Come finisce After Life 3 su Netflix
Da venerdì 14 gennaio 2022 è disponibile su Netflix After Life 3, l’ultima stagione della serie creata, interpretata e diretta dall’attore comico Ricky Gervais. L’irriverente dramedy arriva alla sua conclusione di quello che è solo uno dei tanti progetti che Gervais ha in serbo con la piattaforma streaming.
Ricky Gervais è sempre stato favorevole per una terza stagione, ma solo se il pubblico l’avesse desiderata: “Ci deve essere un vera richiesta per altri episodi, altrimenti non li farò tanto per farli, per essere pagato o perché Netflix vuole altre tre ore [della serie, ndr] sulla loro piattaforma. Deve essere davvero il pubblico a richiederne ancora”. Così è stato. Ma come finisce After Life 3?
ATTENZIONE: quello che segue è la spiegazione integrale del finale della terza stagione di After Life e include grossi spoiler su tutto quello che succede. Se non avete ancora concluso la visione della stagione o non volete guastarvi le sorprese, vi consigliamo di non proseguire la lettura. Se invece volete scoprire come finisce After Life 3, qui troverete tutta la spiegazione.
Tony è ancora arrabbiato, cinico e incapace di elaborare il lutto della perdita della moglie Lisa (Kerry Godliman). Anne (Penelope Wilton) siede ancora su quella panchina, ma ha un nuovo amico con cui condividere il dolore della perdita. I video del passato di Tony continuano a scorrere senza tregua. Il padre è morto, ma in questa stagione un altro anziano del The Autumnal Leaves Care Home “prende” il suo posto. La cagnetta Brandy sorveglia vigile e premurosa il suo padrone a evitare altri tentavi di di suicidio.
Arrivano nuovi membri dello staff del giornale. Il postino è sempre un postino, la prostituta, una prostituta e la giostra dei casi umani di Tambury continua il suo giro infinito. (letteralmente sul finale di stagione con una vera giostra per cavalli su cui siedono tutti i personaggi).
It’s ok not to be ok
In questa nuova stagione sembra non accadere nulla. La botta al petto arriva quando finisce la magia e ci ritroviamo, da soli, a gestire quell’enorme bagaglio emotivo che ci siamo tirati appresso per tre stagioni. Può sembrarci difficile capire cosa abbiamo visto nello show di Ricky Gervais. Quel che è certo è che si tratta un perfetto addio.
Dopo la morte di sua moglie, il giornalista del Tambury Gazette ha creduto di non avere più nulla da perdere e ha smesso di preoccuparsi delle conseguenze delle proprie azioni. La mancanza di voglia di vivere gli ha permesso di dire e fare tutto ciò che vuole; cosa che tutti noi vorremo dire e fare. Per tre stagioni, Tony Johnson ci ha dato la possibilità di arrabbiarci con lui.
Come un capo treno dell’emotività più oscura, ci ha accompagnato nelle sette fasi dell’elaborazione del lutto. Tutti quanti siamo in lutto per qualcuno o per qualcosa (specialmente negli ultimi anni). Dallo shock alla negazione, dalla rabbia alla depressione, finalmente, nella terza stagione arriviamo all’accettazione e alla speranza.
A differenza di altri prodotti di intrattenimento, dove l’accettazione della morte prima o poi arriva, qui, Tony non accetta la morte di Lisa. Non ricomincia a vivere e non si innamora dell’infermiera Emma (Ashley Jensen), la lascia andare, augurandole di essere felice, ma con qualcun altro. Tony accetta il fatto che è ok non stare bene. È ok essere arrabbiati, rompere le cose, insultare sconosciuti in un bar o lanciare oggetti contro il vetro di un’auto perché non si è fermata per farti attraversare la strada.
Il finale ci lascia con un particolare messaggio di speranza. Senza melodrammi, senza discorsi strazianti.
C’est la vie, Brandy
La vita va avanti, ma non cambia mai davvero. La realtà non è una sceneggiatura dove le trame dei personaggi hanno una coerenza e progrediscono verso un finale a lieto fine. Nella vita può esserci un’inversione di rotta imprevista. Come negli sbalzi di umore – più che normali nelle nostre vite-, ci sono attimi di felicità e momenti di rivelazione effimeri. La vita è caos e siamo noi a dovergliene dare uno. Tony è vero e non è cambiato, è rimasto lo stesso, ma ora finalmente accetta la cosa e questa è la vita.
Il Paradiso esiste
Nell’ultimo episodio Tony decide di donare una parte dei soldi dell’assicurazione sulla vita della moglie a un’ospedale di cura per bambini malati terminali di cancro. In questo frangente il nostro protagonista dichiara che il Paradiso esiste, dopo aver sempre negato la cosa, dato che questa certezza serve a dare speranza a un bambino malato di cancro (qui Gervais ci è andato giù pesante, quando la bambina malata dice di chiamarsi Lisa).
In After Life 3 tutto funziona, ma niente si sistema per davvero. Si ride e si piange allo stesso tempo, in una storia che solo Gervais, e il suo team di autori, poteva concludere in maniera così equilibrata. In un episodio c’è anche una canzone dei Radiohead (più perfetta di così…).
Rendere l’ordinario straordinario
Nella scena finale dell’ultimo episodio, Tony va via dalla festa a tema, organizzata dal gruppo di teatro di volontari. Evento che segna una parvenza di chiusura di un cerchio per i personaggi narrati in After Life. Gervais guarda i suoi amici felici ed è felice, visto che in parte è merito suo. Chiedere sempre di bere un caffè appena un amico o amica ha un problema, rende Tony quel personaggio angelo custode che agisce sotto la superficie di un uomo cinico e rabbioso, ma che aiuta il prossimo come poche persone fanno.
Kath (Diane Morgan), dopo una ricerca disperata di una persona e aver urlato al mondo di sentirsi sola a un corso di yoga risata, trova l’amore prima di un cane e forse dopo con il postino (Joe Wilkinson). Matt (Tom Basden) ritrova un minimo di orgoglio davanti a suo figlio e alla moglie, con la quale rinforza il suo legame, dopo aver ricevuto una parte dei soldi dell’assicurazione sulla vita della sorella Lisa. La cosa più importante che riceve è le scuse da parte di Tony per avergli, praticamente, negato di condividere il dolore per la morte della sorella.
Tony si allontana verso un paesaggio ignoto. Forse quei pensieri suicidi torneranno, come la rabbia o la gioia. Ora però Tony sa che è normale e va bene così, mentre lui e Brady si dissolvono dentro i colori caldi dell’autunno. Il suo percorso è concluso, consapevole del fatto che non c’è nulla da concludere, ma che dobbiamo essere solo più gentili e dire sempre la verità (soprattutto al primo appuntamento) e se vi cade qualcosa dalle mani e una persona ve la raccoglie, tenetela bene in considerazione…
After Life 3 non finisce con un “E vissero tutti felici e contenti”, non sarebbe realistico né coerente con la serie. Non è dato sapersi se ognuno dei personaggi riuscirà a trovare il proprio angolo di felicità. Probabilmente le loro vite continueranno all’insegna della noia, dell’insoddisfazione e della miseria, ma per un attimo va tutto esattamente come dovrebbe andare.
Non ci è concesso sapere quale sarà il destino di Tony. La cosa più importante è che per un istante, finalmente, siamo riusciti a vederlo felice. Ora è pronto a procedere nel suo cammino, ovunque questo lo conduca.
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