Cercando Alaska significato del titolo
Qual è il significato di Cercando Alaska? A tredici anni dal debutto del romanzo, John Green assiste finalmente alla trasposizione televisiva di Looking for Alaska. Certo, non senza rischiare di perdere qualcosa nel passaggio dal libro alla televisione. Questa volta però il risultato c’è, ed è positivo.
Merito sicuramente del produttore e ideatore della serie Josh Schwartz, che insieme a Stephanie Savage, ha creduto fortemente nella realizzazione del progetto. Nella serie tv in onda dal 27 maggio 2020 anche su Sky Atlantic i personaggi ci sono tutti, e anche le loro vicende. Cercando Alaska infatti non è altro che la storia di un gruppo di ragazzi alla ricerca del proprio posto nel mondo, quello che devono difendere e salvaguardare a tutti i costi.
Primo fra tutti Miles Halter, timido e impacciato ragazzo che arriva alla Culver Creek per andare alla ricerca del suo “Grande Forse”, sicuramente molto prima rispetto allo scrittore Rabeleis che ha coniato questa espressione in punto di morte. Una volta quindi arrivato al campus, Miles incontra alcuni ragazzi che diventano presto i suoi nuovi amici. Si tratta di un gruppo di ragazzi che insieme cerca di sopravvivere alla scuola e al complicato passaggio adolescenziale. Presto però ci accorgiamo che tutto il gruppo ruota intorno alla figura di una ragazza: la bella, sexy e intelligente Alaska.
Piena di vita e di contraddizioni, la ragazza riesce sempre a trascinare tutti nella sua follia, soprattutto Miles che perde subito la testa per lei. Per la prima volta, infatti, Alaska lo mette di fronte al mondo e alla vita, introducendolo poi verso una scoperta ancora più grande che è quella del suo futuro. Non a caso, anche quando Alaska muore in un tragico incidente d’auto, la ricerca di Miles non si ferma, anzi cresce in maniera smisurata riempiendosi di nuove e sempre più complesse domande.
Ecco quindi che possiamo considerare il personaggio di Alaska la vera metafora di questo racconto, una ricerca senza sosta di chiarimenti distanti, quasi impossibili da raggiungere ma reali. Cercare di capire perché Alaska è morta, qual è stato il significato del suo gesto non fa altro che spingere Miles a cercare se stesso e il suo posto nel mondo. Risposte che nessuno avrebbe potuto scoprire se non lui da solo. Trovare il proprio gruppo di appartenenza non significa infatti liberarsi dei propri demoni o delle proprie paure, perché soltanto noi, alla fine, siamo in grado di trovarci e salvarci da noi stessi.
Cercando Alaska significato del finale del libro
Quando pensiamo a un libro come Cercando Alaska non è importante interrogarsi sul significato del finale, ma sul suo messaggio. Nonostante infatti la tragica conclusione di questa storia, John Green inserisce tra le righe del suo primo romanzo un messaggio positivo. Si tratta in realtà di una consapevolezza che scopriamo insieme al protagonista, come una sensazione di pace ritrovata dopo tanto tempo.
Miles infatti si tormenta per settimane andando alla ricerca della verità, delle ultime parole pronunciate da Alaska prima dell’incidente. Il ragazzo cerca una risposta giorno e notte senza sosta, fino a quando le trova, anzi, le comprende. Miles scopre infatti che le ultime parole della ragazza sono “To be continued”, come a voler dire che c’è ancora tantissima vita da vivere, per Miles e per tutti i loro amici. Loro infatti hanno ancora tempo per essere felici e andare incontro al loro “Grande Forse”.
Cos’è il Grande Forse
Chi si è lasciato travolgere e appassionare da questo libro sicuramente si sarà domandato cosa significasse il famoso “Grande Forse” di cui si parla spesso. Sappiamo infatti che si tratta delle parole pronunciate in punto di morte dallo scrittore e umanista francese Fraçois Rebelais. Qual è però il loro significato e come si collegano alla storia di Cercando Alaska? In realtà non esiste contesto migliore dove poter inserire un concetto così breve ma dal profondo ed esteso significato. Il “Grande Forse” infatti non rappresenta altro che il futuro, tutto quello che non sappiamo definire nè controllare.
Gli stessi protagonisti del romanzo, infatti, iniziano a modellare il proprio futuro andando alla ricerca del proprio posto nel mondo. Trattandosi però di un “Grande Forse”, i ragazzi si rendono conto che più crescono più aumentano le variabili delle loro aspettative, dei loro sogni e delle loro ambizioni. In questo modo immaginare un futuro che non sia modificato da imprevisti o da ostacoli risulta impossibile, perché secondo il nostro scrittore francese c’è sempre qualcosa che non siamo in grado di prevedere o definire.
Ecco che tutto ciò porta quindi allo sfruttamento dei sogni, mezzi che si trasformano in via di fuga dalle inquietudini e le ansie nei confronti del futuro. Certo, sognare potrebbe aiutarci ad alleviare la nostra permanenza nel labirinto delle incertezze e delle paure, ma non sarebbe in grado di proteggerci dalle delusioni. Esiste quindi una soluzione per liberarci dal “Grande forse”? Purtroppo la risposta è no, e a confermarlo è lo stesso Fraçois Rebelais che pronuncia queste parole in punto di morte.“Vado a cercare un Grande Forse” significa lasciarsi trascinare dagli eventi e dalle variabili del futuro, che in poche parole significa continuare a vivere.
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