassionati di astronomia e cadetti spaziali, per omaggiare il luogo in cui è caduto un meteorite tanti anni fa.
Iniziamo con l’atmosfera bianco e nero di una vecchia trasmissione televisiva condotta da Bryan Cranston, che ci invita dietro le quinte del celebre spettacolo omonimo. Asteroid City è un’opera teatrale, creata da un autore alla deriva, chiamato Conrad Earp (Edward Norton), ambientata nel sud-ovest degli Stati Uniti a metà degli anni ’50. Tra rottura della quarta parete, flashback e interruzione dei personaggi che interagiscono con Earp e il regista dello spettacolo, Schbert Green (Adren Brody).
Andersoniano
Quando siamo dentro la storia, passiamo alle tonalità calde e ocra, su schermo panoramico, del dramma-nel-dramma. Una fantasia alla Pirandello in cui personaggi colorati (che occasionalmente rompono il personaggio per discutere della loro motivazione) si incontrano in un insediamento desertico composto da un caffè, una stazione di servizio, un motel, un osservatorio e un meteorite.
Tra i protagonisti, spicca su tutti Scarlett Johansson, che interpreta Midge Campbell. Attrice, diva del cinema anni’ 50, molto simile a Marilyn Monroe, che ruba la scena in questo cast corale di un certo livello. Il periodo storico è ben sottolineato dalle argomentazioni tra politica e scienza. Tutti espedienti narrativi per raccontare il punto di vista di ogni personaggio in questa storia che fatica ad avere un senso globale. Lo stesso regista dell’opera teatrale, Schbert Green, dice ai suoi attori che non sempre c’è una motivazione dietro ad un’azione specifica. Può essere che Anderson ci stia dicendo qualcosa… Emblematico il dialogo tra Augie Steenbeck (Jason Schwartzman) e Midge Campbell (Scarlett Johansson) in cui i due si definiscono “due persone catastroficamente ferite che non esprimono la profondità del nostro dolore perché non vogliamo”. Nonostante Midge riesca ad interpretare certe emozioni nel lavoro, non li prova più nella vita reale.
“Non puoi svegliarti se non ti addormenti”
Nel film Asteroid City quello che regge di più sono le singole storie prese isolate dalla storia globale. I personaggi hanno una loro caratterizzazione, classica, ma sempre funzionante, con dialoghi pungenti e non sempre però con un’identità importante. Forse qui entra il problema del cast corale troppo grande, anche se in alcuni casi, come Margot Robbie, nonostante il suo minutaggio breve, la sua interpretazione rende “gigante” la scena.
Se vi aspettate un’altra meraviglia agrodolce in stile Tenenbaum, Grand Budapest Hotel e L’isola dei cani, potreste rimanere molto delusi. Asteroid City va metabolizzato e arriva dopo qualche ora dalla sua visione, grazie soprattutto alla colonna sonora – impeccabile – e a delle vibes in stile Mars Attacks.
Ironica la frase intonata dal cast nel film: “Non puoi svegliarti se non ti addormenti”. Per alcuni spettatori di Asteroid City potrebbe non essere un gran problema.
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