Che cosa vuol dire Suburra
Suburra, che cosa vuol dire e qual è il suo significato? Con la parola ‘Suburra’ si indicava il quartiere più vasto e popoloso dell’antica Roma, che si ergeva a sud del Murus Terreus – una delle prime fortificazioni di Roma, talvolta indicate come Mure Serviane, attribuite alle fortificazioni del colle Oppio – alle Carinae (ovvero il settore occidentale del pendio meridionale dell’Esquilino).
La Suburra, detta anche Subura – parola di etimo ignoto -, si estendeva sulle pendici dei colli Quirinale e Viminale fino alle propaggini dell’Esquilino (Oppio, Cispio e Fagutal). Nel linguaggio comune il termine ‘suburra’ ha mantenuto l’attribuzione di luogo malfamato, abitato da personaggi loschi e di malaffare, criminali e persone immorali.
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La Suburra rappresentava una condizione paradossale: chi vi abitava apparteneva, per la maggior parte, al sottoproletariato urbano e versava in condizioni di estrema povertà e indigenza; eppure questo quartiere popolare dava su un’area monumentale e di servizi pubblici come il Foro di Cesare, seguito poi dal Foro di Augusto, il Tempio della Pace, il Foro di Nerva e infine il Foro di Traiano. Le aree monumentali erano messe in sicurezza dagli incendi che puntualmente scoppiavano tra le baracche della Suburra. Oggi il rione Monti corrisponde alla zona che un tempo era noto come ‘la Suburra’.
Il significato di Suburræterna
Nell’arco delle sue tre stagioni, Suburra – La Serie ha continuamente giocato su questi contrasti rappresentati dall’immensità di Roma – rappresentata attraverso il potere politico, quello ecclesiastico e quello della criminalità organizzata – e le radici criminali su cui si fonda.
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La premessa della serie, in fondo, è proprio questa: raccontare i bassifondi della Urbe, gettare luce in quegli angoli dove i ricchi e potenti stringono accordi, si spartiscono le zone della città ed esercitano il loro controllo. In duemila e passa anni, è come se niente fosse cambiato: la Suburra continua a essere teatro di abusi e soprusi di ogni tipo, a pochi passi da luoghi come il Vaticano e il Campidoglio.
Suburræterna – il titolo scelto da Netflix per questo reboot che espande il racconto intrapreso da Suburra – La Serie – sta a significare proprio questo. I luoghi, o per meglio dire i non-luoghi, dove si nascondono le vere manovre di potere continuano a essere gli stessi.
Cambiano gli attori e i comprimari, ma restano le lotte per la supremazia e la smania di governare una città che tutela sé stessa per restare sempre identica nei millenni. Suburræterna vuol dire, per l’appunto, che la Suburra esisterà sempre, sia come luogo fisico all’interno di Roma che come refugium peccatorum in grado di accogliere tutti i figli della Capitale. Perché, proprio come diceva Ennio Flaiano, “Roma ha questo di buono, che non giudica, assolve”.
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