Come finisce Tribes Of Europa
Come finisce Tribes Of Europa? Ha esordito lo scorso 19 febbraio su Netflix la serie tedesca ambientata in un futuro post-apocalittico dove il nostro continente è caduto in mano a centinaia di tribù in lotta tra loro.
Ideata da Philip Koch, la serie conclude la sua prima stagione con un finale che lascia molti interrogativi. Ecco la spiegazione completa della prima stagione e la trama di “Capitolo 6”, il sesto e ultimo episodio.
ATTENZIONE: quello che segue è la spiegazione integrale del finale della prima stagione di Tribes Of Europa e include grossi spoiler su tutto quello che succede. Se non avete ancora concluso la visione della prima stagione o non volete guastarvi le sorprese, vi consigliamo di non proseguire la lettura. Se invece volete scoprire come finisce Tribes Of Europa, di seguito trovate la spiegazione completa.
Riassunto di Tribes Of Europa
“Nel 2029, un misterioso blackout mondiale portò a decenni di caos e anarchia. I vecchi Paesi scomparvero. Emersero numerosi micro-stati con proprie credenze e identità culturali. Sono le Tribù” recita l’incipit della serie.
La premessa è questa. A seguito del misterioso “Dicembre Nero”, tutto il mondo tecnologico andò in tilt. Il 31 dicembre del 2029, ci fu un blackout totale: la tecnologia smise di funzionare ad eccezione di quella degli Atlantidei, che nessuno sa davvero da dove vengano. Dalle rovine delle vecchie nazioni europee sorsero centinaia di tribù che sono in perenne lotta tra loro per il dominio del continente.
Oltre a Raider, Newlander, Femen, e Teschi Neri, a contendersi il destino della Germania ci sono i Corvi, capeggiati dal diabolico Capitano Yvar (Sebastian Blomberg) e dalla sua sottoposta Lord Varvara (Melika Foroutan), c’è la Repubblica Crimson guidata dal Padre Cameron (James Faulkner), il generale che ambisce a portare pace in Europa sottraendo il potere dalle mani dei Corvi.
In tutto questo, gli Origine sono una tribù pacifica che ha rinunciato alla tecnologia per vivere in armonia con la natura. La loro fondatrice, Chloe, è la madre di Liv (Henriette Confurius), Kiano (Emilio Sakraya) ed Elja (David Ali Rashed), che sono restati sotto la guida amorevole del padre Jakob (Benjamin Sadler).
Il giorno del suo approdo alla vita adulta, Elja arriverà, insieme ai fratelli, sul luogo del crollo di un overjet atlantideo colpito dai Corvi per appropriarsi della sua tecnologia e governare l’Europa. Il suo passeggero consegnerà un misterioso dispositivo ad Elja: “Il Cubo si assocerà a te”, dice, facendosi promettere che lo consegnerà agli Atlantidei. Il Cubo è destinato a raggiungere la loro Arca per consegnare un messaggio: “Sta arrivando una minaccia dall’Est”.
Sulle tracce dell’overjet, i Corvi si abbattono sul villaggio degli Origini guidati dalla perfida Grieta (Ana Ularu). Kiano consente ad Elja di fuggire col Cubo facendosi catturare insieme al padre, mentre Liv sarà data per spacciata dopo uno scontro con la Corvo.
Elja e Jakob finiscono, con i superstiti Origine, a Brahtok, quella che una volta era Berlino. Elja viene dapprima assegnato come Volnik alla lavorazione del Wolk, il cui commercio è la base dell’economia dei Corvi, e successivamente entrerà nella cerchia dei Lubovnik, schiavi preferiti di Lord Varvara che lei abusa a suo piacimento.
Il padre Jakob diventa invece l’assistente di Lord Yvar: la parentela di Kiano non passerà inosservata a Dewiat (Jannik Schümann), geloso delle attenzioni che Varvara riserva all’Origine. Dopo avere ucciso Dewiat, Lord Varvara acconsente ad esaudire il desiderio di Kiano: avrà un Boj, il duello fino alla morte che gli permetterà di conquistarsi la libertà e di rinascere Corvo.
Elja, invece, finirà sotto l’ala protettrice di Maurice Sparwasser (Oliver Masucci) alias “Moses”, un rigattiere che dapprima vorrà tentare di vendere il Cubo, ma successivamente si legherà al giovane assumendo un ruolo paterno nella sua vita. Senza più nessuno al mondo, ad Elja è rimasta soltanto la missione impartitagli dall’Atlantideo. Grazie all’aiuto di Amena (Jeanette Hain), sua vecchia fiamma, Moses tenterà di riparare il Cubo, ma non è abbastanza. Il loro pellegrinaggio li condurrà da Bracker (Johann Myers), collezionista di tecnologia e ricercatore del Dicembre Nero.
Il Cubo contiene un messaggio olografico che raffigura un Atlantideo intento a riprendere una sostanza nera che sembra vivere di vita propria. L’entità di questo pericolo è confermato da una famiglia Moses e Elja incontrano sul loro cammino. “Gli Sciami Neri, stanno arrivando in Europa: se li vedi, tu muori. Muoiono tutti” racconta loro la ragazzina.
Quanto a Liv, la giovane sarà salvata dal Comandante David Voss (Robert Finster), tra i vertici della Repubblica Crimson. Tra i due scatterà una certa complicità che sfocerà in passione, e Liv si unirà alla causa Crimson. Insieme, escogiteranno un piano per arrivare a Brahtok grazie alle informazioni ottenute da Grieta con l’inganno, e liberare Elja e Jakob. La loro operazione, organizzata nel massimo riserbo perché contro le linee diplomatiche della Repubblica Crimson, sarà sventata dall’arrivo Padre Cameron, il quale assumerà il controllo del Campo Ahrenberg e condannerà il Comandante Voss a morte per alto tradimento.
L’arca perduta
Mandati da Lord Varvara su esortazione del Capitano Yvar, i Corvi hanno irrotto nel locale di Bracker e stanno interrogando Moses sulla posizione di Elja, colui che è in possesso del Cubo. Quest’ultimo ha attivato il Cubo per raggiungere l’Arca. In modalità combattimento, il dispositivo Atlantideo è diventato un’arma a ioni che annienta il Corvo che minacciava di uccidere Moses. I due fuggono a bordo di Milly, il camion del rigattiere, e hanno un altro problema a cui pensare: oltre ad essere seguiti dai Corvi, il Cubo sta esaurendo la carica energetica.
Inizialmente Moses non vede di buon occhio l’idea di raggiungere l’Arca, scoprendo finalmente che quella era l’intenzione di Elja sin dall’inizio. “È tutto ciò che mi è rimasto” racconta abbattuto il giovane, ma il rigattiere gli ricorda che ormai non è più così. Nel corso delle loro avventure, i due hanno sviluppato un legame che li ha resi non più soli al mondo. Insieme, Moses e Elja decidono di fare rotta verso la destinazione Atlantidea.
Mentre sono sulle tracce dell’arca, a poche centinaia di metri dalla loro meta il Cubo si spegne, avendo esaurito la carica. Moses inizia a pensare che quelle che ha detto l’Atlantideo a Elja erano menzogne, ma il ragazzo non molla: ci dev’essere una ragione per cui è arrivato fino a lì. Colmo di rabbia, Elja, scaraventa il cubo verso lo specchio d’acqua, ma il dispositivo si libra in volo per poi sprofondare sott’acqua.
Emergerà un Cubo di dimensioni molto più grandi, si tratta della mitica Arca degli Atlantidei: il portellone si spalanca di fronte a Elja e Moses. “Tu sei pronto? Neanche io” dice quest’ultimo al ragazzo. Dietro di loro, il boccaporto si chiude mentre il Cubo scompare nell’acqua, senza lasciar traccia alcuna.
Il tradimento di David Voss
Mentre si appresta a partire alla volta di Brahtok insieme al Padre Cameron della Repubblica Crimson, Liv consegna a Yeboa la chiave che gli consentirà di accedere ad una botola che gli consentirà di liberare il Comandante Voss.
Quest’ultimo è stato condannato a morte dal Padre per l’operazione segreta che intendeva guidare verso Brahtok. Cameron dice a Liv di voler negoziare una tregua coi Corvi: la liberazione di Grieta in cambio di quella di Jakob e Elja, la sua famiglia. “L’idea europea non morirà mai” dice il Padre Cameron a Liv, determinato a sconfiggere i Corvi e ricostruire un continente di pace. Verso Brahtok, Grieta non fa mistero del proprio timore: sarà riconsegnata ai Corvi come prigioniera, e non sa cosa l’attende.
Padre Cameron arriva ad un posto di blocco dei Corvi e persuade l’avversario a condurlo dal Capitano Yvar. Qualcosa va storto: dei cecchini aprono il fuoco, uccidendo sia il Generale Cameron che il Corvo Tusk. Nel caos che irrompe, Liv libera Grieta e le due tentano una fuga, ma un proiettile raggiunge il Corvo: “Tu sopravviverai” le dice, mentre trovano riparo in un edificio abbandonato. Liv è sconvolta dal trovarsi davanti il Comandante Voss, il quale ha architettato l’imboscata e coordinato i cecchini per uccidere il Padre Cameron.
“Non scusarti per aver agito secondo i principi della tua tribù. Io avrei fatto lo stesso” dice Liv, mentre Voss punta il fucile verso Grieta. Il Comandante ha messo in atto quel piano, uccidendo il vertice della Repubblica Crimson: ciò che gli serve è un pretesto per dare il via alla Grande Guerra.
Incolpando i Corvi della morte del Padre Cameron, Voss intende aprire le ostilità contro i loro avversari per anticipare l’inizio dell’era Crimson. “Sarò il Padre del mio regno” dice Voss, per poi offrire a Liv un posto per andare con lui nella capitale e liberare la sua gente.
Liv vuole solo essere lasciata andare, ma lui non può: “Allora uccidimi” gli dice. Il Comandante sparerà dei colpi per inscenarne l’omicidio, ordinando a Liv di fuggire il più lontano possibile. “Ora vai” le ordina Grieta, prima di morire per le ferite riportate. Mentre Liv piange sul suo cadavere, una Femen a cavallo giunge sul luogo del massacro. “Vieni con noi” dice a Liv, che altrimenti non si salverà.
Il Boj di Kiano
“È il tuo grande giorno, Kiano degli Origine” dice Lord Varvara a Kiano dopo che quest’ultimo ha superato la prova che gli aveva messo di fronte. Dopo aver ucciso Dewiat, Varvara tentò di convincere Kiano a suicidarsi: poco prima che il ragazzo si uccidesse votandosi alla causa Corvo, Varvara lo riconobbe degno di battersi nel suo Boj. “La pietà è debolezza, l’empatia è la tua morte” lo avvisa Varvara, rammentando dei sette anni di attesa che la separarono dal suo, di Boj, per poi baciarlo contro la volontà del giovane.
In attesa di prendere parte al suo Boj, Kiano sente la folla ruggire dagli spalti. Con la mente cerca di tornare ai tempi in cu viveva placido con gli Origine, ma Lord Varvara lo riporta alla realtà. “Ci vedremo dopo l’incontro” gli dice, consegnandogli la lama che userà nel suo incontro. Varvara si rifiuta di dirgli il nome che lei aveva prima di rinascere Corvo: “È proibito dirlo ad alta voce” risponde.
Colui che Kiano si troverà davanti, nell’arena, è il suo peggiore incubo: si tratta di Jakob, suo padre. “Se rifiuti di combattere, morirete entrambi al cappio” dice Lord Yvar, mentre Jakob costringe Kiano a combattere: “Uccidimi!” gli intima, ma Kiano dice che preferisce morire.
Mentre il giovane cerca di neutralizzare il padre che vuole a tutti i costi combatterlo per farlo vincere, Kiano si ritroverà tirato da Jakob per il braccio: quest’ultimo si sacrifica per la sopravvivenza del figlio, infilzandosi con la lama che Kiano teneva in mano. “Cerca i tuoi fratelli, costruisci una nuova casa. La vita è una sola” sono le ultime parole di Jakob, mentre dagli spalti i Corvi eruttano in favore di Kiano. “Dewiat ti ha tradito, sii grato” dice Lord Varvara, spiegando al giovane che quella è stata un’opportunità per liberarsi del proprio passato. “Usa questo odio, sarà la tua salvezza” gli dice, per poi rivelargli che si chiamava Sophia, un tempo.
Kiano è diventato ufficialmente un Bozie: il suo nome è Tarok, come gli annuncia Lord Varvara mentre lo costringe per la prima volta ad inalare il gas di cui i Corvi sono soliti abusare. “Fino alla morte!” gridano tutti intorno a lui.
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