Brennero: intervista a Matteo Martari (Paolo Costa)
È al via lunedì 16 settembre 2024 la fiction Brennero. In questa intervista a Matteo Martari, scopriamo di più sulla serie e sul suo personaggio: Paolo Costa.
Trovi il video con l’intervista completa a Matteo Martari (Paolo Costa) all’inizio di questo articolo.
Paolo Costa è un personaggio che reagisce in nome della resilienza
In Brennero – come approfondiamo in questa intervista a Matteo Martari – dopo la perdita di Giovanna la vita di Paolo Costa cambia del tutto. Diciamo che prima era molto sicuro e determinato, poi perde un pochino “di smalto” in questo senso, dal punto di vista caratteriale; ma in che modo questa perdita gli dà anche lo spirito di combattere nella vita? “Non solo perde la compagna, un po’ di smalto, Paolo perde anche un arto durante quell’incidente, cioè perde una gamba. Quindi – insomma – diciamo che sì, la sua vita cambia drasticamente”, racconta l’attore.
“Qualcuno la chiamerebbe resilienza. Io credo che un grande dolore, un momento drammatico come quello ti porti davanti a un bivio: o veramente rilanci e riparti con grande forza e con tutte le difficoltà del caso, [che] – insomma – sono innumerevoli oppure ti abbandoni, ti lasci un po’ andare”, continua.
Il caso di Costa è particolare. “Paolo – in realtà – è riuscito a trovare un bivio all’interno di quel bivio, cioè è riuscito a fare un po’ di tutti e due, nel senso che chiaramente lo troviamo in una situazione di disagio morale e fisico, nonostante lui – in realtà – si tenga in grande forma fisica; perché è aggrappato a quella speranza di poter essere riabilitato al servizio attivo. Quindi lui rilancia. Lui è una di quelle persone, uno di quei personaggi che reagisce”. Ci piace molto il suo spirito!
Il senso di colpa e il pregiudizio in Brennero
Paolo è un personaggio sfaccettato. “La sua caratteristica principale è sicuramente una sorta di senso di colpa rispetto ad assumersi la responsabilità del fatto accaduto” prima delle vicende di Brennero, come racconta in questa intervista Matteo Martari.
Eva e Paolo hanno un rapporto un po’ complicato all’inizio, ma – al tempo stesso – possiamo dire che Eva è anche un po’ l’ancora di salvezza di Paolo. La dinamica è un po’ ambivalente tra loro due. “Diciamo che loro quando si conoscono nutrono pregiudizi importanti l’uno nei confronti dell’altra, dettati da dinamiche passate; un po’ perché il padre di Eva era il Procuratore Capo quando l’incidente di Paolo avvenne. Quindi diciamo che il pregiudizio c’è”, argomenta l’attore. Da un lato, “tutti pensano che lui sia una testa calda, un irresponsabile”. Dall’altro, “Paolo quando incontra Eva nutre questo pregiudizio perché diceva: ‘È colpa vostra, cioè è colpa di tuo padre se non siamo riusciti in quella missione quella volta’. Invece, da parte di Eva c’è la conoscenza filtrata di Paolo tramite il padre”.
Non tutto è perduto. “Poi spetterà a loro, giustamente, far ricredere l’un l’altra. Il pregiudizio è ciò che si pensa prima di conoscere qualcosa. Quindi per sconfiggerlo basterebbe conoscere, ecco!”, conclude Matteo Martari.
Cosa ha di speciale Brennero e su quante stagioni potrebbe articolarsi
Dopo Cuori, L’Alligatore, I Bastardi di Pizzofalcone, chi più ne ha più ne metta… Cosa ha di speciale Brennero? In questa intervista Matteo Martari, fa dell’ironia: “Un’altra? Chi più ne ha più ne metta? Quando l’abbiamo… Non me la ricordo! Regia di? Quella sfugge!”.
L’attore spiega: “In realtà tutte quelle che hai nominato – a modo loro – sono una diversa dall’altra. Brennero ha sicuramente una Bolzano che fa da cornice, non proprio da cornice, quasi protagonista del nostro racconto. Quindi l’ambientazione non è canonica e il racconto anche dei due personaggi, che sono raccontati in una loro tridimensionalità. Questo la rende interessante perché si riesce a generare empatia con personaggi che non sono limitati al loro lavoro, ma c’è il loro lavoro e ciò che gira intorno a loro e alla loro vita, la loro esistenza”.
La serie è talmente interessante che Matteo Martari si immagina una continuazione… Quasi all’infinito: “Finché c’è inchiostro io scriverei!”
Lascia un commento