Come finisce Russian Doll 2
Come finisce Russian Doll 2? Debutta mercoledì 20 aprile la tanto attesa seconda stagione della serie psichedelica prodotta e con protagonista Natasha Lyonne, l’iconica interprete di Nicky in Orange is the new Black.
ATTENZIONE: quello che segue è la spiegazione integrale del finale della seconda stagione di Russian Doll e include grossi spoiler su tutto quello che succede. Se non avete ancora concluso la visione della seconda stagione o non volete guastarvi le sorprese, vi consigliamo di non proseguire la lettura. Se invece volete scoprire come finisce Russian Doll 2, di seguito trovate la spiegazione completa.
Nel settimo e ultimo episodio della seconda stagione dal titolo “Matryoshka”, Nadia si rende conto che la sua fuga dal presente ha avuto una conseguenza non indifferente: non ha potuto essere al fianco di Ruthie nei suoi ultimi momenti di vita. Per questa ragione, è giunta l’ora di affrontare la realtà che Alan le sta suggerendo da un po’.
Nadia riporta la sé bambina a sua madre Lenora, rassegnandosi in questo modo alla consapevolezza di non poter cambiare la storia della propria famiglia – o meglio, che farlo non porterebbe ad alcun risultato soddisfacente.
Soltanto accettando noi stessi in qualità di somma delle nostre vittorie e nelle nostre sconfitte, le quali si aggiungono a quelle di chi ci ha preceduto, possiamo trovare conforto e serenità lungo il viaggio della vita.
Ecco che la seconda stagione si conclude su una nota più toccante. Nadia accoglie finalmente non soltanto la propria identità, ma anche quella di tutte le donne della sua vita, da Ruth a Nora, le quali “sono” lei (sia metaforicamente che letteralmente) e continueranno a vivere attraverso di lei e le sue azioni.
Ancora una volta Nadia emerge sia sconfitta che vittoriosa dalle proprie imprese spazio-temporali, un paradosso perfettamente in grado di esistere nell’universo strampalato di Russian Doll. Sebbene le cose non siano andate necessariamente come desiderava, lei e Alan hanno imparato che fare la cosa giusta è un compito ingrato ma, a volte, anche gratificante.
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