Come finisce The Crown 4
Come finisce The Crown 4: è intitolato “Guerra” il decimo e ultimo episodio della quarta stagione che chiude il capitolo della serie di Peter Morgan che ha visto protagonisti Oliva Colman, Tobias Menzies, Helena Bonham Carter e Josh O’Connor.
Tramonta la Lady di Ferro
Il finale di The Crown 4 segna la fine di un’epoca, il Thatcherismo, che ha segnato la storia del Regno Unito e che ha contraddistinto gli episodi della quarta stagione.
L’episodio si apre il 1° novembre 1990, il giorno delle dimissioni di Sir Geoffrey Howe (Paul Jesson). Storico collaboratore del Primo Ministro Margaret Thatcher (Gillian Anderson), nel dar conto delle motivazioni sottese alla propria decisione, Sir Howe si appella ai suoi colleghi del partito Conservatore, esortandoli a compiere a loro volta un gesto di altrettanta onestà intellettuale.
Nonostante Thatcher sminuisca la questione durante il suo colloquio settimanale con la Regina (Olivia Colman), alle elezioni per il leader del partito la scelta non cadrà sul nome di Thatcher. Dopo essersi consultata sui ministeri del suo gabinetto, il Primo Ministro è costretta ad affrontare la realtà: il nuovo avanza, e lei sarà inevitabilmente messa da parte.
Questo la porta a informare la Regina della sua prossima mossa: sciogliere il Parlamento per dare segno di forza a Saddam Hussein mentre infuria la Guerra del Golfo. Elisabetta II fiuta da subito la disperazione in quella manovra. “Il potere non è niente, senza l’autorità, magari è arrivato il momento di non fare nulla per una volta” suggerisce la Regina a Thatcher, che non sembra pronta a lasciare andare.
“Questo lavoro è la mia unica vera passione, l’aspetto indubbiamente doloroso è che eravamo arrivati così lontano” è la risposta del Primo Ministro, che condanna la brutalità con cui è stata messa all’angolo.
Quando il 23 novembre 1990 Margaret Thatcher lascia il Numero 10 di Downing Street dopo undici anni e mezzo, l’ex Primo Ministro viene immortalata in un rarissimo momento di emotività. Durante l’ultimo colloquio di commiato, la Regina ha parole di conforto per lei. “ Sono sconvolta dal modo in cui l’hanno costretta a dimettersi e voglio offrire il mio supporto. Non solo da Regina a primo ministro ma da donna a donna” dice Elisabetta II a Margaret Thatcher.
La Regina ne approfitta per ricordare le cose che le uniscono, invece di quelle che le hanno divise per anni e che sono state oggetto dello scrutinio implacabile dei media. La stessa generazione, l’amore per la patria, il senso di dovere civico e l’etica lavorativa: ecco cosa accomuna la Regina a Thatcher, che viene insignita dalla monarca dell’Ordine del Merito per l’eccezionale lavoro svolto. “Quello che conta sono i traguardi ottenuti, e nessuno può negare che la nostra nazione sia molto cambiata da quando l’ha ereditata la nostra prima donna Primo Ministro” spiega la Regina mentre appunta la spilla sul petto di Thatcher, senza parole e visibilmente emozionata.
Lady Diana in viaggio a New York
Il matrimonio tra Diana (Emma Corrin) e Carlo (Josh O’Connor) versa in pessime condizioni. La coppia cerca a fatica di presentare un fronte unito agli occhi dell’opinione pubblica durante le rare apparizioni insieme. È questo il caso della partita di rugby piccolo William a Ludgrove School, alla quale Carlo e Diana presenziano ma non senza finire per litigare sulla via del ritorno.
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Carlo, sempre più frustrato dall’impossibilità di concretizzare l’amore con Camilla (Emerald Fennell), incolpa Diana di essere ossessionata dall’apparire migliore del resto della famiglia reale. Dal canto suo, la Principessa del Galles lotta con la bulimia e la depressione, acuite dalla distanza imposta dal marito il quale non manca occasione di mettere in discussione il suo stato di salute mentale.
Sarà questo il pretesto con il quale Carlo cercherà di impedire a Diana di recarsi a New York nella sua prima visita in solitaria. Prima facendo leva sul suo compito di madre, e poi sollevando perplessità sulla sua salute. Questa è l’ennesima occasione in cui Carlo dà prova di avere due pesi e due misure.
Nell’episodio precedente, aveva dato ordine di far pedinare Diana per avere le prove della sua relazione col maggiore James Hewitt (Daniel Donskoy), nonostante lui per primo sia venuto meno ai suoi doveri coniugali continuando la storia con Camilla, la quale è a sua volta sposata.
Nonostante i tentativi di sabotaggio del Principe, il viaggio di Diana a New York è un successo. Dopo aver conquistato i cuori dei socialiti di Manhattan, la Principessa non mancherà di recarsi nella Lower East Side, dove incontrerà donne in difficoltà all’Henry Street Settlement, e l’ala pediatrica dell’Harlem Hospital che accoglieva i bambini affetti da AIDS. Entrambe le visite, realmente avvenute, sono documentate dalla stampa, e consolidano la posizione di Diana come il volto amorevole della monarchia britannica.
“Me ne lavo le mani”
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Di fronte all’amore trasversale per Diana, Camilla viene meno alla promessa di lasciare il marito qualora Carlo avesse modo di divorziare dalla Principessa del Galles. La motivazione è presto chiara: Camilla verrebbe immediatamente messa alla gogna mediatica, costretta a sopportare l’inesorabile peso del confronto con Lady Di.
Camilla è consapevole di non uscire vincente, agli occhi dell’opinione pubblica, dal paragone con Diana – e non soltanto perché è più vecchia di lei o perché è una donna sposata. “Una come me non ha spazio in una favola” dice sommessamente Camilla a Carlo, il quale le ribadisce che lei è “Il mio unico, vero amore”.
Camilla sembra rassegnata a lasciare che la storia si ripeta, e a fare l’amante del Principe del Galles proprio come la sua bisnonna Alice Keppel, che visse una relazione clandestina con il trisnonno di Carlo, l’allora Principe del Galles.
La prospettiva di perdere Camilla suscita in Carlo una furia che il Principe scatena addosso a Diana, additata come la colpevole. “Camilla è quella che voglio, è lei la donna a cui sono fedele, lei è la mia priorità” urla furiosamente Carlo mentre Diana gli risponde, amareggiata: “Non la donna che hai sposato?”.
“Mi rifiuto di prendermi la colpa di quest’unione sbagliata”: Carlo vuole avere a tutti i costi l’ultima parola. “Basta me ne lavo le mani” dice il Principe del Galles, suggerendo a Diana di prendersela con chi ha orchestrato il loro matrimonio, ovvero la Regina e il Principe Filippo, se come dice non si sente amata quanto vorrebbe.
Natale a Sandringham
Per festeggiare il giorno di Natale, tutta la famiglia reale si riunisce nella tenuta di Sandringham. Diana osserva tutto il clan al completo compresi la principessa Margaret (Helena Bonham Carter), la Regina Madre (Marion Bailey), la principessa Anna (Erin Doherty), il principe Andrea (Tom Byrne) e sua moglie Sarah Ferguson (Jessica Aquilina), il principe Edoardo (Angus Imrie) si preparano a festeggiare insieme.
Diana si sente un’estranea in mezzo a quella famiglia che sembra non essere in grado di farla sentire accolta e compresa. Dopo aver tentato di intercettare la regina salvo essere rimbalzata da quest’ultima perché doveva sfamare i suoi preziosi Corgi, sarà Carlo ad ottenere un’improvvisata udienza con sua madre.
Il Principe del Galles vuole parlarle per sfogarsi circa la miseria del suo matrimonio. “No, non sei tu che soffri. Siamo noi, magari, che dobbiamo sopportarvi” è la pronta risposta di Elisabetta, la quale esorta il figlio e Diana a darsi contegno, smettere di dare spettacolo e a far funzionare il loro matrimonio. Una cosa è certa: “Tu non ti separerai, non divorzierai né deluderai le aspettative degli altri” è il monito di Elisabetta per il figlio, al quale suggerisce “Di iniziare a comportarti da re”.
A parlare con la Principessa Diana sarà il Principe Filippo (Tobias Menzies), colui che anni prima la portò a caccia durante quel memorabile fine settimana a Balmoral. Diana non sembra minimamente interessata alle parole di incoraggiamento di Filippo, il quale cerca di rassicurarla: prima o poi Carlo cambierà e sarà in grado di essere al suo fianco come lei desidera.
La posizione della Principessa non cambia: “Se lui e questa famiglia non può darmi l’amore e la sicurezza che sento di meritare”, dice Diana, “Allora credo di non avere altra scelta se non di separarmi ufficialmente e trovarla da sola”. I toni affabili di Filippo lasciano spazio ad un fare minaccioso. “Diciamo che non credo che finirebbe bene per te” è la risposta del Principe, al quale Diana risponde: “Spero che non sia una minaccia Altezza”.
Al suocero, Diana ricorda che loro due sono simili: entrambi sono entrati a far parte di quella famiglia da estranei, e quella consapevolezza è qualcosa che la Principessa custodisce con orgoglio. Per Diana, rimarcare la differenza tra lei e i reali è l’unico pezzo della propria identità che non ha smarrito quando ha sposato Carlo.
Sulla sua condizione di estranea, tuttavia, il Principe Filippo dissente. “Lo siamo tutti” dice a Diana: “Ognuno di noi in questo sistema è un estraneo perso irrilevante e solo.”
Filippo è perfettamente consapevole che ciascuno di loro è spendibile: “Eccetto una persona, l’unica persona lei è l’ossigeno che noi respiriamo, l’essenza di tutti i nostri doveri. Il tuo problema, se posso dirlo, è che sembri essere confusa sul chi sia quella persona.”.
Al centro del suo mondo Diana non dovrebbe mettere sé stessa, bensì la Regina. È merito suo se si trova lì, per adempiere ad un ruolo ben preciso per il quale lei è stata esaminata, scelta e precettata dalla sovrana.
Diana è costretta ad unirsi al resto della famiglia per scattare la foto di rito. Nei suoi occhi, colmi di lacrime, divampa la fiamma della rivalsa.
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