Chi è la Signora del Lago in Bly Manor? La seconda stagione di The Haunting, che dopo Hill House adatta il racconto “Il giro di vite” di Henry James, approfitta dell’ottavo episodio per ricostruire l’antefatto della tenuta di Bly.
L’espediente è il racconto “L’ inquilino fantasma. La romanzesca storia di certi vecchi vestiti”, scritto sempre da James, che dà il titolo all’episodio. Sebbene nella storia originale i nomi (e le vicende) delle due sorelle siano invertiti, nell’episodio flashback sulle origini della maledizione di Bly Manor si compie un salto indietro alla metà del XVII secolo.
ATTENZIONE: quello che segue è la spiegazione integrale dell’ottavo episodio di The Haunting of Bly Manor e include grossi spoiler su tutto quello che succede. Se non avete ancora concluso la visione della seconda stagione o non volete guastarvi le sorprese, vi consigliamo di non proseguire la lettura.
A piangere la morte del signor Willoughby, proprietario della tenuta di Bly, sono la figlia maggiore Viola (Kate Siegel) e la minore Perdita (Katie Parker), il cui nome è un tributo ad una sorellina nata tra di loro che sopravvisse soltanto poche settimane. Separate da una differenza di età di cinque anni, Viola e Perdita dovevano trovare marito altrimenti avrebbero perso la tenuta e tutti i loro averi. Essendo entrambe donne, a loro non era concesso diventare le Lady di Bly: questo onere era prerogativa esclusivamente maschile.
Dopo aver allontanato vari approfittatori, la scelta delle sorelle ricade sul distante cugino Arthur Lloyd (Martin McCreadie), col quale Perdita sente immediatamente un’intesa per via dei suoi modi cortesi e raffinati. Il matrimonio è però congegnato per la sorella Viola, la quale inscena un’entrata teatrale per colpirlo. Nonostante le loro nozze fossero principalmente basate su motivi opportunistici e di convenienza, tra Viola e Arthur nasce un amore. A benedire la loro unione anche l’arrivo della piccola Isabel, alla quale Viola impartisce lo stesso spirito indomito e il rifiuto di obbedire a qualsiasi autorità maschile, sia essa il marito o Dio.
La tubercolosi colpirà presto Viola, allettandola e costringendola a vivere un’esistenza da reietta nella sua stessa tenuta, lontana dalla figlia, dal marito e dalla sorella. Quest’ultima inizia ad essere nuovamente attratta da Arthur, il quale sembra ricambiare le sue attenzioni. Nonostante avesse ricevuto l’estrema unzione, Viola sopravviverà per altri cinque anni grazie alla sua tenacia e alla sua forza di volontà. La Lady di Bly rimane attaccata fermamente alla vita, preoccupata che la sorella si insidiasse nel suo letto nuziale non appena fosse venuta a mancare.
Tra le ultime volontà di Viola c’è quella di chiudere tutti i suoi gioielli, i vestiti preziosi, le sue stoffe pregiate, le sete e i pizzi, in un baule sottochiave che Arthur è incaricato di consegnare alla figlia Isabel quando raggiungerà la maggiore età. Il signor Lloyd acconsente alla promessa.
Mentre Arthur era lontano dalla tenuta per ragioni di lavoro, qualcosa nella mente di Perdita scatta. Dopo anni di vessazioni, insulti e angherie subite per mano della sorella, Perdita soffoca Viola mentre la sta accudendo a causa delle condizioni di salute sempre più compromesse. Quello che Perdita giustificava a sé stessa come un atto di pietà era in realtà l’esasperazione di una vita spesa nell’ombra di Viola.
Arthur custodisce la chiave del baule con i tesori della moglie defunta, e sei mesi dopo convolerà a nozze con Perdita: la cerimonia si svolge in gran segreto nel tentativo di non dar adito alle malelingue.
Passano tre anni e la coppia non riesce a concepire: la figlia di Viola, Isabel, rifiuta di accettare Perdita come madre. La tenuta nel frattempo versa in cattive situazioni economiche. Dopo altri tre anni, Perdita si rifiuta di lasciare i tesori di Viola nel baule e cerca di persuadere Arthur ad aprirlo per vendere il contenuto e riabilitare la loro condizione dissestata.
Il signor Lloyd vuole mantenere la parola data a Viola, ma Perdita sottrarrà la chiave del baule dalla scrivania di Arthur e lo aprirà per fare suoi i tesori della sorella scomparsa. Mentre accarezza le stoffe, sono le mani di Viola a strozzare Perdita, provocandone la morte. Proprio come Perdita aveva fatto con la sorella, uccidendola, così è morta anche lei. Sarà Arthur a rinvenire il cadavere di Perdita: dopo la fine della sua seconda moglie, il signor Lloyd capisce che non è più il caso di vivere a Bly e non si trattava di superstizione. La piccola Isabel non poteva rischiare di perire come sua madre e sua zia, specialmente per via del contenuto di quel maledetto baule.
Nel frattempo, Viola è rimasta intrappolata in quella che sembra la sua camera da letto, la cui porta è chiusa a chiave e le cui finestre sono impenetrabili. La sua esistenza si alterna tra il sonno e la veglia: troppo dolorosa è la consapevolezza che Arthur e Isabel stessero vivendo una vita senza di lei. Una sorta di purgatorio, quello in cui è confinata Viola, che la fu Signora di Bly ha creato soltanto nell’attesa di poter consegnare alla figlia Isabel i suoi vestiti preziosi. Quando la figlia aprirà il baule, Viola sarà libera e si godrà il suo premio: vedere Isabel indossare le sue stoffe pregiate.
Eccetto che ad entrare nella stanza è stata Perdita, contro la quale Viola si scaglia con violenza: la rabbia di non ritrovarsi davanti la figlia Isabel è troppa, così come quella del tradimento subito per mano della sorella. Quando il cadavere di Perdita sarà rinvenuto, Viola intravede Arthur per poi tornare a dormire e ad aspettare, sempre confinata nella sua stanza da letto.
Dopo la morte di Perdita, Arthur e Isabel se ne vanno senza portare con loro il baule. Viola era convinta di iniziare insieme una vita altrove, lei sempre nel forziere che custodisce tutto ciò che era, ma Arthur ha altri progetti per lo scrigno che finirà nelle profondità del lago della tenuta. Soltanto grazie alla sua forza di volontà, Viola resterà in fondo al lago, creando la propria gravità, in attesa di… qualcosa.
La notte Viola vaga per Bly Manor, diventando la Signora del Lago e girando per le sue proprietà fino ad arrivare in quella che fu la sua stanza da letto alla ricerca di sua figlia, ricordando la sua vita precedente per poi scordarla come se si fosse trattato di un sogno. La sua nuova casa sono le profondità melmose del lago, e ogni volta che vi torna Viola si dimentica tutto all’addormentarsi, per poi risvegliarsi e tornare a solcare i suoi terreni.
Chiunque incontrasse sul suo cammino, dal dottore che curava i pazienti riuniti nel lazzaretto creato al suo interno al vicario che tentò di esorcizzare la casa, Viola puniva con la morte chiunque era convinta le stesse nascondendo la figlia Isabel. Le sue vittime rimanevano intrappolate nello stato di gravità da lei creato, ospiti del purgatorio che Viola ha realizzato per sé stessa e che adesso si trova in fondo al lago.
Mentre i ricordi della vita passata di Viola si affievoliscono, con loro svaniscono i tratti del suo volto e quelli del suo spirito, i segni di un’identità smarrita nel tempo e che soltanto l’affetto dei suoi cari potrebbe restituirle. Il suo stesso nome, e quello della sorella, persino l’identità della figlia: tutti dimenticati nel tempo. L’unica cosa che Viola ricordava ormai era il tragitto verso quella particolare stanza della tenuta dove si aspettava di trovare un bambino, cioè Isabel.
Inconsapevole dei decenni passati, ormai alla Signora del Lago, priva di un volto, era rimasta soltanto quella tensione verso la stanza dove sperava di trovare un bambino, chiunque fosse, per riportarlo con lei nel lago e dimenticare il tutto al prossimo sonno. Con lei, anche tutti i fantasmi intrappolati nel suo pozzo gravitazionale iniziarono a perdere i connotati, e lo stesso vale per chiunque avesse la disgrazia di morire, anche non per mano di Viola, nella tenuta di Bly.
Adesso che il destino di Viola ha incrociato quello di Flora (Amelie Bea Smith) e di Dani Clayton (Victoria Pedretti), la storia della Signora del Lago sta per ripetersi.
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