Chi muore ne La Casa Di Carta 5
Chi muore ne La Casa Di Carta 5? Il primo volume della quinta parte è finalmente disponibile su Netflix a partire da venerdì 3 settembre. Ma quali personaggi non sopravvivono alla prima metà dell’ultima stagione? Dopo la morte di Nairobi, ecco chi non sopravvive.
ATTENZIONE: quello che segue è il resoconto integrale di chi muore ne La Casa Di Carta 5 e include grossi spoiler su tutto quello che succede. Se non avete ancora concluso la visione della quinta parte o non volete guastarvi le sorprese, vi consigliamo di non proseguire la lettura. Se invece volete scoprire chi muore ne La Casa Di Carta 5, qui troverete tutte le risposte alle vostre domande.
Partiamo dalla perdita più grave: quella di Tokyo. Il personaggio interpretato da Úrsula Corberó si sacrifica quando si trova accerchiata dai soldati delle forze speciali guidati dal Comandante Sagasta (José Manuel Seda). Dopo aver battuto la ritirata insieme a Denver (Jaime Lorente) e Manila (Belén Cuesta), Tokyo si rifugia nelle cucine della Banca di Spagna.
I suoi compagni sono stati blindati nel museo, una trappola tesa dai soldati di Sagasta. Rimasti in tre, Tokyo e i suoi amici devono affrontare i soldati d’élite e Gandía (José Manuel Poga), il quale è rientrato nella banca per finire il lavoro che ha iniziato. Usare il piano cucina in ghisa consente loro di temporeggiare, ma gli uomini di Sagasta intendono entrare aprendo un varco dalla dispensa.
Mentre i cecchini appostati sul palazzo di fronte la colpiscono lasciandole cinque pallottole in corpo, Tokyo si rende conto che da quella cucina non avrebbe avuto scampo. Quando Stoccolma (Esther Acebo) scopre che il condotto portavivande permette loro di calarsi sei piani sotto, tutto sembra volgere per il meglio.
Ma Tokyo è troppo malconcia per sopravvivere a quella caduta: per questo insiste che Denver e Manila si mettano in salvo, lei penserà a coprirli aprendo il fuoco contro i soldati che ormai sono arrivati nella cucina.
Gandía e i soldati sparano all’impazzata: Tokyo è rimasta da sola, non uscirà viva da quello scontro. Ma questo lei lo sa già, e dopo aver detto addio al suo amato Rio (Miguel Herrán), il quale ha aperto un varco nel pavimento dal piano sottostante, Tokyo si lancia nell’ultimo, disperato attacco contro i suoi nemici.
Altri colpi la raggiungono: il dolore è troppo e perde conoscenza. Quando Tokyo riprende conoscenza, Gandía la sovrasta, tronfio e compiaciuto dell’esito dell’operazione. Dopo aver ucciso Nairobi (Alba Flores), adesso si appresta a fare fuori anche la sua migliore amica.
Quello che non ha considerato è che Tokyo ha un ultimo asso da giocarsi. Mentre Gandìa le punta la pistola in fronte, Tokyo schiude la mano rivelando le chiavi di tutte le bombe che indossa sul bandoliere in petto. Proprio così: Tokyo ha deciso di fare la kamikaze, e ha attivato i detonatori che ha addosso.
Consapevole che non sarebbe mai uscita viva da quello scontro, Tokyo ha deciso di sacrificarsi per il bene dei suoi fratelli e delle sue sorelle della banda, compiendo un ultimo gesto dirompente. Gandía non fa in tempo a rendersi conto di quello che sta succedendo che le bombe esplodono, non lasciandogli scampo e inghiottendolo fatalmente insieme ad altri suoi compagni di battaglione.
Il boato che segue annuncia a Rio, Lisbona, Denver e al Professore in ascolto che Tokyo è caduta. La battaglia è stata vinta, ma il costo è stato altissimo. Un’altra perdita rende la banda sempre più smarrita, ferita e incerta sul proprio futuro. Se Nairobi è sempre stata il cuore della banda, Tokyo era l’anima. Senza di lei, le sorti dei rapinatori sembrano volgere per il peggio.
Moretti Maria dice
Come si fa in fretta a rovinare una bella serie originale in qualcosa di un déjà-vu talmente banale e scontato che fa passare anche la voglia di vedere la quinta e ultima serie de La casa di carta, attesa per il 3 dicembre! Tra le continue sparatorie come se i nostri protagonisti fossero dei veri professionisti che sparano alla rambo, alla dipartita precoce di alcuni elementi cardine della serie, a cui ci si è affezionati, all’introduzione, a fine spettacolo di una schiera di nuovi e anonimi personaggi, sembra che l’idea originale che ha caratterizzato le prime stagioni si sia persa ahimè, strada facendo. “La casa de papel” a mio avviso, poteva e doveva terminare con il finale della seconda stagione, dove il colpo si conclude e la vita dei nostri “eroi” cambia per sempre. Tutto il seguito delle altre tre stagioni è fatto apposta per allungare il brodo con un nuovo colpo, simile al primo, ma stavolta ripetitivo, crudele e noioso, privo di originalità
e di buone idee, incapace ormai di emozionare e sorprendere …