Bagman, dal 23 gennaio al cinema
Notorious Pictures porta al cinema in sala il nuovo film horror Bagman, dal 23 gennaio in sala. Una storia che ha origini da una leggenda terrificante riguardo una creatura che rapisce innocenti bambini e lì intrappola in una vecchia sacca che porta con sé. Una storia tramanda in generazioni che ha portato e suscitato maggiore prudenza dei più piccoli nel relazionarsi con i loro genitori e viceversa.
“Quando avevo sei anni, ho iniziato ad avere una serie di incubi ricorrenti. Ogni notte, questa specie di figura, come un uomo nero, usciva da sotto il mio letto o dalla finestra, o da un armadio, e mi infilava in un sacco e mi portava via. Questi incubi erano sempre indistinguibili dalla realtà. Ero sdraiato nel mio letto e sentivo qualcuno che sussurrava il mio nome e non riuscivo a capire cosa fosse reale e cosa no”. Così lo sceneggiatore John Hulme ha dichiarato come è nata la storia di Bagman. L’autore è cresciuto in una famiglia con un patriarca irlandese-cattolico – suo nonno – che amava spaventare i figli e nipoti con un gioco che chiamava “il mostro”. Indossava una maschera ma non diceva ai bambini quale, in modo che fossero più terrorizzati quando lo vedevano salire le scale per catturarli.
A dirigere il film c’è Colm McCarthy che quando lesse la sceneggiatura disse: “I film horror spesso danno il meglio di sé quando si basano su qualche aspetto oscuro della condizione umana. E la verità è che la cosa migliore che si possa fare come persona, secondo la mia esperienza, è avere figli. Io ho due figli. Amo i miei figli alla follia, sono la cosa migliore della mia vita. E la paura più grande che si possa avere è che succeda qualcosa ai propri figli. Questa paura è primordiale e basilare, ed è il fulcro della condizione umana”.
Trama di Bagman, di cosa parla
Si narra di un’antica e malefica creatura che si nasconde nell’oscurità, nutrendosi delle paure dei bambini e trascinandoli via per sempre. Patrick (Sam Claflin) pensava di aver lasciato quei terribili incubi nel passato. Ma ora, nel silenzio della notte, strani sussurri e ombre inquietanti tornano reclamando la sua famiglia. Quando suo figlio Jake diventa il prossimo bersaglio di Bagman, nessun luogo sarà sicuro. Nessuna luce sarà abbastanza forte per scacciare il buio che avanza.
Il regista McCarthy è noto per aver diretto alcuni episodi di Doctor Who, Peaky Blinders, Sherlock e Black Mirror. Nel cast, accanto a Clafin troviamo Antonia Thomas, William Hope, Steven Cree, Frankie Corio, Adelle Leonce, Henry Pettingrew, Sharon D. Clarke, Neil Linpow, Caréll Vincent Rhoden, Will Davis e Jordan Gubian.
Prodotto da Lionsgate, Bagman è un horror psicologico di una sorta di uomo nero 2.0. Per certi versi, questa creatura incarna diversi personaggi del cinema horror che ci hanno terrorizzato. Come Freddy Krueger, il demone de L’esorcista con Bagman, il regista vuole realizzare una creatura senza tempo, ma al tempo stesso distintiva. Il make-up artist candidato all’Oscar Conor O’Sullivan (Miglior Trucco per Il cavaliere oscuro, 2008) ha letto la sceneggiatura di Bagman un paio di anni fa e ha pensato che la storia fosse “molto inquietante, cattiva, orribile”. Conor descrive Bagman come “un personaggio molto appariscente: se lo vedeste per strada, pensereste che è un barbone, forse un senzatetto. Molto reale. Con un grande sorriso. È una sorta di filastrocca horror soprannaturale. Colm voleva davvero qualcosa di più naturale e reale piuttosto che eccessivamente stilizzata”. Bagman arriva al cinema dal 23 gennaio 2025.
Bagman, recensione
Senza fare troppo ruomore, in un periodo ricco di grandi titoli, arriva in sala Bagman, un horror senza brillantezza che ricorda molto i classici anni ’90. Quell’effetto dei titoli direct-to-video, ma senza un vero fascino del tempo, della nostalgia e di originalità. La storia di Patrick (Clafin) e della sua famiglia di falegnami porta in scena dei personaggi molto piatti al limite del cliché dei film parodistici. Una pellicola che sembra poco ispirata per una storia che dopotutto nasce dalle esperienze dei racconti del suo sceneggiatore John Hulme. Il personaggio di Bagman dal punto di vista estetico è anche interessante.
Visivamente e graficamente il film sembra partire bene fin dai titoli di testa con una sigla a fumetti – forse unica cosa veramente originale del film. Poi la storia si appiattisce, perde di sostanza e di interesse. Bagman è ossessionato dai bambini curiosi, intraprendenti, capaci e li perseguiterà per sempre, nutrendosi delle loro paure finché non li racchiuderà nella sua sacca con la terribile cerniera.
Un gioco di suoni e tensioni che il regista Colm McCarthy sfrutta abbastanza, anche se non osa sulla fotografia che risulta molto piatta. La maggior parte del film si sviluppa nella casa di Patrick, sua moglie Karina (Antonia Thomas) e il figlio Jake che sembra essere il nuovo obiettivo di Bagman, che, nonostante i continui allarmi, i genitori continuano a farlo dormire nella sua stanza da solo. La maggior parte della trama si basa su adulti che guardano il baby monitor per controllare Jake che dorme e sentono rumori sospetti. Un motivo abbastanza debole per tenere le fila di un’intera storia. Se aggiungiamo il trauam di Patrick inserito con flashback in un montaggio alternato confusionario, insomma, non benissimo.
Con delle vibes alla Twin Peaks, solo per i taglialegna e un Patrick in versione La Signora del Ceppo, Bagman mantiene degli effetti visivi ottimi per quanto riguarda il villain. Soprattutto quando è ancora incappucciato. Una questione problematica che riguarda spesso questo tipo di horror, dove il cattivo di turno è molto più terrificante e spaventoso fino a quando rimane nell’ombra. Nonostante un finale inquietante e inaspettamente violento e impressionabile, il film rimane privo di spicco. Sam Claflin sembra essere l’unico a crederci nel progetto, nel volere difendere la sua famiglia e lottare contro un’esperienza post-traumatica per colpa di un padre folle che gli urlava da piccolo che doveva avere paura. Terrore di un essere mostruoso che abitava in una caverna e rapiva nel suo sacco bambini come Patrick. Il padre del secolo.
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