Come finisce The Head
Come finisce The Head, il thriller ambientato in Antartide che ha esordito mercoledì 5 agosto su Amazon Prime Vide0?
Nel sesto e ultimo episodio intitolato “Capitolo VI” si apprende finalmente la verità su quello che successo a bordo della Polaris VI durante l’interminabile buio invernale.
ATTENZIONE: quello che segue è la spiegazione integrale del finale della prima stagione di The head e include grossi spoiler su tutto quello che succede. Se non avete ancora concluso la visione della prima stagione o non volete guastarvi le sorprese, vi consigliamo di non proseguire la lettura.
Chi ha ucciso Sarah Jackson
Il sesto episodio si apre sulla rivelazione di Maggie (Katharine O’Donnelly) a Johan (Alexandre Willaume). Fu Arthur Wilde (John Lynch) ad uccidere Sarah Jackson (Olga Wehrly), parte dell’equipaggio della Polaris V.
In un flashback alla spedizione precedente, Annika si accosta a Sarah per dirle che Arthur la sta cercando: ha bisogno della sequenza proteica a cui lei sta lavorando. Sarah le risponde parlando dello spogliamento paradossale, un fenomeno che avviene in casi di estremo freddo e che spinge un individuo a denudarsi poiché sopraffatto dalla convinzione che i vestiti lo soffochino. Annika cerca di infonderle coraggio: mancano poche settimane all’arrivo dell’estate.
Un video di repertorio che costituisce il test psicologico per i candidati alla spedizione Polaris VI vede Annika, Ramón (Álvaro Morte), Ebba (Sandra Andreis), Miles (Tom Lawrence), Nils (Chris Reilly) e Arthur, ovvero tutti coloro che avevano preso parte anche alla Polaris V, convenire nella versione della morte di Sarah Jackson. La loro collega morì nell’incendio che travolse la base. Questa ricostruzione diverge dai risultati dell’autopsia, che riporta che Sarah morì a causa di un trauma alla testa.
Tornati al tempo della Polaris VI, Maggie incalza Annika: se Arthur sta dando loro la caccia per quello che è successo durante la missione Polaris V, lei ha il diritto di sapere che cosa è avvenuto. Riluttante, Annika inizia il racconto.
Quella sera, alla base della Polaris V, l’equipe sta festeggiando l’ultima notte di buio con una piccola celebrazione. Miles riferisce a Sarah, che sta già fantasticando sul momento in cui potrà riabbracciare le sue amatissime figlie, che c’è una telefonata per lei nella sala comune. Ad attenderla non c’è nessuna chiamata bensì Arthur, che la aggredisce sessualmente: Sarah si tira indietro dando chiaramente segno di non essere a suo agio, ma Arthur la minaccia: “Io ti ho creato e posso anche distruggersi” le ringhia, intimandole di non respingerlo.
Mentre si avvicina per baciarla, Arthur strattona brutalmente Sarah, scaraventandola contro un tavolino. Sarah giace a terra morta: il colpo alla testa le è stato fatale. Annika ha assistito a tutta la scena dal vetro dell’oblò: si era insospettita a cominciare dal messaggio riferito a Sarah da Miles, e aveva ragione.
Annika irrompe nella stanza, e trova Arthur a terra in stato confusionale. “Tutto quello per cui abbiamo lavorato, per cui Sarah a lavorato” ripete Annika a sé stessa, furiosa con il biologo che ha dato prova di essere incapace di trattenere gli istinti più infimi. “Non è giusto che sia io a pagare” continua Annika, determinata a non lasciare che quello che è appena accaduto mandi all’aria tutto il loro lavoro di ricerca scientifica.
Dopo aver ordinato ad Arthur di andarsi a ripulire e di consegnargli il maglione sporco di sangue, Annika comunica al resto dell’equipaggio, ancora intento a festeggiare, l’accaduto: lei è convinta che le presteranno ascolto. All’apprendere la notizia della morte di Sarah, Erik (Richard Sammel) prende a pugni Arthur, Ramón inizia a bere. Mancavano tre settimane all’arrivo dell’equipe estiva: il tempo necessario ad Annika per persuadere, manipolare e ricattare ciascuno dei membri dell’equipaggio a reggere il gioco e ad occultare l’omicidio di Sarah Jackson.
Come rammenta a Damian, Annika è onestamente convinta di agire per impedire che la loro ricerca sia definitivamente compromessa a causa delle circostanze della morte di Sarah Jackson. “Non possiamo fermarci adesso” sembra essere il suo mantra, nel nome del bene comune che la loro ricerca potrà conseguire. Chiunque minacci di dire la verità, a cominciare da Miles, potrà essere additato dagli altri come complice qualora non collaborasse.
Erik inscena l’incendio alla Polaris V nel quale, a loro detta, è morta Sarah Jackson. Il caldo dell’incendio ha provocato lo scioglimento dei ghiacci sottostanti, facendo sprofondare la Polaris V. “Il ghiaccio ha inghiottito i nostri peccati” dice Annika a Maggie.
Le verità nascoste
Quando la Polaris V riemerse, Annika aveva deciso di farvi ritorno per assicurarsi che certi segreti rimanessero nell’oscurità. All’apprendere la versione dei fatti riportata da Maggie, Johan perde la testa, rifiutandosi di riconoscere la moglie in quel modus operandi barbaro e tenendo tra le mani la lettera di lei che allude alla sua colpevolezza: Johan deciderà di bruciarla per tutelare la moglie. Prima di suicidarsi, Damian aveva avvisato Annika di aver lasciato “un regalo” nella Polaris VI per lei, riferendosi a ciò che avevano tentato in tutti i modi di seppellire.
Interpellato da Johan, Arthur rispedisce le accuse di Maggie al mittente: era stata tutta una macchinazione di Annika, che ambiva a prendersi tutto il merito della ricerca infamando Arthur ed estromettendolo dal progetto. A detta di Arthur, Sarah è morta battendo la testa mentre cercava di fuggire dalla base in fiamme. Peccato che Micke, l’anatomopatologo che ha eseguito l’autopsia, non ha trovato fumo nei polmoni di Sarah: quando l’incendio è divampato, Sarah era già morta.
Johan riferisce a Maggie che le crede, ma a loro servono prove per dimostrare che Arthur ha ucciso Sarah Jackson, altrimenti resterà a piede libero. Per poterlo fare, Maggie deve cercare di ricordare dove possa trovarsi la moglie di lui.
Annika voleva raggiungere la base degli Argentini con i cingolati da neve, ma Johan non crede sia possibile: Astrid ha sorvolato quella zona e non ha riscontrato nessuna forma di vita. Una tempesta proveniente dal Western Plateau la scoraggia a tentare l’impresa. Maggie ricorda che, a fronte della tempesta in arrivo, Annika aveva deciso di dirigersi ad est, verso la base dei Canadesi. Johan comunica immediatamente la notizia ad Astrid, che sta ancora sorvolando i territori attigui alla base.
La memoria di Maggie restituisce un ulteriore ricordo. Una volta che Annika aveva lasciato la base a bordo del cingolato, Arthur si era recato nell’hangar con una pistola in mano, alla ricerca di lei. Troverà al suo posto Maggie, che l’ha aiutata nella fuga e le ha fornito le razioni di cibo. Maggie racconta a Johan di avere affrontato Arthur, chiamando in causa Sarah Jackson e tutte le donne di cui lui si è approfittato per avanzare la propria carriera. Quando il biologo punterà la pistola in faccia a Maggie, Aki (Tomohisa Yamashita) lo sorprenderà alle spalle e cercherà di neutralizzarlo: nella colluttazione che seguì, Arthur riuscì ad accoltellare Aki, lasciandolo esanime a terra.
Gettatosi all’inseguimento di Maggie, Arthur intende ucciderla per concludere il suo operato, così potrà incolpare lei e Annika per tutto quello che è successo. All’arrivo dei danesi, Arthur sarà l’ultimo membro dell’equipaggio ad essere ancora in vita e non ci sarà nessuno a sconfessare la sua ricostruzione dei fatti. Maggie riuscirà ad intrappolare Arthur in uno dei condotti sotterranei dove fu poi ritrovato da Joahn. Successivamente, la giovane si è nascosta e ha pregato, in attesa che arrivasse la crew estiva a salvarla.
L’epilogo di Annika
Astrid ha individuato il cingolato da neve su cui era fuggita Annika, bloccato in mezzo alla neve. Johan si precipita sul luogo del ritrovamento, ma quando apre lo sportello della vettura è troppo tardi: Annika è morta a causa del freddo e delle intemperie. Dopo avere riportato la salma alla base, Johan si reca da Arthur con degli effetti personali della moglie.
Johan rivela ad Arthur che qualcuno aveva tagliato il tubo del carburante del cingolato prima che lei lo adoperasse: Annika non avrebbe mai potuto raggiungere i canadesi, era destinata a morire. Arthur si dice estraneo al fatto, ma Johan ha finalmente la prova che gli serviva per incastrarlo.
Annika era fuggita portando con sé il maglione che Arthur indossava la notte in cui uccise Sarah Jackson, e Johan lo ha rinvenuto a fianco a lei, nell’abitacolo del veicolo da neve. Lui intende consegnarlo alle autorità al loro arrivo: una volta analizzato, sicuramente troveranno le tracce ematiche di Sarah Jackson.
La carriera di Arthur è destinata a concludersi. Prima che gli inquirenti potessero arrivare a lui, Arthur tenterà il suicidio ma Johan lo sventa: deve essere consegnato alla giustizia.
Chi è Maggie davvero
Dopo che Maggie affiderà la propria memoria agli inquirenti, Arthur sarà portato via dalle forze dell’ordine in manette, non prima di aver tentato per un ultima volta di aggredire la dottoressa della Polaris VI.
Johan si reca nella sua stanza per accomiatarsi e scusarsi di avere sospettato di lei. Dopo averle consegnato il suo Macbook, il marito di Annika le comunica che il suo trasporto aereo la attende al di fuori dalla base.
Prima di dire per sempre addio all’Antartide, Maggie adopera FaceTime per chiamare Sylvia (Shona McHugh), sua sorella: le abbiamo viste telefonarsi nel primo episodio, in occasione della festa prima dell’inizio dell’inverno. “Ce la farai, la mamma sarebbe molto orgogliosa di te” disse allora Sylvia a Maggie.
Peccato che stavolta Sylvia si riferisca alla sorella con un nome diverso. “Olivia, l’hai fatto?” chiede, alla quale lei risponde affermativamente: “Sono orgogliosa di te” ribatte Sylvia.
Maggie Mitchell, o meglio Olivia Jackson, è una delle due figlie di Sarah di cui lei non faceva altro che parlare. Oggi adulta e imbarcatasi nella missione Polaris VI per vendicare la madre e far luce sulle circostanze che hanno condotto alla sua morte, Maggie non ha mai mentito quando ha dichiarato di aver preso parte alla spedizione per via di sua madre. Nessuno sapeva tutta la verità, ovvero che lei era la figlia di Sarah Jackson.
In combutta con la sorella, che ha trasmesso il curriculum (falsificato) della Barts Medical School a Johan quando quest’ultimo sospettava di lei, Maggie ha voluto ripagare tutti coloro che furono coinvolti nel complotto per seppellire l’omicidio di Sarah.
Olivia e Sylvia hanno appreso la verità sulla morte della madre da Damian, che ha voluto dire loro come sono andate le cose prima di togliersi la vita. Ecco di che cosa parlava quando disse ad Annika di averle lasciato un ‘regalino’ nella Polaris VI: parlava proprio di Maggie/Olivia.
Le due sorelle uccisero Lars Olander (David Luque), il comandante della Polaris V a poche settimane dalla partenza della nuova spedizione, investendolo mentre faceva jogging. Uno dopo l’altro, Maggie cioè Olivia ha ucciso Miles, Erik, Ebba, Ramón e Nils.
Il maglione, che Damian trafugò dalla scena del delitto di Sarah e consegnò alle figlie di lei, fu opportunamente messo da Maggie nell’abitacolo del cingolato da neve. Fu Maggie cioè Olivia, e non Arthur, a perforare il tubo del carburante del veicolo per condannare Annika a morte certa. Del resto fu lei a decidere di occultare l’omicidio di Sarah Jackson.
“Se succedesse qualcosa a qualcuno a cui tengo, non so di cosa sarei capace” aveva detto poc’anzi Olivia Jackson a Johan: questi credeva si riferisse ad Annika, ma in realtà parlava proprio della madre.
Maggie è riuscita persino a fingere i tremori da sindrome dovuta all’esposizione al freddo, che immediatamente si fermano nel momento in cui sale sull’elicottero e non è più visibile a Johan. La verità è che non fu Arthur ad accoltellare Aki, bensì Maggie, quando fu sorpresa da lui a tagliare il tubo del carburante. “Mi dispiace” gli sussurra mentre lo tiene tra le braccia, morente.
“Eri davvero dispiaciuta?” le chiede Aki, parto dell’immaginazione di Maggie. Quest’ultima si sfiora le labbra, quasi a cercare di rammentare le emozioni che ormai appartengono ad un’altra vita e destinate a rimanere un segreto cristallizzato nei ghiacci dell’Antartide.
Antonio dice
Scusate ma c’è qualcosa che non mi quadra.
Maggie prende il maglione dalla valigia presente sulla Polaris V, mentre nel finale si vede che l’aveva sempre avuto con se in quanto era stato il padre, Damina, a consegnarglielo prima di suicidarsi.
Questo evento è l’unico dell’intero film che non mi è stato chiaro.
Francesca Gaffuri dice
Non tutto il racconto che Maggie fornisce a Johan è vero: il fine di lei è infatti è infatti quello di fingere che sia stato Arthur a commettere gli omicidi. Maggie, in particolare, non può riferire di aver ricevuto il maglione da Damian (o svelerebbe la propria identità), ma al contempo ha bisogno che lo stesso maglione venga trovato, in quanto unica prova della colpevolezza di Arthur con riguardo alla morte di Sarah Jackson; Maggie racconta quindi a Johan quello che vediamo accadere nell’ultimo episodio, riuscendo così a spiegare perché il maglione si trovi nel gatto delle nevi usato da Annika per raggiungere la stazione argentina.
Francesca dice
Non tutto il racconto che Maggie fornisce a Johan è vero: il fine di lei è infatti quello di fingere che sia stato Arthur a commettere gli omicidi. Maggie, in particolare, non può riferire di aver ricevuto il maglione da Damian (o svelerebbe la propria identità), ma al contempo ha bisogno che lo stesso maglione venga trovato, in quanto unica prova della colpevolezza di Arthur con riguardo alla morte di Sarah Jackson; Maggie racconta quindi a Johan quello che vediamo accadere nell’ultimo episodio, riuscendo così a spiegare perché il maglione si trovi nel gatto delle nevi usato da Annika per raggiungere la stazione argentina, mentre in realtà il maglione lo ha sempre avuto lei.
vittorio sassudelli dice
qualcuno mi spiega il sangue dal naso di meggie del finale?
Fabrizio dice
Sei poi riuscito a capirlo?
Francesca dice
Comunque non mi quadra come dai controlli di polizia non sia uscita la sua vera identità… non ha cambiato nome, lo ha solo falsificato. Quindi come mai la polizia mentre controlla pc e cellulare (dove per altro c’è il FaceTime della sorella in bella vista) non hanno scoperto la vera identità e fatto quindi 2+2? Peccato perché se non fosse stato per questo particolare importante era fatto davvero molto bene!