James (Alex Lawther), Alyssa (Jessica Barden), assieme a sua zia Leigh, suo cugino Billy e sua madre Gwen si trovano alla centrale di polizia. James sta rilasciando la sua testimonianza: il poliziotto che si sta occupando del caso non sa cosa succederà a Bonnie (Naomi Ackie), che in questo episodio non verrà mai vista se non sotto forma di flashback.
Bonnie ha confessato tutto e evidentemente ha bisogno di aiuto, ma sembra anche piuttosto indifferente nei suoi confronti. James vorrebbe che si facesse di più, ma è evidente che il sistema giudiziario preferisce voltare lo sguardo di fronte a chi si trova manifesta un disagio psichiatrico e ha bisogno di supporto.
Alyssa è tormentata da visioni di Clive, e lascia un messaggio a James, consegnato a Leigh: “Devo fare una cosa. Torno più tardi (prenditi cura di James)”.
Alyssa si reca a casa di Clive, il teatro degli orrori che a detta stessa di Alyssa è dove si sente imprigionata sin da quella fatidica notte. Per superare il trauma di Clive e non esserne più prigioniera, Alyssa sente la necessità di rivisitare quel luogo, adesso una mesta villetta in vendita da più di un anno (perché del resto, chi mai si vorrebbe comprare l’ex dimora di un serial killer), vuota e abbandonata. “La casa dei fantasmi – solo che il fantasma sono io. Puoi restare bloccata in un posto senza accorgertene. E se non stai attenta, resti bloccata per sempre, come Bonnie”: con queste parole la voce narrante di Alyssa accompagna il tour di quella casa, concluso da un catartico bagno nella piscina coperta di foglie. Alyssa rivedeva lei e James ballare, Clive entrare nella porta di casa: ha rivissuto tutto quello che successe quella notte perché, per lei, quella notte non era ancora finita.
James parte alla ricerca di Alyssa: la prima fermata è casa di Todd, il quale dice a James che vorrebbe prenderlo a pugni. “Puoi farlo, se vuoi” gli risponde il giovane, ma Todd desiste: sta di fatto che Alyssa non si trova neanche a casa sua.
“La paura può cominciare in sordina, così piano che puoi anche non sentirla. Ma diventa forte. Molto forte, e non la puoi più ignorare” confessa la voce narrante di James mentre nella mente del ragazzo si susseguono flashback della madre, morta suicida: “Le anatre” la sentiamo menzionare nel flashback. La madre di James si uccise proprio quando portò James a dar da mangiare alle anatre del laghetto, dirigendo l’auto (mentre James si trovava fuori dalla vettura) verso lo specchio d’acqua. Tutto questo davanti agli occhi di suo figlio.
James per questo motivo è convinto che Alyssa voglia suicidarsi: la cerca a casa, la caffè, alla rimessa dove lui ha dimorato, persino al ponte. Poi si rende conto che lei è a casa di Clive, e si dirige lì, il luogo dove ha avuto inizio tutto. Lui e Alyssa si abbracciano, e quest’ultima assicura James che non intendeva farsi del male.
Alyssa accompagna James sotto ai piloni di cemento di un viadotto stradale: quello un tempo era il parco in cui i suoi genitori si conobbero. James intende gettare le ceneri dei suoi genitori nel luogo in cui si videro per la prima volta, ma il romanticismo del momento è guastato dal fatto che le ceneri del padre di James si sono inumidite, risultando in una poltiglia densa. Nella tipica maniera a cui ci ha abituato lo humor nero di TEOTFW, l’addio di James a suo padre è velato da un’ironia dissacrante che rende tutto meno grave.
Sulla via del ritorno, Alyssa e James sostano per mangiare delle patatine fritte in cima ad una collina che regala una vista mozzafiato. Alyssa confessa a James di averlo sentito sussurrarle “ti amo” (vedi episodio 3) quando erano fuori dalla rimessa delle auto, ma c’è di più: anche Alyssa prova lo stesso per lui. Ci sono delle condizioni, al loro amore: Alyssa avrà bisogno di molto tempo e di aiuto psicologico per superare il trauma di Clive, e deve ridare alla madre diecimila sterline per il matrimonio con Todd. James acconsente e ribadisce ad Alyssa di amarla: “Ti amo anche io” le dice, e lei risponde subito: “Sì, non continuiamo così!”. Il lieto fine, in versione James e Alyssa, è servito: fine di The End of the F***ing World.
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