Come finisce Il Re
Come finisce Il Re? Va in onda l’8 aprile il gran finale della prima stagione della serie tv Sky con protagonista Luca Zingaretti nel ruolo di Bruno Testori, direttore del carcere San Michele di Torino.
ATTENZIONE: quello che segue è la spiegazione integrale del finale della prima stagione de Il Re e include grossi spoiler su tutto quello che succede. Se non avete ancora concluso la visione della prima stagione o non volete guastarvi le sorprese, vi consigliamo di non proseguire la lettura. Se invece volete scoprire come finisce Il Re, di seguito trovate la spiegazione completa.
All’interno del San Michele scoppia l’inferno a seguito dell’omicidio di Amir, l’imam del San Michele messo in isolamento per protezione. Il suo corpo viene rinvenuto nella cella in cui si trovava con la corda per la filodiffusione attorcigliata al collo. Qualcuno l’ha strangolato, probabilmente perché si opponeva al radicalizzatore che si nasconde tra i detenuti musulmani del San Michele. Mentre i carcerati iniziano a polemizzare con le guardie, Ahmed si trova in infermeria dopo essersi tagliato le vene in segno di protesta.
Chi ha ucciso Amir? Farid, colui che è succeduto a Lackovic nel facilitare la fuga del successore di Abu Asifah dopo la morte del serbo per mano di Bruno. Farid, addetto alla mensa e quindi con un accesso facilitato anche alle cucine dove dietro alla grata era stato ricavato un condotto per la fuga, si è appropriato anche del telefono col quale il suo compagno di cella piazzava “le ordinazioni” ovvero le partite di droga da fare entrare in prigione. Farid telefona alla cella jihadista che attende il segnale all’esterno.
Allertato degli sviluppi, Piazza dei servizi segreti ammette che Bruno aveva ragione e gli chiede come procedere. Testori non vuole coinvolgere l’antiterrorismo perché non conoscono quella prigione come lui: sono due le persone da trovare adesso: il successore di Abu Asifa e Farid, ovvero colui che agevolerà la sua fuga.
Dopo aver ammesso a Sonia Massini di avere ucciso Lackovic nonostante sia al corrente del potenziale doppio gioco, Sonia sente di non poter più vendere il proprio capo alla PM Lombardo e rifiuta di collaborare con quest’ultima. Laura la avverte: Sonia rischia di finire in carcere per scontare una condanna di quattro anni per favoreggiamento di Testori, mettendo a repentaglio anche il futuro di suo figlio. Nonostante questo, Sonia decide di restare dalla parte del suo capo, al quale si è resa conto di assomigliare ben più di quanto credeva.
Al San Michele la rivolta continua, con i materassi bruciati nelle celle per costringere il direttore a fare uscire dall’isolamento al quale erano stati sottoposti i detenuti musulmani. Nella ressa un detenuto musulmano aggredisce un agente e ruba le chiavi dei cancelli. Inizia un tentativo di evasione da parte dei detenuti islamici e Testori chiama i rinforzi, ma nemmeno con i fumogeni i carcerati sembrano inclini a disperdersi. Avendo aperto i corridoi grazie alle chiavi, i detenuti musulmani arrivano sul tetto e danno fuoco materassi impilati. Dall’appartamento di Bruno, l’ex moglie Gloria e la figlia Adele osservano la colonna di fumo che si leva dal San Michele.
Chi è il successore di Abu Asifa? Si tratta di Bilal, “lo scopino”, quello che Lackovic doveva far evadere quella sera. Amir non ne sapeva niente, Bruno ne è certo. Bisogna fermare Bilal prima che venga prelevato e portato via dal San Michele grazie all’elicottero jihadista che si aggira sopra alle loro teste. Farid si butta addosso a Bruno impedendo a quest’ultimo di gettarsi su Bilal. Sonia si scaglia contro Farid per liberare Bruno, ma Farid si mette in fuga e Sonia e lo insegue per i corridoi. Il giovane la sorprende alle spalle e procede a soffocarla ma all’ultimo Sonia riesce a trafiggere il torso di Farid, e così facendo liberandosi dalla sua stretta.
Intanto, l’ispettore Pellegrini riferisce alla PM Lomabrdo che il loro unico errore nell’avere inseguito il caso di Bruno sia stato quello di stato sottovalutare la sua profonda convinzione morale. Testori è certo di essere dalla parte della legge che lui stesso incarna; per questo sa che non riusciranno mai a coglierlo in contraddizione. Non potendo più contare sulla testimonianza di Massini, Pellegrini si reca alla vineria dove Bruno si rifornisce di cocaina per ottenere dallo spacciatore una confessione: quest’ultimo ammette di aver venduto a Testori 15 grammi al mese nell’ultimo trimestre.
Bilal è accerchiato dalle forze dell’ordine, e l’elicottero si allontana avendo intuito che quella notte non ci sarebbe stata nessuna fuga. Bila fa per gettarsi verso morte certa ma Bruno lo afferra all’ultimo, impedendogli di suicidarsi così da poterlo consegnare alla giustizia.
Sonia dice che Farid l’ha colpita e ha perso i sensi. Farid viene trovato morto accoltellato nei corridoi del carcere. Bruno capisce cos’è successo ma copre Sonia, accettando la versione dei fatti che vede Farid ucciso dagli jihadisti per non farlo parlare. Sonia e Bruno adesso sono legati da due segreti: lei sa che Testori ha ucciso Lackovic, così come Bruno è al corrente della sua responsabilità nell’omicidio di Farid. Bilal viene preso in consegna da Piazza, mentre Bruno riabbraccia la figlioletta e riabbraccia Gloria.
Laura si presenta a casa di Bruno per arrestarlo, il necessario per imputarlo di spaccio (ovvero 15 grammi). La PM Lombardo dice di averli rinvenuti nell’auto di Bruno con regolare mandato di perquisizione. Laura riesce così a incastrare Testori, anche se con un caso ben più misero dell’indagine che l’avrebbe incastrato per l’omicidio di Lackovic, qualora Sonia avesse collaborato. In evidente imbarazzo, i pretoriani di Bruno lo accompagnano in una cella del San Michele, per poi chiudere la porta dietro di loro. Bruno è passato da predatore a preda: il re è nudo. “La legge è una sola: la nostra, non la sua” sono le parole di Laura all’ex direttore del carcere.
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