Ecco come finisce Lupin
Come finisce Lupin? La serie francese con protagonista Omar Sy ha esordito su Netflix mercoledì 30 dicembre. Come si conclude la Netflix Original che si ispira al romanzo di Maurice Leblanc? Ecco tutto quello che succede nel quinto e ultimo episodio della prima parte.
ATTENZIONE: quello che segue è la spiegazione integrale del finale della prima parte di Lupin e include grossi spoiler su tutto quello che succede. Se non avete ancora concluso la visione della prima parte o non volete guastarvi le sorprese, vi consigliamo di non proseguire la lettura. Se invece volete scoprire come finisce Lupin, di seguito trovate la spiegazione completa.
Nel corso della prima parte intitolata “Dans l’ombre d’Arsène”, Assane Diop (Omar Sy) interpreta un uomo che vive la sua vita ispirandosi alle prodezze del ladro gentiluomo.
“Arsène Lupin, ladro gentiluomo” di Maurice Leblanc fu il romanzo che il padre Babakar gli regalò poco prima di finire in prigione per un crimine che non ha mai commesso. Venticinque anni prima, l’allora sedicenne Assane vide il padre incriminato di aver rubato un collier di diamanti appartenuto a Maria Antonietta dalla cassaforte dei Pellegrini, la famiglia per la quale lavorava come chauffeur.
Babakar, un uomo corretto, intelligente e devoto al figlio, era giunto in Francia dal Senegal, vicino Thies, per offrire una prospettiva di vita migliore ad Assan a seguito della morte della moglie. Convinto dalla signora Pellegrini, la moglie del suo capo Hubert, a firmare una confessione con la promessa di una pena ridotta, Babakar ammise di aver rubato il collier, che a detta dei Pellegrini fu poi smontato e le pietre recuperate per mezzo mondo.
La condanna ridotta non arrivò mai. Hubert Pellegrini corruppe l’ispettore Gabriel Dumont, al tempo a capo dell’indagine, minacciandolo di far del male alla moglie di lui, Hélène, e promettendogli un’importante promozione se avesse messo da parte il suo sospetto circa l’innocenza di Babakar. Così, Dumont convinse la signora Pellegrini a persuadere Babakar a firmare la confessione, suggerendo che fosse nell’interesse di Assane.
Infamato da una confessione fasulla ottenuta attraverso l’inganno, Babakar morì in cella: si impiccò, o così dissero al sedicenne Assane. Nel tentativo di riparare ai danni commessi, la signora Pellegrini pagò la retta del giovane Diop al Collége D’Andrésy, una delle migliori scuole private di Francia.
Fu lì che il giovane Assane conobbe due delle persone più importanti della sua vita: Benjamin Ferel, migliore amico e complice, e Claire, la donna che sarebbe poi diventata la sua compagna e la madre di suo figlio Raoul.
“Arsène Lupin è più di un libro. è la mia eredità, il mio metodo, la mia via: io sono Lupin” sostiene Assane, che ha una missione nella vita: scagionare il padre, dimostrando che non ha mai commesso il crimine che ha portato alla sua morte, e riabilitare il suo buon nome.
Per farlo, Assane mette in atto una serie di ambiziosi colpi, tra cui il furto del famoso collier andato all’asta al Louvre. Dopo esserselo aggiudicato per la ragguardevole somma di 60 milioni di euro, soldi che finiranno in mano alla Fondazione Juliette & Hubert Pellegrini, usando l’alias di Paul Sernine, Assane riuscirà grazie all’aiuto dei suoi complici a riconsegnare un falso e ad uscire dal Louvre con in mano il vero collier.
La polizia, guidata dal capitano Romain Laugier e dai suoi colleghi Belkacem e Guédira, inizia a indagare su Paul Sernine. È Guédira che si accorge che il nome di quest’ultimo non è altro che un anagramma di Arsène Lupin, ma i suoi colleghi screditano la sua pista: può davvero trattarsi semplicemente di un emulatore del ladro gentiluomo?
Nel frattempo, Assane raggiungerà prima Juliette, la figlia dei Pellegrini con la quale ebbe una liasion da giovane, e le confessa il suo piano: vuole arrivare a fondo della questione. Juliette giura che il padre riacquistò il collier cinque anni prima in Sud Africa, ma l’ipotesi di Assane è un’altra.
Come sarà dimostrato grazie all’aiuto di Étienne Comet, che venticinque anni prima fu in carcere con Babakar, e del commissario Dumont che lo indirizza verso la giornalista investigativa Fabianne Béirot, Assane riesce a ricostruire la vicenda.
Nel 1995, l’azienda di Hubert Pellegrini era vicina al fallimento: inscenando il furto del collier, che in realtà non fu mai rubato ma restò nelle mani di Pellegrini, l’uomo d’affari incassò una somma multimilionaria dall’assicurazione. Questi soldi furono usati per risanare i conti delle sue società, ma soprattutto per acquistare delle armi.
Quando, nel 1996, Pellegrini si rivolse ai terroristi malesi per vendergliele, l’affare andò male poiché Hubert li truffò. Questo spinse i terroristi malesi a compiere una rappresaglia verso l’ambasciata francese a Kuala Lumpur, che provocò undici morti di cui otto francesi.
Assane riesce a recuperare un video che immortala la trattativa tra Pellegrini e i terroristi, ma il suo tentativo di diffonderlo con l’alias di Salvator813 vengono sventati da Hubert Pellegrini, il quale scredita l’attendibilità del video e corrompe la trasmissione “L’autre Édition” per trasmetterne una versione che lo scagiona.
Nel frattempo, il sicario di Pellegrini, lo stesso uomo che il sedicenne intravide in prigione nei pressi della cella di Babakar quando il padre si impiccò, fa visita a Fabianne: anche lei finirà impiccata, un apparente suicidio, ma sappiamo com’è andata davvero. Ha lasciato un messaggio ad Assane nella prima pagina del libro: “Non ti arrenderai”.
È arrivato l’undici dicembre, che oltre ad essere il compleanno di Maurice Leblanc, è anche quello del piccolo Raoul. Per l’occasione, Assane porta lui e Claire, che nel frattempo sta uscendo con un dottore essendosi separata dall’ex marito, in gita a Étretat, per visitare il forte di Fréfossé alla ricerca del mitico tesoro di Lupin.
Mentre brancolano nel buio Laugier e Belkacem, i quali sono gli unici a lavorare al caso Sernine dopo che Guédira è stato rimosso, Pellegrini è stato allertato dal commissario Dumont in merito alle mosse di Assane. “C’è un nuovo giocatore” anticipa a Hubert Pellegrini: Dumont ha riconosciuto Assane come il suo rapitore, ma non ne ha fatto parola con le autorità.
Guédira, dal canto suo, è sempre più convinto che Paul Sernine emuli le gesta di Lupin per ogni sua mossa, a partire dal racconto “Il collier della regina” che ha ispirato il suo colpo al Louvre.
In un flashback al 2006, Claire ha da poco appreso di essere incinta e si rivolge ad una terapista perché in difficoltà con Assane, il cui mestiere da ladro la mette in crisi. Al tempo Assane stava mettendo in piedi la sua attività di ladro con l’aiuto di Ben, il quale apre un negozio per rivendere al mercato nero la refurtiva dei colpi di Diop.
“Non posso più tradire Claire” dice Assane a Juliette Pellegrini, la quale gli dice che non lo aspetterò per sempre: “Io amo te. Non ti lascio andare”. Assane è irremovibile: non continuerà la loro tresca, perché vuole essere fedele a Claire.
All’apprendere la notizia della gravidanza di Claire, Assane è entusiasta: diventerà padre. “Niente più stronzate”: Claire si fa promettere dal compagno che lascerà da parte la sua attività di ladro per dedicarsi alla famiglia che stanno creando insieme.
Di ritorno al giorno d’oggi, sul treno diretto a Étretat il sicario pedina Assane. “Liberati di lui una volta per tutte” è l’ordine di Hubert Pellegrini, che riferisce di lasciar stare Claire e Raoul. Assane si accorge di essere seguito, e passa all’azione, intrappolandolo nello scompartimento di una carrozza.
Il sicario riesce a liberarsi e si siede a fianco a Claire e Raoul, minacciando con una pistola Assane: quest’ultimo prende la situazione in mano e scrive a Laugier per proporgli di incontrarsi a Le Havre, e gli dà indicazioni di indossare un impermeabile beige, un omaggio al racconto “Il viaggiatore misterioso”.
In questo modo, la polizia arresta il sicario, che viene incastrato da Assane il quale gli ha infilato dei diamanti del collier nella tasca dell’impermeabile. Per le autorità, il sicario di Pellegrini è in realtà Paul Sernine, e in questo modo, Assane non ha più il fiato della polizia sul collo.
“Devo andare fino in fondo, poi ti dirò tutto” assicura Assane a Claire, la quale non sa nulla di Babakar. Quella promessa, Claire l’ha sentita troppe volte: essere tenuta all’oscuro del padre di Assane la ferisce, perché sente di non sapere nulla del padre di suo figlio nonostante siano legati ormai da venticinque anni.
“Ora ho bisogno di qualcosa di più Assane, questo non basta” risponde Claire, mentre Assane la implora di avere un’altra opportunità: ciò che conta davvero per lui sono lei e Raoul. Di quest’ultimo, nel frattempo, hanno perso le tracce: il festeggiato si era allontanato per cercare il tesoro di Lupin insieme agli altri appassionati di Leblanc, e ora sembra essere svanito nel nulla.
Era facile confondere Raoul tra la folla. Quel giorno sono in tanti ad indossare il mantello e il cilindro di Lupin a Étretat, in onore del compleanno di Leblanc. Per Raoul si è trattato di un regalo di compleanno da parte di Assane che il ragazzino ha apprezzato, avendo ereditato da lui la passione per il ladro gentiluomo.
Mentre Claire e Assane cercano disperatamente Raoul per tutta la spiaggia, il sicario è stato rilasciato dalla polizia in quanto è stato in grado di presentare il proprio alibi. Non ha perso tempo, l’uomo al soldo di Pellegrini, e ha rapito il giovane Raoul per poi scaraventarlo nella sua auto e allontanarsi dalla spiaggia.
A Parigi, Dumont minaccia Laugier e Belkacem di sollevarli dal caso: l’uomo arrestato a Le Havre non è Sernine. I due dovranno passare in rassegna tutta la lista dei passeggeri del treno per risalire a chi possa aver incastrato l’uomo. L’aiuto di Guédira sarebbe utile, nonostante sia stato sollevato dal caso, ma il poliziotto quel giorno si è dato malato.
“Lupin?”: Assane si volta quando sente quel nome pronunciato alle sue spalle. Voltandosi, si ritrova di fronte a Guédira, che per la prima volta ha intuito la sua prossima mossa e lo ha finalmente trovato.
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