Buffy, James Marsters voleva uccidere Spike dopo tre episodi
Se fosse stato per James Marsters non sarebbe stato necessario l’intervento di Buffy per uccidere il suo iconico personaggio Spike nell’amata serie anni Novanta e Duemila.
Il mondo dei vampiri è probabilmente uno dei più raccontati nel mondo dell’intrattenimento e per gli amanti delle serie tv, Buffy – The Vampire Slayer ha rappresentato il primo approccio a questa rappresentazione gotica. Nel corso della serie si sono create le fazioni tra i fan che sostenevano la coppia Buffy – Angle o Buffy – Spike.
Ancora oggi, il finale di Buffy è una delle conclusioni più apprezzate dal pubblico per una serie così importante per un’intera generazione. Gli interpreti dello show, tutt’ora continuano a rivelare apprezzamenti per come si sia conclusa la storia di una serie che è stata per molti di loro il trampolino di lancio per le loro carriere da attori. Su tutti Sarah Michelle Gellar si è sempre esposta orgogliosa di Buffy.
La stessa cosa non si può dire per l’interprete di Spike James Marsters, che in una recente intervista con Radio Times si è espresso favorevole ad “eliminare” il suo personaggio dopo pochi episodi. Lo stesso Marsters avrebbe voluto conficcare lui stesso un paletto nel petto di Spike se avesse avuto il controllo della serie. In occasione dei vent’anni dal finale di Buffy, l’attore ha dichiarato: “Voglio dire, l’intera questione era: come inserire questo personaggio senza che rovinasse il tema principale dello show? Se fossi stato io a produrre quella serie, avrei ucciso Spike all’istante. Appena il pubblico ha cominciato a dire: ‘Oh, lo vogliamo. Oh, vogliamo vederlo con Buffy. Oh, amiamo quel personaggio’. No, assolutamente no. Stava rovinando tutto. Mi sarei ucciso probabilmente dopo tre episodi”.
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Dichiarazioni molto forti dell’attore che, secondo lui, gli autori non hanno mai saputo davvero cosa fare con il Spike.
“L’idea originale di Buffy era che i vampiri fossero solo metafore delle sfide del liceo, o delle sfide della vita. Erano progettati per essere sconfitti; erano progettati per morire. Buffy non è una storia alla Anne Rice, in cui ci si deve preoccupare per i vampiri. È per questo che siamo orribilmente brutti quando mordiamo qualcuno. Non volevano che fosse una cosa sensuale. Doveva essere orribile”. Secondo Marsters l’inserimento del suo personaggio – all’inizio della serie – risultava una scelta piuttosto strana e incoerente con lo show.
Tuttavia, gli sceneggiatori sono comunque riusciti a trovare qualcosa da far fare a Spike, in ogni episodio. “Alla fine hanno trovato il modo di coinvolgermi nelle altre trame. Ero il cattivo, poi il vicino stravagante, poi il fidanzato sbagliato, poi l’uomo caduto che cerca di redimersi. E infine, alla fine, una sorta di eroe cavia”.
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