Chiamami ancora amore: intervista a Greta Scarano (Anna Santi)
“Trovare il modo di non odiarci”: questa è la speranza di Anna Santi quando scrive una lettera a Enrico Tagliaferri, suo marito, con l’intenzione di lasciarlo. La sua vita le sembra finita per sempre, ogni giorno uguale all’altro, diventata un’approssimazione molto vaga di quello che aveva sperato. È la fine di una storia che ha radici profonde, difficili da sradicare e il personaggio di Anna è complesso. Come rivelano i test attitudinali per verificare quanto siano entrambi adatti a fare da genitori all’undicenne Pietro, lei modifica e manipola la realtà. Qual è l’essenza di Anna in Chiamami ancora amore? In questa intervista a Greta Scarano lasciamo la parola all’attrice che la interpreta per scoprirlo.
Trovi il video con l’intervista completa a Greta Scarano (Anna Santi) all’inizio di questo articolo.
Anna “ne passa proprio tante”, ma è “tenuta in vita” dalla “sua forza interiore”
Anna è una donna a cui la vita non ha risparmiato nulla. Il dolore impregna molte tappe della sua esistenza. L’equilibrio si rompe già a quattro anni quando smette di chiamare “mamma” sua madre. Dopo tanto tempo comprende che è quello il punto di non ritorno, ma nel frattempo è lacerata dalla morte della stessa madre, affronta l’anoressia, una maternità indesiderata e la scelta se abortire o meno. Commentando questo personaggio con i controfiocchi di Chiamami ancora amore nell’intervista a Greta Scarano indaghiamo su cosa tenga “insieme” una persona che ha vissuto tutto questo.
L’interprete non nasconde che Anna “effettivamente ne passa proprio tante”. Ciononostante non si arrende. “È come se la vita l’abbia messa alla prova tante volte e lei, in un modo o in un altro, comunque, ha reagito e si è rialzata.” Come ha fatto? Come ci si rialza sempre? In che maniera si va avanti nonostante tutto? È uno di quei casi in cui è la “forza interiore” a tenere in vita una persona (o un personaggio), letteralmente.
Gli errori di Greta Scarano in nome dell’empatia
Un nodo che Anna non ha ancora sciolto è il “dilemma del porcospino”, cioè avvicinarsi a una persona per tenersi al caldo, ma non troppo per non pungersi con gli aculei del porcospino stesso. Rispetto al personaggio che interpreta in Chiamami ancora amore in questa intervista a Greta Scarano, le chiediamo come affronti le sue relazioni. Preferisce rischiare di pungersi o tenersi a debita distanza per prudenza? L’attrice non ha dubbi: “io sono una che accorcia immediatamente le distanze”, non appena trova un punto di contatto. “Cerco proprio l’empatia con le persone”, commenta, spiegando poi il valore che dà alla condivisione in quanto essenza dell’essere umano.
Il “porcospino” talvolta punge: “a volte faccio anche degli errori perché agisco d’istinto”, ma è il prezzo da pagare e non si pente della scelta.
Greta Scarano: “quello che faccio è nascondermi nei miei personaggi”
Nel cammino di crescita professionale, Greta Scarano cambia l’approccio con i suoi personaggi. Se la Greta degli inizi tende a “prendere semplicemente tutto” da sé, ora l’attrice tenta di arrivare alla verità del personaggio. Non si esclude completamente, come è normale che sia. Il bagaglio delle proprie esperienze è sempre il nucleo di partenza, ma cerca “un compromesso”. Nel farlo è meraviglioso quando riesce a sentire davvero quello che prova il suo personaggio. È il frutto di un percorso molto lungo che non sempre riesce in toto.
“Quello che faccio, però, sicuramente è nascondermi nei miei personaggi”: non vuole che sullo schermo si veda “Greta”. Il suo personaggio nel momento del ciak ha piena voce in capitolo.
Anna Santi emerge in Chiamami ancora amore con una potenza impressionante e, forse, è proprio anche grazie a questo delicato processo avvenuto con successo.
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