Come finisce COPS – Una banda di poliziotti
Nella prima parte di COPS – Una banda di poliziotti, il commissario Cinardi (Claudio Bisio), da poco arrivato ad Apulia, apprende dall’emissario del Ministero Margherita Nardelli (Stefania Rocca) che il loro commissariato sarà chiuso per contingentare le risorse in ottica di “spending review”.
L’ordine giunto da Roma è dovuto alla totale assenza di crimine nell’idilliaco paesino della Puglia. La sera prima, Cinardi aveva conosciuto Nardelli in tutt’altro contesto: tra i due sembrava essere nata una bella intesa, ma adesso il destino sembra voler spedire il buon Cinardi alla Catturandi di Palermo.
Alla sua squadra, composta dai coniugi Nicola O’Sicc (Pietro Sermonti) e Maria Crocifissa (Giulia Bevilacqua), Benny The Cop (Francesco Mandelli) e da Tommaso (Guglielmo Poggi), non andrà meglio. Tra licenziamenti e trasferimenti, ciascuno di loro si vede costretto a lasciare Apulia.
Per giustificare la necessità del commissariato locale e scongiurarne la chiusura, il commissario Cinardi e la sua squadra inizieranno a commettere crimini innocenti, come rubare un tubetto di dentifricio, ma finiranno per smascherare l’identità del criminale che, anni addietro, terrorizzava Apulia.
Il mite Tonino (Dino Abbrescia), gestore del chiosco che sfama i poliziotti di Apulia, e in realtà il famigerato Zu Tore. Con quest’ultimo, Cinardi e la sua squadra stringono un patto: proteggeranno la sua identità in cambio di qualche piccolo reato, qua e là, in modo da tenere alta l’attenzione, e così facendo, tenere il commissariato in attività.
Nella seconda parte di COPS – Una banda di poliziotti, le cose si mettono male quando Nardelli si mette sulle tracce di Zu Tore (Dino Abbrescia), il commissario Cinardi e la sua squadra fanno di tutto per depistarla arrivando persino ad inscenare la morte di Tonino.
Ma c’è anche una nuova cosca criminale che sta prendendo piede ad Apulia. Si tratta degli uomini di Anaconda (Giovanni Esposito), fratello di Zu Tore, determinato a trasformare la cittadina nella sua piazza di spaccio. Per Cinardi e i suoi uomini è il momento di entrare in azione all’oscuro della Nardelli.
Anaconda è a capo di un traffico di droga che arriva fino ad Apulia dalla vicina Perdivita. I poliziotti di Cinardi cercano di capire come questo avvenga, e sarà la concomitanza con la festa patronale ad aprire loro gli occhi.
Quando, tuttavia, Nardelli apprenderà del depistaggio di Cinardi e dei suoi, sembra che per i poliziotti di Apulia tutti i nodi siano venuti al pettine. Bisogna mettere fine ai loschi traffici di Anaconda.
Grazie gli sforzi congiunti di Nicola O’Sicc, Benny The Cop, il quale avrà finalmente il suo momento di gloria, Cinardi, Tonino, Maria Crocifissa e Tommaso, la banda di poliziotti scoprirà la verità sul giro di Anaconda, reso possibile dallo smercio di statuine sacre contenenti stupefacenti, e consegnerà il criminale alla giustizia.
Con la cattura di Anaconda, Nardelli viene riconvocata a Roma, dov’è attesa l’indomani. “Almeno torni a casa con un bel risultato” è il commento di Cinardi, che si aspetta di essere arrestato per avere intralciato le indagini su Zu Tore, oltre che per aver orchestrato crimini (irrisori) in città. Ad attendere Nardelli nella Capitale ci sarà un incarico prestigioso, un premio per avere catturato Anaconda e messo la parola “Fine” al capitolo Apulia.
Convinto di essere prossimo all’arresto, Cinardi si consegna a Nardelli: quest’ultima, tuttavia, non ha intenzione di arrestarlo. Mentre le autorità portano via Anaconda, Nardelli libera Tonino, affermando che Anaconda fosse in realtà il ricercatissimo Zu Tore. Cinardi suggerisce a Tonino di assumere una nuova identità, giacché pochi giorni prima ne avevano annunciato la morte.
Il commissariato di Apulia resterà aperto, almeno per ora: Tommaso ha rinunciato al concorso per non separarsi dai suoi amici, suscitando in Benny un momento di commozione. Sembra essere tornato il sereno anche tra Maria Crocifissa e Nicola, al quale la moglie dice: “Quando finisce questa storia ti porto a cena fuori e ci spendiamo tutto quanto”, in barba alle mille preoccupazioni sul futuro dei figli che la angustiavano.
Cinardi accompagna Nardelli in stazione. Certi treni passano una volta sola nella vita, eppure tra i due è chiaro che c’è ancora qualcosa di irrisolto. Sarà vero che “Lavoro e sentimento vanno sempre mischiati”? Lo scopriremo nei prossimi episodi.
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