Chi veste Imma Tataranni?
Chi veste Imma Tataranni?
Chi tra il pubblico a casa non si è mai chiesto almeno una volta da quale strana ispirazione nascessero gli eccentrici ed estrosi abbinamenti della nostra sostituto procuratore.
Parliamo della protagonista della fiction Rai tratta dai libri di Mariolina Venezia, donna dalla forte personalità che trasmette la sua determinazione anche grazie agli abiti che indossa e che la definiscono.
Niente è lasciato al caso nella fiction con Vanessa Scalera, attrice che indossando un abbigliamento estremamente colorato entra nella parte del suo personaggio contribuendo così anche al successo della serie. Ma chi si nasconde dietro alle scelte stilistiche della nostra brillante e poco ortodossa sostituto procuratore?
Sappiamo che è tutto merito della stilista Paola Marchesin se su Rai 1 possiamo ammirare gli improbabili, e bellissimi, look di Imma Tataranni. La stessa stilista ha infatti spiegato a Fanpage.it che la cura dei dettagli nella scelta degli abiti non è casuale, ma ha il compito di raccontare qualcosa dello stesso personaggio.
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Partendo infatti dalla descrizione dei libri, gli abiti di Imma vengono poi adattati su Vanessa Scalera costruendo così sulla sua pelle le caratteristiche di un personaggio fuori dagli schemi e per questo memorabile.
“Il personaggio era già concepito in un romanzo” ha spiegato Paola Marchesin a Fanpage.it aggiungendo poi – “Ma quando si fa una trasposizione è la scelta dell’attore che comanda.
Abbiamo fatto tanti provini ed è stata scelta Vanessa Scalera: lì è stato un lavorare su di lei e con lei, con la sua fisicità, per trovare un’originalità, una misura fuori dagli schemi anche se non era quella del grottesco-basso-tarchiato. Lei ha un fisico androgino, è una bellissima donna, alta e magra: dovevamo renderla goffa, vestirla male”.
Scopriamo quindi la vera intenzione di questi strani abbinamenti: disorientare chi la vede in un contesto come la Procura.
“Chi la guardava in Procura” – ha aggiunto la stilista – “doveva pensare che non era vestita in modo consono all’ambiente, doveva creare disorientamento, però doveva avere al tempo stesso sicurezza. Quei commenti dovevano solo essere sussurrati sottovoce: si doveva pensare che era malvestita, ma senza dirlo”. Questa è la reazione che ha avuto anche il pubblico, che pur percependo l’eccentricità di quell’abbigliamento non ha mai potuto criticarlo, proprio perché portato con estrema autorevolezza“.
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