Drive-Away Dolls, la recensione del film diretto da Ethan Coen
Per la prima volta senza il fratello Joel, Ethan Coen dirige e scrive con la moglie Tricia Cooke Drive-Away Dolls il nuovo film road movie in uscita il 7 marzo al cinema, solo in versione originale sottotitolata.
Apparentemente la pellicola è un contenitore di una serie di reference ai Coen e non solo. Un omaggio ai film indipendenti anni Novanta con delle ambientazioni pulp al neon tra i vicoli di Filadelfia lungo la East Coast America.
Realizzare un road movie comporta mettere in scena una serie di elementi di genere. Dei protagonisti in viaggio (in questo caso una coppia) verso una destinazione. Lungo il percorso ci saranno delle tappe in cui la relazione tra gli abitanti del mezzo in movimento cambia, si evolve. Se la meta non è fondamentale e l’importante è quello che si prova durante il viaggio, Drive-Away Dolls ci prova a mettere in scena un prodotto “di strada”.
Una commedia action queer con riferimenti ai grandi classici come Thelma e Louise, Pulp Fiction e anche lo stesso Il Grande Lebowski dei Coen. Jamie (Margaret Qualley, Povere Creature!, Maid) è uno spirito libero disinibito che lamenta l’ennesima rottura con la sua ragazza, e la sua riservata amica Marian (Geraldine Viswanathan) ha un disperato bisogno di rilassarsi. Alla ricerca di un nuovo inizio, le due intraprendono un viaggio improvvisato a Tallahassee, ma le cose vanno rapidamente male quando lungo la strada si ritrovano coinvolte in una situazione spiacevole tra criminali e politica.
Quello che le ragazze non sanno è che nella macchina che hanno preso a noleggio per il viaggio si nasconde una valigetta con del contenuto misterioso e una borsa con del ghiaccio che conserva qualcosa di inaspettato. La coppia sarà inseguita da l’immancabile duo di sicari guidato da un leader, interpretato da Colman Domingo, che lavorano per il senatore della Florida conservatore che ha il volto di Matt Damon.
Road Movie Queer
Da un lato l’aspetto queer è centrale in tutto il film e il duo Coen-Cooke ci mostra due protagoniste dai caratteri opposti. Il loro rapporto con la sessualità e la società di fine anni Novanta e raccontato tra sarcasmo, franchezza e disinibizione della parola e non solo.
L’alchimia tra Margaret Qualley e Geraldine Viswanathan funziona. La visione ironica e satirica è la chiave delle loro interazioni, in particolare modo i dialoghi. Tra botta e risposta in stile Woody Allen e citazioni a Henry James.
Gli aspetti positivi non sono centrali. Questo perché il film si perde più volte lungo l’Interstate. Nonostante un trailer accattivante con un cast di rilievo messo in evidenzia, come il cameo di Pedro Pascal, il film Drive-Away Dolls perde lucidità soprattutto a livello registico. Forse appartiene a Joel l’abilità di destreggiarsi con la camera, anche se ci sono alcune scene molto emotive tra le due protagoniste. Dopo dialoghi e minutaggio di battute e ostentazioni forti, nei flashback di Marian si ottiene un linguaggio visivo più intimo e associativo.
Cynthia Plaster-Caster
I personaggi vogliono divertirsi, e anche il duo Coen-Cooke che però cade in stilemi tecnici “banalotti”. I due osano un po’ troppo indulgendo in transizioni di scena in stile wipe scadenti, suscitando perplessità al pubblico. Passaggi intervallati da nebulosa psichedelica che riempiono una snella durata di 84 minuti. Inoltre, in questa fumera hippie troviamo un inaspettato cameo di Miley Cyrus nei panni dell’artista visiva radicale Cynthia Plaster-Caster, a cui il film è dedicato. Queste transizioni fanno letteralmente inciampare il montaggio e rischiano un confronto con i meglio riusciti stacchi della serie tv That 70s Show.
Cynthia Plaster-Caster è diventata famosa per essere la groupie che realizzò i calchi dei peni delle rockstar negli anni ’60. Tra questi ci fu anche Jimi Hendrix, mentre Frank Zappa chiese alla groupie addirittura di allestire una mostra con le sue opere.
Drive-Away Dolls proviene da un artista che riacquista la sua capacità di trarre piacere dal processo, non importa se ciò significa allentare la vena perfezionista focalizzata sulle sue commedie precedenti. Si tratta di un’opera essenziale per Ethan Coen, un’evoluzione. Nonostante un finale frettoloso con un deus ex-machina prevedibile e senza climax, Drive-Away Dolls rimane una commedia godibile dove si ride e ci si diverte. Probabilmente sarebbe stata meglio la distribuzione in streaming, ma solo il box office potrà rispondere a questa provocazione.
La scelta di distribuirlo solo in lingua originale ci permette di cogliere l’accento texano di Margaret Qualley – forse troppo ostentato -, ma anche di godersi i dialoghi senza freni inibitori e senza freni sulle lingue in ogni dove.
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