Come finisce Landscapers
Come finisce Landscapers? Si conclude con il quarto episodio Landscapers, miniserie con protagonisti Olivia Colman e David Thewlis trasmesso nel nostro Paese da Sky.
ATTENZIONE: quello che segue è la spiegazione integrale del finale della prima stagione di Landscapers e include grossi spoiler su tutto quello che succede. Se non avete ancora concluso la visione della prima stagione o non volete guastarvi le sorprese, vi consigliamo di non proseguire la lettura. Se invece volete scoprire come finisce Landscapers, subito dopo l’immagine troverete il resoconto completo.
Nel quarto e ultimo episodio di Landscapers, il processo in bianco e nero ha inizio e Susan (Colman) e Christopher (Thewlis) affrontano la minaccia per loro più grave: la possibilità di rimanere separati per tutto il resto delle loro vite. Mentre l’accusa cerca di inchiodare gli Edwards, i coniugi continuano a difendersi sostenendo che fu Susan ad uccidere sua madre Patricia, soltanto dopo che quest’ultima l’aveva provocata dicendole che la sua nascita non era mai stata voluta da lei e dal padre William.
Colta da un raptus di rabbia, Susan avrebbe colpito Patricia fatalmente con la pistola che aveva tolto dalle mani della madre. Questa ricostruzione, tuttavia, continua a fare acqua da tutte le parti secondo l’accusa: Chris era iscritto ad un poligono di tiro a Londra, nei pressi di Earl’s Court. Il tipo di pistola usato nel duplice omicidio corrisponde all’arma da fuoco che Chris era solito maneggiare prima che Susan gli chiedesse di non allontanarsi più da casa, per recarsi al poligono. Le prove a suo carico sono tante, eppure Susan e Chris sostengono che lui non si trovasse alla dimora dei Wycherley, in quel weekend festivo di inizio maggio 1998.
Sono tanti gli interrogativi che pendono sulle teste degli Edwards. A partire dall’odore: com’è possibile che Chris, entrato nella casa dei suoceri una settimana dopo, non sia stato allertato della tragedia dal suo olfatto? Impossibile che due cadaveri nascosti sotto al letto e rimasti in stato di putrefazione per cinque giorni non lasciassero un odore insopportabile, per tutta la casa. Le ricostruzioni di Susan, che qualche giorno dopo la tragedia avrebbe aperto un conto cointestato a lei e alla madre, si fanno sempre più fragili agli occhi della giuria e del giudice.
Susan cerca di difendersi. Dopo che i suoi genitori le avevano sfilato la proprietà che il nonno le aveva intestato, e dopo che da bambina dovette subire gli abusi del padre, Susan non ce l’ha più fatta e con il marito Chris premeditò il duplice omicidio avvenuto a Mansfield e rimasto sepolto per quindici anni.
Con i soldi provenienti dalla truffa, smascherata soltanto quando l’istituto di previdenza inglese volle fare una visita a William Wycherley in prossimità del suo centesimo compleanno, fornì agli Edwards i soldi per collezionare souvenir di Hollywood, dagli autografi di Gary Cooper a quello di Frank Sinatra. Questa è l’ipotesi dell’accusa che ha rintracciato gli Edwards a Lille soltanto a seguito della segnalazione della matrigna di Chris, la dottoressa Tabitha Edwards, alla quale lui si era rivolto nella più completa disperazione poiché rimasto senza un quattrino.
“Io non sono fragile, io sono spezzata” dice Susan dal banco degli imputati, che aggiunge: “Potete ridere di me e mandarmi in prigione, ma nessuno può farmi del male”. In attesa di ricevere il verdetto, l’avvocato Douglas (Dipo Ola) dice alla sua cliente Susan: “Io ti capisco, non so come ma ti capisco. Sappi che delle tante cose che ti sono successe nella tua vita, alcune non sono state colpa tua”.
Nell’amore c’è chi dice che una persona è il giardino e l’altra è il giardiniere. Chris Edwards aveva un disperato bisogno di salvare qualcuno, dopo non esserci riuscito con la madre alcolizzata e con il fratello. Non avrebbe mai lasciato che a Susan, il suo più grande amore, potesse accadere qualcosa di brutto. Eppure la sua fragilità aveva lasciato che i genitori di lei si approfittassero di lei, ancora una volta. Quand’è troppo è troppo, dice l’accusa: Chris ha agito con la moglie per riprendersi ciò che spettava loro di diritto.
È così che Chris e Susan Edwards sono condannati a 25 anni di detenzione. Accade l’impensabile: la coppia indissolubile sarà separata dalla prigione. Nella mente di Susan, le cose non vanno così: il marito si reca a prenderla, rivelando che la sua cella di prigione altro non è che un container della Vecchia Hollywood. I due si trovano sul set di uno di quei film western che tanto amavano, e insieme si dileguano al galoppo di un cavallo. Proprio come Susan si immaginava da bambina, quando osservando il contorno del divano che si stagliava sulla parete a casa dei suoi genitori, sognava che il cavallo Susan corresse lungo le pianure verso la libertà.
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