Come finisce Messiah: “Chi ha orecchio” è il decimo episodio della prima stagione, disponibile da mercoledì 1 gennaio su Netflix. Ecco le risposte che il finale ha saputo consegnare agli spettatori
Chi è Al-Masih e cosa vuole?
Nel corso della serie Al-Masih (Mehdi Dehbi), al secolo Payam Golshiri, si professa essere l’incarnazione del Divino, ovvero della Seconda Venuta di Cristo.
A partire dalla sua comparsa si innesca – nella narrazione e nella realtà immaginario della serie – la contrapposizione tra religione e scienza, tra chi crede e chi guarda ai fatti. Messiah si spinge oltre instilla il ragionevole dubbio sul sedicente figlio di Dio, che potrebbe in realtà essere un truffatore determinato ad ingrossare il portafogli grazie alle crescenti schiere di seguaci.
È possibile invece che Al-Masih non sia il figlio di Dio bensì l’Anticristo sotto mentite spoglie? Del resto, una figura popolare nell’escatologica islamica e assimilabile all’Anticristo è nota col nome di Al-Masih ad-Dajjal, noto come “Il mentitore”.
Una risposta sull’origine di Al-Masih arriva alla fine del decimo e ultimo episodio della prima stagione. I poteri di cui l’uomo dispone sono effettivamente sovrumani, forse di natura divina. Tra questi, la facoltà di riportare in vita le persone.
Dopo il crollo dell’aereo su cui viaggiavano Al-Masih e l’ex agente del Mossad Aviram “Avi” Dahan (Tomer Sisley), incidente provocato dall’intervento del governo americano, il primo si risveglia in mezzo ad un campo di brillanti fiori rossi nel mezzo del deserto. Al-Masih è uscito incolume dall’incidente, ma è stato l’unico.
Come il giovane pastore Malik (Amine Zarak) gli rivela, Avi era morto a seguito dell’impatto, ed è stato Al-Masih a riportare in vita sia lui che un altro passeggero. Il ragazzo è lo stesso Malik che veniva dileggiato dai compagni per le scuse improbabili che offriva a scuola nel giustificare il proprio ritardo, ma questa volta sembra che la fantasia c’entri poco. Attorno al corpo di Aviram ci sono delle mosche, e la sua carnagione pallida ricorda quella di un cadavere.
Le scoperte sono due: Al-Masih è apparentemente immortale, e i suoi poteri sono di matrice ultraterrena. Le tempeste invocate in Texas, in Siria e in Florida, il camminare sulle acque: non si trattava di trucchi, sembra essere tutto spaventosamente vero.
Questo tuttavia non fornisce alcuna indicazione sull’effettiva origine di Al-Masih: è un essere celestiale o infernale?
Chi è Payam Golshiri davvero?
Se Al-Masih sembra non appartenere a questa Terra, colui che risponde al nome di Payam Golshiri è in realtà un semplice essere umano.
Come l’agente della CIA Eva Gellar (Michelle Monaghan) apprende, scoperta ripresa poi dalla giornalista della CNN Miriam Keneally (Jane Adams), Payam ha studiato all’università di Teheran dove vive suo fratello Adar (Naby Dakhli). I due sono stati cresciuti dal nonno, che ha insegnato loro a diventare abili truffatori.
Durante la loro infanzia e gioventù, Adar e Payam erano soliti praticare trucchi di magia e piccoli raggiri nel loro villaggio. Questa verità è confermata dallo stesso Al-Masih, che quando viene messo di fronte a questi fatti non batte ciglio.
Nel corso degli episodi si allude alle diagnosi che sostenevano che Payam soffrisse di una patologia mentale che ha portato al suo distaccamento dalla realtà, il cosiddetto “Complesso del Messia”.
Nel frattempo Staci (Emily Kinney) assiste impotente alla morte di sua figlia Raeah (Nicole Scimeca), affetta da tumore. Staci era convinta che se avesse seguito Al-Masih, il suo profeta sarebbe stato in grado di curarla e così aveva interrotto le cure della bambina.
Amareggiato per gli sviluppi, Felix (John Ortiz), il padre di Rebecca (Stefania LaVie Owen) e marito di Anna (Melinda Page Hamilton), decide di dare fuoco alla propria chiesa.
Che fine fa Jibril?
E se Jibril Medina (Sayyid El Alami) fosse la vera Seconda Venuta di Cristo, cioè colui che si scaglierà contro l’Anticristo Al-Masih?
Jibril assiste alla notizia del crollo dell’aereo mentre giace in ospedale, attorno a persone decedute o in condizioni gravissime.
Il giovane è miracolosamente sopravvissuto all’esplosione causata dall’attentato suicida di Samir (Farès Landoulsi), il suo amico di infanzia.
Nell’episodio precedente, Zaid (Younes Bouab) ha detonato il gilet carico di esplosivo che Samir indossava quando è entrato nella grande moschea di Ramallah dove Jibril ha parlato per la prima volta.
La tensione narrativa sembra contrapporre Il Messia e Jibril, che sono destinati a scontrarsi. Chi riuscirà a vincere sull’altro in quella che ormai è diventata una guerra divina?
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