Come finisce El Cid
Come finisce El Cid? La prima stagione della serie spagnola con protagonista Jaime Lorente ha esordito venerdì 18 dicembre su Amazon Prime Video. Ecco tutto quello che succede nel primo finale di stagione, l’episodio 5 intitolato “Espiazione”.
ATTENZIONE: quello che segue è la spiegazione integrale del finale della prima stagione di El Cid e include grossi spoiler su tutto quello che succede. Se non avete ancora concluso la visione della prima stagione o non volete guastarvi le sorprese, vi consigliamo di non proseguire la lettura. Se invece volete scoprire come finisce El Cid, qui troverete tutta la trama completa.
La fine di re Fernando
Dopo la malattia improvvisa di Fernando I detto il “Grande” (José Luis García Pérez), Sancho (Francisco Ortiz) e le sue truppe si dirigono verso León.
Di fronte agli occhi della regina Sancha (Elia Galera) e dei figli Alfonso (Jaime Olías), García (Nicolás Illoro), Urraca (Alicia Sanz) ed Elvira (Lucía Díez), nonché davanti allo sguardo impassibile di Flaín (Carlos Bardem), re Fernando viene denudato delle vesti regali. “Ti imploro per la mia anima” mormora re Fernando, con indosso un’umile tela. Il trono è vacante: chi andrà a colmare quel vuoto di potere?
Urraca ambisce alla corona, ma, come le ricorda Alfonso, lei è una donna e in quanto tale non può ascendere al trono. Sancho è l’erede, ma Alfonso vuole sapere se Urraca lo considera un valido regnante.
Flaín, nel frattempo, porta avanti la sua cospirazione contro il re Fernando e decide che è giunta l’ora di impadronirsi del potere prima della sua morte, costi quel che costi.
Mentre effettua l’ultima confessione a Don Bernardo (Juan Echanove), il quale è in combutta con Flaín, re Fernando ammette la propria colpa nell’uccisione dei fratelli, ma non in quella di re Bermudo che fu provocata dalla regina Sancha, sorella di quest’ultimo.
Con questa informazione in suo possesso, Flaín procede a ricattare Sancha con la bolla papale in mano. “Dopo la morte di Fernando, dovete sposare me” le intima. La regina rifiuta, e verrà sorpresa da Urraca a piangere. Una volta appreso che i nobili si sono rivoltati contro di loro e che Roma appoggia Flaín, Urraca capisce che le cose si mettono male per la loro successione alla morte di Fernando.
Quel che Flaín sottovaluta è l’arguzia della figlia del re: Urraca non si è ancora data per vinta. Anziché arrendersi, la principessa ribelle ha ancora una carta da giocare.
Nel frattempo, Jimena (Lucía Guerrero) chiede a Flaín di sciogliere il suo fidanzamento con il figlio di lui: Orduño (Pablo Álvarez) ha tentato di violentarla, e non ci è riuscito solamente perché la donna si è difesa. Flaín acconsente, ma con la testa è già alla sua prossima mossa.
Mentre Fernando è in fin di vita, Velarde (Rodrigo Poisón) informa il re e la regina del ritorno di Sancho: le truppe sono decimate, e Flaín aspetta il momento propizio per attaccare il castello e mettere a segno il proprio golpe. Per guadagnare tempo, Fernando acconsente a fare cavaliere Orduño.
Il trionfo di Ruy
A Saragozza, la liaison di Ruy (Jaime Lorente) con Armina (Sarah Perles) sembra raffreddarsi all’indomani della partenza verso Léon: “Quando sarai diventato un vero eroe, tornerai da me” gli dice quest’ultima.
Al-Muqtadir (Hamid Krim) offre una spada Jineta a Ruy per essere stato il guerriero più valoroso e gli ricorda che sarà sempre il benvenuto da loro: “Sei un sayyid”. Sancho promette a Ruy di chiedere al re di farlo cavaliere, al loro rientro a Léon.
Abu Bakr (Zohar Liba), che li accompagnerà a casa per condividere i suoi saperi, non la pensa allo stesso modo. Il principe Mundir (Adil Koukouh) è al corrente della relazione di Ruy con Armina: “Allah avrà la sua vendetta” gli dice.
Al suo rientro a León, Ruy viene accolto come l’eroe di Graus. Il popolo si assiepa attorno alla fiumana di cavalieri, gridando: “Lunga vita al re”. Jimena accorre per avvisare Ruy: i nobili leonesi lo vogliono morto. Non si tratta dell’unica notizia che gli porta: Jimena gli rivela che il suo fidanzamento con Orduño è finito.
Dopo avergli annunciato che il re lo farà cavaliere, Ruy racconta a suo nonno Rodrigo (Juan Fernández) che Flaín ha mandato Pedro Vela (Juan Codina) ad ucciderlo. Rodrigo sa che la vita di suo nipote è in pericolo, e bisogna agire in fretta prima che il re morente costituisca l’ultimo tassello del piano diabolico del Conte di Léon.
Mentre i festeggiamenti proseguono, Sancho esorta i suoi cavalieri tra cui Ruy, Nuño (Álvaro Rico) e Alvar (Adrián Salzedo) a recarsi a casa della vedova di Trifón (Ignacio Herráez), il loro compagno caduto in battaglia. Oltre a porgerle una colletta, Sancho acconsente a prendere a palazzo due dei loro nove figli.
Ritorno a León
Al rivedere Sancho, Urraca è ben poco felice: il fratello le ricorda che, nonostante lei sia la primogenita, lui è destinato a diventare il suo re.
Come la regina Sancha aveva chiesto, Sancho porta Abu Bakr al capezzale di Fernando, ma la malattia è progredita ad uno stadio che rende futile ogni possibile rimedio. La regina vuole sapere se il consorte sia davvero stato avvelenato, ma Abu Bakr non può stabilirlo con certezza.
Sancho cerca di far ragionare il padre e di convincerlo a nominare Ruy cavaliere proprio come gli aveva promesso, ma Fernando è furioso con lui per avere ucciso suo fratello, il re Ramiro (Ginés García Millán), in battaglia. A nulla servono le spiegazioni di Sancho: Ruy gli ha salvato la vita; per Fernando quello “Non è il momento di farlo cavaliere”.
Mentre Flaín schiaffeggia il figlio per il suo comportamento nei confronti di Jimena, gli annuncia di avere altri progetti per lui. Li raggiunge Ruy, che vuole sapere il perché della veglia d’armi. Gli risponde Orduño, annunciandogli che sarà reso cavaliere dal re. Sarà il nonno Rodrigo a salvarlo dal suo temperamento.
Ruy è costretto ad assistere alla nomina di Orduño con gli occhi colmi di lacrime di rabbia, mentre Urraca e Sancha osservano la scena inorridite. “Odio il Conte Flaín, madre” dice la principessa. “Che Dio non ti faccia dimenticare il tuo giuramento” bisbiglia il re a Orduño.
Mentre Ruy si occupa dei cavalli, il suo maestro Orotz (Daniel Albaladejo) gli rammenta che la vita non è sempre giusta: le loro umili origini non possono nulla contro il lignaggio di Orduño, che era destinato ad essere il favorito essendo il figlio del Conte di León.
Il piano di Urraca
“Chi conquista Roma, governa il regno”: Urraca ha un piano per sventare il colpo di Flaín, e lo comunica ai genitori.
Con il sigillo del re, Fernando dispone che Sancho diventi il re di Castiglia, e riscuoterà i tributi del re di Saragozza. Ad Alfonso, invece, spetta il regno di León, riscuoterà i tributi del regno di Toledo, e avrà il titolo di re dei Goti.
García sarà nominato re di Galizia e riceverà i tributi di Seviglia e Badajoz, mentre ad Urraca ed Elvira spettano le città di Zamora e di Toro, ad una condizione: che non contraggano mai matrimonio. Don Bernardo proclama che quella è la volontà di Dio.
Uno ad uno, i cinque figli si inchinano di fronte a re Fernando, con Urraca l’ultima a genuflettersi, un segnale estremamente indicativo della sua posizione da non subordinata. Disgustato, Flaín si ritrova a baciare la mano di Alfonso, il suo nuovo regnante: per una beffa del destino, Flaín è costretto a rispettare come suo nuovo re il giovane del quale fu tutore.
“Giurami che farai in modo che i miei figli non si affrontino mai in battaglia, che non verserai sangue di nessuno di loro” ordina re Fernando a Ruy, invocandolo a sorpresa. Ruy presta giuramento di fedeltà al re Sancho, in onore del padre che svolse il suo dovere fino al suo ultimo giorno di vita senza volere nulla in cambio.
Flaín muore? Per Ruy le cose si mettono male
Per Flaín tutto questo è soltanto un inghippo: una volta morto il re Fernando, intende far uccidere sia Sancho, che considera una minaccia per Castiglia, che Ruy e il nonno Rodrigo. La regina non gli interessa, mentre Alfonso lo considera manipolabile, avendo quest’ultimo l’appoggio della Chiesa.
La morte del re Fernando arriva dopo poco, e il sovrano spira tra le braccia della sua amata Sancha. La pietra tombale non è stata ancora posta sul suo sarcofago che Flaín ha già dato disposizioni ai suoi uomini di uccidere Sancho, Ruy e Rodrigo.
Mentre i suoi sicari si apprestano a colpire, Flaín si unisce al corteo funebre per non destare nell’occhio. Tra la folla, un figuro misterioso acoltella Flaín alla schiena colpendolo con un pugnale. Alfonso accorre al capezzale del suo maestro: i suoi sospetti e quelli di Sancho sono immediatamente rivolti a Ruy, che li fissa con sguardo impassibile.
Non è chiaro se Flaín sia morto o soltanto gravemente ferito. Alfonso sembra cercare di sentire il battito cardiaco del Conte, ma il suo destino non è ancora stato svelato.
“Sei stato tu?” urla Alfonso pieno di dolore. Ruy non risponde e alza gli occhi al cielo, come ad attendere la risposta del Dio che lo ha messo di fronte all’ennesima prova di fede e di coraggio.
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