Companion: l’horror “robotico” e femminista con Sophie Thatcher
Scritto e diretto da Drew Hancock e prodotto da New Line Cinema, Companion è un film horror sorprendente, a tratti comico, sicuramente splatter, la cui trama si evolve attorno a un argomento molto contemporaneo: la tecnologia e l’AI. In un periodo storico in cui ci si chiede semmai i robot, un giorno, riusciranno a conquistare il mondo e sostituire gli esseri umani, Companion, che viene distribuito nelle sale italiane da giovedì 30 gennaio da Warner Brothers, racconta una storia distopica, eppure infinitamente realistica, di come la tecnologia può mettersi a servizio della vita degli uomini, e di come, questi ultimi, cercano sempre la strada più veloce per ottenere ciò che desiderano.
Companion: la trama
“I ricordi più belli che ho di Josh sono due: il giorno in cui l’ho incontrato e il giorno in cui l’ho ucciso”: sono queste le prime parole di Iris (Sophie Thatcher, Yellowjackets), la giovane e bellissima protagonista, mentre ricorda la prima volta che i suoi occhi hanno incrociato quelli di Josh (Jack Quaid, The Boys) tra i corridoi di un supermercato. È amore a prima vista il loro, quando lui, un po’ imbranato, fa cadere l’intero scaffale delle arance nel tentativo di parlarle. Il meetcute perfetto, l’inizio di una storia d’amore idilliaca, troppo bella per essere vera. E infatti, le parole di Iris tradiscono ogni parvenza di romanticismo: quella che sembra una favola diventerà presto una tragedia.
Durante un weekend al lago nella lussuosa villa di Sergej (Rupert Friend), l’amante russo di Kat (Megan Suri), un’amica di Josh. Arrivati alla casa sul lago a bordo di una macchina che si guida da sola, la coppia si prepara a due giorni di relax insieme agli amici di Josh: gli innamoratissimi Eli (Harvey Guillen) e Patrick (Lukas Gage), e Kat, la quale sembra soffrire una inspiegabile antipatia nei confronti di Iris.
Tutto cambia quando, una mattina, il mondo di Iris crolla completamente dopo la scoperta di un grande segreto che Josh le ha sempre tenuto nascosto: lei non è un essere umano, ma un robot da compagnia, programmato appositamente per essere al servizio di chi la compra. Il tradimento e la voglia di vendetta porteranno Iris a ribellarsi completamente alla sua natura.
Companion: un horror sui generis che parla di rabbia al femminile
Sono tanti i temi che vengono fuori da una trama apparentemente semplice come quella di Companion. In primo luogo, non si tratta di un horror comune: la suspance è quasi sempre sostituita da tanta adrenalina, e i momenti jumpscare sono davvero pochi. Molti spezzoni comici spezzano l’atmosfera, trasformando il film quasi in una commedia dark, alternata da scene splatter un po’ esagerate, come spesso accade per questo tipo di film.
Il tono, però, seppur leggero e poco fedele alle aspettative che gli amanti dell’horror potrebbero avere, non compromette in alcun modo la buona riuscita del film. Una trama ben strutturata e una protagonista femminile credibile e ben scritta, infatti, sono i due capisaldi su cui si fonda il film di Drew Hancock, che si aggiunge a buon merito al filone di successi cinematografici recenti in cui la rabbia al femminile viene esasperata e trasformata in un super potere.
Esattamente come in Una donna promettente e, in senso più lato The Substance, in Companion, Iris si ribella a un mondo che la vuole ubbidiente, piacevole e poco sveglia: la metafora del robot da compagnia riprende dinamiche ben note al maschilismo. Lei, che anche nell’aspetto ricorda una bellissima bambola dallo stile anni ’50, una Betty Boop a colori pastello, scatena una rivoluzione grazie alla sua rabbia, al suo cuore spezzato. La dimostrazione che una donna non la si può domare, neanche quando è, a tutti gli effetti, un robot.
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