Come finisce Ragnarok Netflix. La serie originale norvegese è disponibile in catalogo a partire da venerdì 31 gennaio. Cosa succede nel sesto e ultimo episodio della prima stagione intitolato “Sì, amiamo questo paese”? Ecco la spiegazione del finale di Ragnarok e cosa comporta per il futuro della serie.
Alla fine del precedente episodio, il quinto, Magne (David Stakston) riesce ad accedere al telefono di Isolde (Ylva Bjørkaas Thedin), la cui password è Saxa, e apprende la verità sul bunker all’interno della montagna. Al suo interno non si trova un antico dio nordico né una bestia paranormale.
Il pericolo è ben più concreto e attuale: si tratta di 2500 barili di rifiuti tossici provenienti dalle fabbriche delle Industrie Jutul, che sono anche i proprietari di quella parte del ghiacciaio e del bunker che esso contiene. A causa dello scioglimento dei ghiacciai, la fuga di materiale velenoso da quei contenitori si sta riversando nelle risorse idriche del paese di Edda, inquinando l’acqua.
Magne irrompe nel bunker e si ritrova davanti alla scoperta. Vidar (Gísli Örn Garðarsson) è il nemico che sta mettendo a rischio l’incolumità del villaggio. Per questo motivo le scorie chimiche – piombo, cadmio, mercurio – erano state individuate nel campione d’acqua raccolto da Isolde.
Condotti da Magne, l’indomani Erik (Odd-Magnus Williamson) e Yngvild (Iselin Shumba Skjævesland) si recano nel tunnel di proprietà degli Jutul per un sopralluogo. Ad accoglierli trovano Vidar, che nel frattempo ha fatto sparire i fusti tossici: il bunker è stato sgomberato nottetempo, un’operazione che Vidar ha effettuato in fretta e furia avendo saputo che Magne vi si era recato la sera prima.
Magne passa per bugiardo e mentalmente instabile: questo si traduce nella in una sospensione che durerà alla fine dell’anno scolastico, impedendogli di sostenere anche l’esame di antropologia sociale come annuncia Ran (Synnøve Macody Lund) alla classe. Gry (Emma Bones) non crede a quella versione dei fatti e stringe Magne in un abbraccio pieno di comprensione.
Magne è spacciato, Vidar si vendica
Nel frattempo Vidar è determinato a far sparire ogni prova di quell’attività illegale intrapresa dagli Jutul negli anni Sessanta. Fjor (Herman Tømmeraas) viene aggredito dal padre che ha scoperto della sua relazione con Gry: è stata lei a rubare la foto dall’album di famiglia? Vidar è contrario all’idea che loro, i discendenti diretti delle divinità norrene, si mescolino con gli esseri umani.
All’apprendere della sospensione del figlio Magne, Turid (Henriette Steenstrup) è convinta che la perizia psichiatrica richiesta dal liceo sia necessaria. Laurits (Strand Gravli) la accusa di non essersi mai fatta carico di nulla nella loro vita, portando la donna ad avere un episodio depressivo. Più tardi al supermercato, Wenche (Eli Anne Linnestad) suggerisce a Turid di non lasciarsi consumare dall’oscurità perché la luce è in arrivo. Magne inizia a dubitare di sé e acconsente a sottoporsi alla visita psichiatrica.
A scuola, Gry affronta l’esame imputando le gravi condizioni in cui versa Edda allo strapotere degli Jutul: questo risulta nella sua bocciatura. Laurits origlia mentre Ran diffonde malelingue sul conto del fratello; senza colpo ferire, Laurits chiede alla professoressa se potrà tenere lui il discorso in occasione delle celebrazioni organizzate per il 17 maggio, giorno della Costituzione norvegese. Nel frattempo Vidar telefona ad un uomo di nome William, col parlando in inglese prende accordi per lo smaltimento dei barili tossici.
Fjor origlia la telefonata del padre, che si è frapposto tra lui e Gry. Per questo motivo Fjor decide di muoversi in fretta per andare contro Vidar. La sua prima mossa è di recarsi a casa di Gry per offrire 250mila corone a suo padre, gravemente malato. Fjor lo considera un indennizzo per l’ingiusto trattamento che ha ricevuto. Il padre di Gry non accetta la somma; più tardi, Fjor confessa a Gry di voler diventare migliore standole vicino. I due si scambiano un bacio appassionato.
Lo scontro finale
Nel frattempo a Magne viene diagnosticato un disturbo di schizofrenia paranoide poiché convinto che la fine del mondo è imminente e che spetterà a lui proteggere Edda. Turid ascolta la dottoressa mentre elenca le medicine che Magne dovrà assumere per reprimere sé stesso. La seconda mossa di Fjor consiste nel visitare Magne e rivelargli che aveva ragione sui barili della Jutul. I due si alleano per sbugiardare Vidar di fronte a tutta la cittadinanza riunita per le festività del 17 maggio.
Il tradimento di Fjor viene scoperto da Vidar, che assieme a Ran e Saxa (Theresa Frostad Eggesbø) gli ordina di uccidere Gry come punizione e prova di lealtà alla famiglia. Durante i festeggiamenti per il Giorno della Costituzione, alla stazione di polizia vengono recapitati alcuni dei barili di cui Vidar intendeva sbarazzarsi. Jutul viene accusato di smaltimento illegale di rifiuti tossici: stavolta le autorità non sembrano intenzionate a concedere sconti. Chiamato sul posto, Vidar cerca di salvare la faccia e di persuadere Yngvild, ma senza successo.
Mentre Saxa canta l’inno nazionale, seguita da Laurits che imitando Ran rivela le trame di corruzione e avidità ordite dai Jutul, Gry è condotta da Fjor in uno stabilimento abbandonato. Quest’ultimo viene sopraffatto dalla sua natura recondita e sembra intenzionato a fare del male a Gry, ma viene fermato da Magne giusto in tempo. Il giovane interviene lanciando un martello di ferro, gesto appropriato visto che in lui è stato risvegliato il potere di Thor. Poco prima che Magne sferri il colpo fatale, Gry si frappone tra lui e Fjor, implorando di salvargli la vita.
A quella rimpatriata non poteva mancare Vidar, che profferendo antiche formule in norreno iniza ad aggredire Magne, ottenendo la meglio su quest’ultimo. Poco prima di essere annientato da Vidar, Magne riesce ad evocare dei fulmini dal cielo che colpiscono entrambi. I due giacciono a terra, apparentemente esanimi a seguito dello scoppio del fulmine che li ha separati. Wenche osserva la scena da distante mentre borbotta tra sé e sé che il Ragnarok è soltanto all’inizio.
La pioggia cade sui corpi di Vidar e Magne, che chiude il pugno dando un timido segno di vita. Fine dell’ultimo episodio della prima stagione di Ragnarok.
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