“Alcuni dicono che gli eroi sono nati, altri che sono stati creati”.
Così introduce il tutto la voce narrante all’inizio di Beowulf: Return to the Shieldland.
Beowulf: Return to the Shieldlands è una serie britannica disponibile gratuitamente e inesclusiva su Serially. Uscita nel suo Paese di produzione il 3 gennaio 2016 su ITV, si aggiunge al catalogo della prima piattaforma italiana esclusivamente dedicata alle serie televisive visibili in streaming a costo zero. Sono tredici gli episodi che compongono la stagione 1, di cui a Natale approda in Italia la prima parte su Serially. La seconda, invece, arriva a poco più di due mesi di distanza: lunedì 27 febbraio 2022.
Beowulf: Return to the Shieldlands è un vero e proprio regalo per tutti coloro che amano le serie tv e non sono necessariamente fan dei teen drama. Con questo titolo il catalogo di Serially si apre anche a un pubblico più adulto, che si lasci incantare da una storia spettacolare.
Per la regia di James Dormer, questa serie è una chicca del genere fantasy. Definita da Digital Spy come una Game of Thrones per i più sensibili (o “schizzinosi”), può accontentare tutti. La stessa sigla ricorda l’adattamento televisivo della saga di George R. R. Martin. Alcune battute, già nel primo episodio di Beowulf: Return to the Shieldlands non possono non risultare familiari a chi ha seguito la serie targata HBO, un esempio su tutti: “Non oggi”, espressione tipica della piccola Arya ne Il trono di spade. Beowulf: Return to the Shieldlands è un racconto che ha i numeri per tenere incollati allo schermo grandi, più piccini e coloro che non sono riusciti a guardare Il trono di spade perché troppo cruento. In questo caso non mancano le battaglie, ma con riserva sull’eccessiva violenza…
La dimensione fantasy ha la meglio sul sangue: Beowulf: Return to the Shieldlands ci catapulta in un mondo che può far impazzire i fan de Il Signore degli Anelli. La fotografia e l’ambientazione ricordano i film della saga e non è un caso. Alla radice c’è lo stesso poema epico antico.
La serie, infatti, trae spunto dal poema epico Beowulf che si pensa essere stato scritto tra l’VIII e il XI secolo. Nonostante questo legame con la letteratura, il team produttivo di Beowulf: Return to the Shieldlands confeziona un prodotto del tutto originale, con una trama avvincente e tutta da scoprire.
Di cosa parla Beowulf: Return to the Shieldlands, quindi? Come suggerisce il titolo originale, del ritorno di Beowulf (Kieran Bew) a Heorot. Fin da quando è bambino dimostra il suo coraggio e il re Hrothgar (William Hurt) è sicuro che non sarà dimenticato. È il più celebre eroe dei Geati e non rimette piede in quella terra in solitaria: con lui c’è il ladruncolo Breca (Gísli Örn Garðarsson). La vicina dipartita del padrino, proprio Hrothgar, è l’occasione per Beowulf di tornare a casa, a dispetto del suo esilio. Questa scelta non è priva di strascichi. Anzi, non appena si reca a palazzo viene ordinata la sua morte. Si difende: vince sull’avversario, ma è arrivato tardi. Il suo padrino è già deceduto. Rheda (Joanne Whalley), la moglie del defunto non lo ammette nemmeno nel luogo dove si trova il corpo, almeno in un primo momento.
Cosa è successo tra i due? Perché quella che era la sua casa “e sempre lo sarà” adesso è abitata da persone a lui così ostili? Beowulf sa un segreto che Hrothgar gli ha confidato quando era ancora un bambino…
Grazie ad alcuni flashback, in primis quello che ci mostra il ricordo di Beowulf nella hall del palazzo, ci fa scoprire i risvolti di questa complicata relazione. La posizione di Beowulf peggiora quando viene accusato di omicidio. C’è lui di fianco a un corpo senza vita, ma un uomo non può essere condannato senza prove. Nel frattempo, non c’è un minuto da perdere: va designato il successore di Hrothgar. Sarebbe stato suo diritto sceglierlo… Il punto è: puó una donna, Rheda, comandare? “Non saró mai Hrothgar”, ammette lei. “Ma comanderó”, aggiunge con certezza nella sua voce. Non sarà facile e dovrà conquistare il suo ruolo per poi difenderlo a ogni costo.
Heorot, in passato patria dei Figli del Fango e dei Giganti, diventa una terra dilaniata da amori, intrighi, eventi inaspettate e giochi di potere che possono capovolgere lo status quo in qualunque momento.
Che si sguaino le spade, che sia tutto pronto per combattere perché il comando non si conquista con dolci parole. Rumori sinistri si odono di tanto in tanto. La colonna sonora incalzante aumenta la tensione in un crescendo di intensità. Senti i cavalli al galoppo in lontananza? Tieniti pronto perché non sono le uniche creature che incontrerai su questo cammino pieno di troll e giganti – che, secondo voci di corridoio si nutrono di bambini umani – in una terra lontana ma non dimenticata.
Questa è la premessa del primo blocco di episodi. Con la seconda parte, che debutta su Serially il 27 febbraio 2022, continua la storia Beowulf nelle terre delle Shieldlands. Nel regno di Rheda il fallimento e la gloria sono due facce della stessa medaglia e possono concretizzarsi con la stessa probabilità. Quindi la difesa di Herot è l’obiettivo principale. Affinché la pace sia preservata è necessario cercare l’equilibrio tra tanti interessi. Le sfide sono all’ordine del giorno.
Rheda potrebbe mantenere l’alleanza con il popolo dei Mere, aspettando le nozze di Slean che potrebbe portare una ventata di serenità. Beowulf ed Elvina si scoprono sempre più complici e questo suscita la gelosia di Slean che non guarda di buon occhio il matrimonio.
Il futuro di Herot può cambiare? Abrecan, il fratello di Rheda, pensa che sia possibile. A tal fine mette a punto un piano che gli permetterebbe di non restare fuori dalla cerchia del potere.
Alleanze, strategie, progetti che stravolgono lo status quo: tutto questo è pane per i denti dei protagonisti di Beowulf, che con le nuove sette puntate ci promette un colpo di scena dopo l’altro e un intrigo anche dove meno te lo aspetti.