Come finisce Una famiglia quasi normale?
Sei curioso di sapere come va a finire la vicenda al centro di Una famiglia quasi normale disponibile su Netflix? Parliamo della miniserie in sei episodi tratta dall’omonimo libro di Mattias Edvardsson, un un giallo intrigante capace di dimostrare allo spettatore che non esiste mai un’unica verità, e che la natura umana è davvero disposta a tutto pur di salvaguardare i propri interessi.
Lo sanno bene i Sandell, apparente famiglia normale della cittadina di Lund, Svezia, sconvolti dall’improvvisa notizia che loro figlia è stata accusata di omicidio. Proprio la loro Stella, stando alle indagini, avrebbe strappato la vita a un ragazzo più grande di lei, venendo immediatamente dichiarata in arresto.
Il prete Adam e l’avvocata Ulrika, i suoi genitori, sono sconvolti e non sanno davvero cosa pensare. Una cosa però è certa: sono disposti a tutto pur di aiutare Stella. Quest’ultima, quindi, si trasforma nella protagonista inconsapevole di una corsa contro il tempo dei due adulti per dimostrarne l’innocenza. Ma alla fine Stella è davvero colpevole o innocente? La risposta nel prossimo paragrafo di questo articolo.
Una famiglia quasi normale, Stella è colpevole?
[ATTENZIONE SPOILER: non continuare la lettura se non vuoi sapere come finisce la prima stagione di Una famiglia quasi normale]
Si conclude nel corso del sesto e ultimo episodio, il capitolo sei, il mistero attorno alla morte del giovane Chris. Dopo essersi accorti di non conoscersi affatto l’uno con l’altro, i Sandell si sforzano un’ultima volta di mentire per il bene di loro figlia. Proprio Stella, intanto, si prepara al doloroso processo che ne decreterà le sorti. L’accusa propone una condanna di 18 anni per l’omicidio del ragazzo.
La difesa, invece, continua a sostenere l’innocenza della ragazza. Ma è una testimonianza inaspettata a metà processo a cambiare del tutto le sorti della protagonista. Proprio mentre lo spettatore si avvicina finalmente alla verità con i flashback di quella fatidica sera, ecco che Amina, la migliore amica di Stella, decide di testimoniare a suo favore. La ragazza racconta quindi per la prima volta di essere stata con Chris quella sera, ma non di sua volontà.
Stando alle sue parole, infatti, il ragazzo l’avrebbe drogata e portata nel suo appartamento per stuprarla. La ragazza spiega di non averne fatto mai parola prima per paura di non essere creduta dalla polizia, allacciandosi così anche alla storia dello stupro di Stella che i suoi non avevano mai voluto denunciare per “mancanza di prove”.
Tornando alla terribile notte, Stella intuisce che Amina e Chris sono insieme nel suo appartamento dal quale arriva una musica assordante. Dopo aver suonato diverse volte, la ragazza riesce molto astutamente a introdursi nell’abitazione del suo “fidanzato” senza farsi vedere. Ed è a quel punto che il pubblico scopre la verità: Chris sta davvero violentando Amina.
L’istinto di Stella è quello di salvare la sua migliore amica dalle grinfie di quel mostro. Era stata avvisata della sua pericolosità, e per questo aveva portato con sé lo spry al peperoncino. Una volta accecato, lei e Amina scappano via da quella casa, il vero inferno di Lund.
Tornando in tribunale, il giudice si ritira per deliberare e mettere fine al processo. Dopo le prove distrutte dalla madre, ovvero i vestiti sporchi di sangue e l’arma del delitto di quella notte, non esistono prove concrete che dimostrino che ad uccidere Chris sia stata proprio Stella. Ed è per questo che, alla fine del processo, la sentenza è non colpevole. Stella e la sua famiglia possono finalmente riabbracciarsi consapevoli di essere finalmente usciti da un incubo terribile.
Li rivediamo qualche tempo dopo pronti a riprendere in mano le loro vite. Persino Stella è riuscita a realizzare il suo grande sogno di viaggiare all’estero. Ma è proprio quando accende una candela in una chiesa che la ragazza torna un’ultima volta con la mente a quella terribile notte.
Lei e Amina stanno correndo velocissime nel parco mentre Chris le insegue con un coltello in mano, in uno stato psichico completamente alterato. Così il ragazzo inciampa e allora Stella è come presa da un tilt che la blocca. Amina le urla di riprendere la loro fuga, ma Stella non riesce a muoversi, proprio come quel giorno di quattro anni prima quando veniva stuprata da un uomo più grande. Questa volta, però, è lei il carnefice.
All’improvviso Stella torna a controllare il proprio corpo raccogliendo da terra il coltello da cucina di Chris. Così gli si avvicina e lo pugnale più e più volte. Un atto vendicativo verso la violenza subita da piccola, e quella fatta subire alla sua migliore amica, ma più in generale verso tutta la violenza di genere. Un urlo liberatorio a lungo taciuto e ora espresso nel peggiore dei modi possibili, ma comunque rimasto impunito.
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