Quando alla ventiquattrenne Simone Biles – atleta statunitense con il maggior numero di medaglie al mondo, cinque volte campionessa globale, insignita lo scorso anno dal Times col titolo di “Atleta del 2021” – è stato chiesto quale fosse il segreto per riuscire a completare i rigidi allenamenti necessari per le competizioni di ginnastica artistica, la sua risposta è stata lapidaria: “Ripetersi continuamente che non si morirà”.
Sopravvivenza e ginnastica artistica creano un connubio sorprendente in Corpo Libero, la serie originale italiana targata Paramount+ disponibile dal 26 ottobre in streaming. Thriller ambientato nel mondo della ginnastica artistica femminile – e basato sull’omonimo romanzo di Ilaria Bernardini -, il racconto ha per protagonista Martina Del Bianco (Alessia De Falco), atleta quindicenne della Vis Invicta, la squadra che rappresenta l’Italia al prestigioso torneo Winter Fox.
Dopo essere stata ferma a causa di un misterioso infortunio, Martina torna a gareggiare per dimostrare, soprattutto a sé stessa, di essere in grado di poter superare lo stop che ha vissuto come una condanna all’immobilità. Insieme nella squadra, le inseparabili Carla (Giada Savi) e Nadia (Federica Cuomo) – le più forti – e Anna (Giada Pirozzi) e Benedetta (Eva Iurlaro), soprannominate crudelmente “le inutili”.
Con questo torneo le loro vite potrebbero cambiare. Per un’intera settimana, infatti, giorno dopo giorno, chiuse in un hotel isolato sulle montagne abruzzesi rimasto fermo nel tempo, si sfideranno insieme alle atlete di altre quattro squadre cercando di centrare l’obiettivo più alto: un posto nel team di fuoriclasse che rappresenterà l’Italia alle prossime Olimpiadi.
Se la premessa potrebbe sembrare non discostarsi troppo da un episodio di Ginnaste, Vite Parallele – amatissimo docu-reality italiano trasmesso da MTV e quindi inevitabilmente parte del DNA italiano di Paramount -, la vicenda di Corpo Libero prende una piega inaspettata quando si assiste ad un colpo di scena dai tratti lynchiani.
Proprio come nel pilot di Twin Peaks, a sconvolgere le vite delle protagoniste e del remoto paesino in cui si trovano confinate per allenarsi è la morte di una ragazza, il cui corpo viene ritrovato nei boschi. Le sorti delle giovani atlete cambiano improvvisamente, e con esse – forse – anche le traiettorie delle loro carriere. L’indagine sull’omicidio diventa l’occasione per immergersi nel mondo delle protagoniste, scoprire i loro segreti, smascherare le loro bugie, e quelle, ben più pericolose, degli adulti.
Corpo Libero abita un peculiare crocevia nel racconto contemporaneo. Da una parte attinge a piene mani al coming of age, il genere a cui fanno capo le cosiddette serie adolescenziali (guardate per la maggior parte anche da chi adolescente non lo è più da tempo) ammiccando a prodotti che – con intrecci famigliari e dinamiche relazionali messe a fuoco – ben hanno appreso la lezione delle soap da prime-time, capaci di catturare l’attenzione di chi guarda con la promessa della risoluzione di un mistero in chiave investigativa.
Dall’altra, quella che poteva essere un’innocua serie tv a tinte soap dimostra, col progredire degli episodi, dei risvolti psicologici inaspettati. Il rigore e l’intransigenza richiesti da una disciplina come la ginnastica artistica richiamano alla mente Il Signore delle Mosche, il romanzo seminale di William Golding in cui un gruppo di ragazzi, su un’isola deserta, si ritrovano a fare i conti con la sopravvivenza quando a venire meno è lo stesso patto sociale. Anche al centro di Corpo Libero, infatti, troviamo un interrogativo che provoca lo spettatore portandolo a domandarsi quale libertà assoluta eserciterebbe, con il proprio corpo, qualora venissero meno le costrizioni e le pressioni a cui esso è quotidianamente soggetto.
Ecco che le giovani protagoniste della Vis Invicta, introiettate in un percorso di carriera scandito da tempi inclementi – il loro futuro si decide nel giro di pochi anni oltre ai quali il treno, per loro, è definitivamente passato -, si scoprono capaci di imprese ben più grandi – e anche atti ben più efferati – di quanto credessero. La serie contorna anche una serie di personaggi adulti – dalla coach Rachele Riace (Antonia Truppo) e al medico sportivo Alex Borrelli (Filippo Nigro) – che vedono nelle ragazze la loro possibilità di rivincita oppure un’ossessione attraverso la quale fuggire dalla frustrazione delle loro esistenze.
Corpo Libero è disponibile a partire dal 26 ottobre su Paramount+ in streaming ogni mercoledì con due episodi inediti. Scopri come abbonarti ora.