Come finisce Suburraeterna
Come finisce Suburraeterna? Si conclude con l’ottavo episodio dal titolo “Brucia” la prima stagione della serie tv spin-off di Suburra. La partita per conquistare Roma è ancora aperta e tutte le fazioni sono pronte a versare sangue per ottenere l’egemonia della Città Eterna.
ATTENZIONE: quello che segue è la spiegazione integrale del finale della prima stagione di Suburræterna e include grossi spoiler su tutto quello che succede. Se non avete ancora concluso la visione della seconda stagione o non volete guastarvi le sorprese, vi consigliamo di non proseguire la lettura. Se invece volete scoprire come finisce Suburræterna, qui troverete tutta la trama completa.
Nel finale di Suburræterna, i tre protagonisti maschili – Alberto, Damiano ed Ercole – prendono delle decisioni forti per i rispettivi futuri. L’ultimo episodio della prima stagione affonda le radici nel tragico epilogo del sesto episodio, quello in cui Nadia muore uccisa da Victor, il quale voleva colpire Angelica. Nadia si sacrifica per salvare quest’ultima, facendole da scudo. La bugia che Damiano dirà ad Angelica – cioè che la morte di Nadia è imputabile ad Alberto – rappresenta l’inizio della fine di molti equilibri precari.
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Spadino ha deciso di tornare a Berlino, convinto che la sua famiglia starà meglio senza di lui. Il nipote Victor Anacleti lo sorprende mentre Alberto fa le valigie e si dimostra deluso da lui per quella scelta. Alberto giunge finalmente ad una conclusione sofferta: “Io ho capito che questa è casa mia, voglio stare con voi, e non l’ho capito da solo ma grazie a Victor, il futuro nostro” dice in romanes, aggiungendo: “insieme, siamo più forti!”. Nel frattempo Guerino Anacleti assiste ai festeggiamenti che scoppiano per tutto il campo con un’espressione grave, per niente contento dell’annuncio del nipote. Erik – il compagno di Alberto – scende da un taxi vicino al campo rom: Spadino gli va incontro; i due si abbracciano teneramente, felici di essersi ricongiunti.
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Alberto si presenta a casa di Cinaglia e gli punta la pistola addosso di fronte ai figli di lui, Vittoria e Fabrizio. Spadino è convinto che ci sia Amedeo dietro all’agguato dei Luciani al campo. Cinaglia cerca di convincerlo che lui non c’entra, che ha creduto a Cerocchi perché c’è chi vuole approfittare della rottura del loro patto. Amedeo prende Alberto per il collo ed è solo la voce di Vittoria che gli impedisce di ucciderlo. Più tardi, la figlia fa capire a Cinaglia che ha capito davvero quale sia il mestiere del padre. Amedeo si sente più solo che mai: il biasimo della figlia, la delusione nella sua voce sono l’unica condanna che tutto il potere che ha accumulato non possono risparmiargli.
Angelica affronta Damiano: non è stato Alberto a sparare a Nadia, e vuole sapere perché lui le abbia detto una bugia. Damiano vuole annientare il passato di Angelica, ma non è quest’ultima ad avere problemi col proprio passato, è Damiano. Angelica era pronta a sparare ad Alberto, ma non l’ha fatto perché non è lui l’assassino di Nadia. “Ti amo, ti amo da morire” dice Damiano ad Angelica, tentando di recuperare. “Si vede che a volte l’amore non basta” gli risponde Angelica. I due sentono degli spari provenire dalla baracca: due vetture con a bordo dei sicari arrivano al campo, mentre Cesare e Damiano guidano l’attacco contro i loro aggressori. Cesare ferisce Cerocchi alla spalla, e quest’ultimo risponde spara a Cesare.
Giulia informa Damiano che Cesare è vigile; Damiano intanto è riverso sul pavimento, intento a strofinare forsennatamente il pavimento: vuole cancellare la macchia di sangue. Giulia lo incalza: “può essere stato solo Ercole,” aggiungendo che loro si sono fidati di lui e che adesso hanno pagato a caro prezzo quell’errore di giudizio. Damiano ha un crollo e Giulia lo stringe forte a sé.
Armando ed Ercole firmano i contratti davanti al notaio; si procederà col bonifico e l’affare potrà dirsi concluso. “È giunto il momento dell’artiglieria pesante” dice Tronto a Felipe, riferendosi a colpire il Santo Padre: “salterà solo il tetto, non le fondamenta”. Giunto al minimarket del nonno Ercole annuncia di essersi “bevuto” tutti i nemici, come Cinaglia e gli Anacleti. Adesso Ercole può persino contare su un esercito tutto suo, quello di Cerocchi di Roma Nord. Ercole ribadisce che né lui né suo padre sono dei coglioni, confermando di essere al corrente di come Vito si comportò con Guerino Anacleti, mentre suo padre moriva. Ercole ammazza suo nonno strozzandolo con la cravatta che si era appena sfilato di dosso. Anche la discesa agli inferi di Ercole è compiuta: adesso è lui che prenderà il suo posto.
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