Come finisce Cursed
Come finisce Cursed? Il decimo e ultimo episodio è intitolato “Il Sacrificio” e porta a termine il viaggio di Nimue, Artù, Morgana e Merlino nel tentativo di liberare il popolo oppresso dei Fey e sconfiggere il perfido Padre Carden.
A questo link trovate il resoconto completo, episodio per episodio, della prima stagione.
ATTENZIONE: quello che segue è la spiegazione integrale del finale della prima stagione di Cursed e include grossi spoiler su tutto quello che succede. Se non avete ancora concluso la visione della prima stagione o non volete guastarvi le sorprese, vi consigliamo di non proseguire la lettura.
La vendetta di Sorella Iris
Sorella Iris continua a uccidere i Fey per armarsi e scatenare malumori a Gremaire, in vista della partenza delle navi concesse da Uther Pendragon.
Iris è determinata a uccidere Nimue per portare la sua testa ai Paladini Rossi e unirsi alle loro fila: soltanto questo gesto li costringerà a riconoscerle il rispetto che merita come condottiera della Chiesa.
Artù si offre di fare da mediatore con Wroth, il capo degli Zannuti, e infine riuscirà a convincerlo a partire col resto dei Fey.
La redenzione del Monaco Piangente
All’accampamento di Carden, il Monaco Piangente porta sulla schiena i segni della flagellazione per la sua insubordinazione nei confronti del Padre, che aveva tentato di persuadere a non perseguitare il piccolo Scoiattolo che era stato catturato mentre cercava di aiutare Gawain.
Il Monaco sta vivendo una profonda crisi mistica dovuta al confronto con Gawain, che ha cercato di appellarsi alla sua natura Fey. Il Monaco sostiene di non sentire la voce di Dio, e chiede aiuto a Carden.
L’ultimo tentativo di Merlino
Merlino compie un ultimo tentativo con Nimue: invece di quella della figlia, intende offrire la propria testa a Uther per scoprire quali siano le sue vere intenzioni.
Consapevole che la sua vita è agli sgoccioli a causa della freccia avvelenata scoccata contro di lui da Pellam il Pescatore, Merlino cerca disperatamente di risparmiare la vita di sua figlia Nimue sacrificando sé stesso e offrendosi a Uther Pendragon, il so ex sovrano.
Quando giungerà al cospetto del Re Pendragon, Uther non esiterà a giustiziare il suo ex consigliere, gettandolo per morto in una tenda e dando prova di essere il sovrano spietato che sua madre Lady Lunete avrebbe sempre desiderato che diventasse.
Nimue e Merlino: il lungo addio
Nel frattempo Nimue e Artù, dopo aver passato la loro prima notte d’amore insieme, si accingono a dirsi addio per l’ultima volta con un bacio appassionato: Artù non vuole che Nimue parta alla volta di Pendragon, ma la Regina Fey ha affidato a lui e all’amica Pym l’approdo dei Fey sulle imbarcazioni che li condurranno verso i Regni Desertici. Entrambi sanno di dover onorare i loro destini e che i rispettivi compiti anno la precedenza su tutto, anche sul loro stesso amore.
Il destino di Morgana
Morgana riceve una visita dalla Vedova, che è a conoscenza del dono della vista soprannaturale da parte della Cailleach: Morgana riesce a vedere la Vedova perché il suo sguardo trascende il mondo terreno, e viene messa in guardia dall’interferire con l’inevitabile corso degli eventi.
La sorella di Artù vuole lasciare Gremaire, ma Nimue le affida un compito importante e la Spada: dovrà portarla nei pressi dell’accampamento di Uther. Nel suo tragitto, Morgana incontrerà nuovamente la manifestazione della sua amata Celia, oggi un’emissaria della Cailleach. La non-morta le indicherà che il suo destino si è compiuto: è lei in possesso della Spada e sarà lei a decidere a chi spetta.
All’accampamento di Uther, Morgana si troverà nuovamente davanti alla Vedova che è giunta per reclamare la vita di Nimue: tra le due scoppia una colluttazione di cui non è immediatamente rivelato l’esito.
L’agguato alla spiaggia
Mentre i Fey si preparano ad abbordare le scialuppe che li condurranno alle imbarcazioni di Uther, l’esercito di predoni di Re Cumber li attacca dalle scogliere e si precipita sulle spiagge per decimare il popolo magico. Alla loro guida c’è Dagmar, la sorella di Eyids, entrambe figlie di Lord Cumber.
Mentre Kaze, Pym e i Fey non guerrieri trovano riparo nelle grotte, Artù guida i condottieri all’attacco dei loro aggressori predoni: tra i primi caduti in battaglia ci sarà Wroth, il capo degli Zannuti.
Il patto stretto da Lord Cumber con Padre Carden è semplice: come gli rammenta Eydis, i popoli del Ghiaccio avrebbero sterminato i Fey e lasciato a loro la Strega Sangue-di-lupo in cambio della Spada. Carden sembra esitare a onorare l’accordo, in quanto Nimue si è presentata al cospetto di Uther senza Spada, e per questa ragione ordina ai Paladini di attaccare le forze di Pendragon.
Lancia Rossa alla riscossa
In soccorso dei Fey nella battaglia contro i predoni di Cumber arriva la Lancia Rossa con le sue navi. La capitana con cui Pym viaggiò è stata esiliata dalla corte del Re del Ghiaccio, che oggi è piena di traditori.
Lancia Rossa si precipita contro Dagmar ma sarà una freccia scoccata da Artù a consentirle di avere la meglio sulla figlia di Lord Cumber, alla quale promette che la prossima sarà Eydis: “Il trono del Regno del Ghiaccio sarà mio”, le assicura.
Una volta sconfitti i predoni di Cumber, Artù ringrazia Lancia Rossa per averli salvati, e quest’ultima gli dice di essere in debito con lui per essere giunti in loro soccorso contro le forze del Re del Ghiaccio.
Se Lancia Rossa aiuterà i Fey a salvare la loro Regina, Artù ricambierà il favore permettendole di ascendere al Trono del Ghiaccio, sbaragliando la corte di infidi traditori che la popola.
La trattativa di Nimue
Una volta ricevuta da Artù la conferma che le imbarcazioni di Pendragon erano giunte a recuperare i Fey (prima che le forze di Cumber si abbattessero su di loro), Nimue procede a raggiungere da sola la tenda di Uther, al quale si presenterà senza Spada.
L’arma gli sarà consegnata soltanto una volta che lei avrà avuto la custodia di Gawain e di Scoiattolo. Padre Carden è indignato da questa nuova trattativa ed esorta Uther a non prestarle ascolto. Pendragon sembra più cauto, e ordina alle sue guardie di imprigionare Nimue mentre valuta il da farsi.
Nella tenda dove è tenuta in custodia, Nimue viene ricongiunta a Gawain, il cui corpo esanime giace a fianco alla Regina dei Fey. Il Cavaliere Verde non ha tradito il suo popolo ma non ha retto alle torture di Fratello Salt. Disperata, Nimue ricorre ai propri poteri per avvolgere il corpo di Gawain in un manto rigoglioso di erbe e di piante.
Parsifal e Lancillotto
Nel frattempo Fratello Salt si accinge a torturare Scoiattolo, ma l’aiuto del Monaco Piangente giungerà inaspettato. Il Fey Cinereo ha deciso di non rinnegare più le proprie radici e ucciderà Salt per liberare il bambino. A questa scena assisterà l’Abate Wicklow, che scatenerà contro al Monaco i suoi Soldati della Trinità.
Nel momento in cui il Monaco sembra sopraffatto, l’aiuto di Scoiattolo si dimostrerà fondamentale per eliminare tutta la Guardia della Trinità: inorridito, Wicklow fugge prima che la lama del Monaco Piangente si possa abbattere anche su di lui.
Gravemente ferito nello scontro, il Monaco è sorretto da Scoiattolo che lo issa su un cavallo e lo conduce lontano dall’accampamento dei Paladini Rossi. Nel tragitto, Scoiattolo gli rivela di chiamarsi in realtà Parsifal, e a sua volta chiede al Monaco quale sia il suo vero nome: “Una volta mi chiamavano Lancillotto”, risponde quest’ultimo.
La nuova Vedova
Carden arriva all’accampamento di Uther dopo aver ordinato ai suoi Paladini di sterminare le forze di Pendragon e di catturare la Regina Fey.
Avendo finalmente davanti a sé Nimue, Carden si prepara a giustiziarla ma di fronte a lui si materializza la Vedova: sotto al suo velo si cela il volto di Morgana. Sarà quest’ultima a riconsegnare la Spada a Nimue, che mozzerà mani e testa a Carden.
Nel caos della battaglia tra soldati Pendragon e Fratelli Rossi, Nimue trova Morgana che le rivela di avere ucciso la Vedova nel tentativo di salvare Nimue dal suo destino segnato, e così facendo ha finito per prenderne il posto.
Ora la Vedova è Morgana, che sente chi sta per morire. Entrambe avvertono la situazione critica di Merlino, che portano via dall’accampamento fino ad arrivare a Croce del Coniglio.
La Spada torna al suo proprietario
Arrivati al ponte sospeso sulla cascata, Nimue si volta per tornare indietro a salvare Scoiattolo ma viene colpita da due frecce scoccate da Iris che li sorprende alle loro spalle.
La Regina Fey scivola dal ponte e Merlino la afferra per il braccio, ma la sua presa non sarà abbastanza salda e sua figlia Nimue precipiterà nelle rapide sottostanti.
Morgana fissa attonita la sua ex consorella che si prepara a colpire Merlino. Accecato dalla furia per la morte di Nimue, il Druido si decide a brandire la Spada e ritorna in possesso dei suoi poteri.
Merlino userà le sue abilità magiche per annientare i Paladini che erano giunti al loro inseguimento e colpirà con le saette anche Iris, la quale trova riparo sotto a un masso. Invocando un incantesimo con la Spada, Merlino dirà a Morgana di aggrapparsi a lui e insieme svaniranno in un turbinio di fulmini.
Una nuova alba
Nella sala papale, Iris il cui volto è sfigurato dalle saette entra ufficialmente a far parte della Guardia della Trinità, nominata da Papa Abele che la considera l’angelo vendicatore di Dio. L’abate Wicklow osserva compiaciuto la scena. “Insieme compiremo grandi miracoli, figlia mia” sussurra Papa Abele a Iris mentre le ricopre il volto con la maschera dorata.
De profundis
Contemporaneamente, il corpo di Nimue sprofonda nell’acqua ammantato da un’aura rossa. La Regina Fey si inabissa sempre di più, fino a quando giungerà il momento per riemergere e tornare a combattere nel nome della sua gente.
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