Niente Dynasty 6, The CW cancella la serie
Dynasty 6 non ci sarà. La serie reboot dell’omonima soap da primetime celebre negli anni Ottanta chiude i battenti dopo cinque stagioni. La notizia è stata diffusa giovedì 12 maggio da The CW, la rete americana che trasmette la serie a partire dal 2017, in vista della presentazione dei palinsesti per la stagione 2022/2023 prevista per la settimana prossima a New York.
Distribuita a livello internazionale – Italia inclusa – da Netflix, la versione attuale di Dynasty ha esordito nel 2017 per catturare una nuova generazione di spettatori e spettatrici con le vicende sopra le righe dei Carrington, una delle più potenti famiglie degli Stati Uniti. Tra liti, tradimenti e piani di vendetta, Dynasty si è affermata nel corso delle sue cinque stagioni come uno dei guilty pleasure televisivi più amati dal pubblico.
Il cast della serie include Elizabeth Gillies (Fallon), Grant Show (Blake), Daniella Alonso (Cristal Flores), Alan Dale (Joseph Anders), Sam Adegoke (Jeff Colby), Robert Christopher Riley (Michael Culhane), Rafael de la Fuente (Samuel Josiah “Sammy Jo” Jones), Elaine Hendrix (Alexis Carrington Colby), Maddison Brown (Kirby Anders), Sam Underwood (Adam Carrington), Michael Michele (Dominique Deveraux) e Adam Huber (Liam Ridley).
Perché Dynasty 6 è stata cancellata
Qual è il motivo della chiusura di Dynasty? Come accade nella maggior parte dei casi in televisione, la ragione è rintracciabile nel calo di ascolti che la quinta stagione ha registrato rispetto a quella precedente. Si parla di una diminuzione pari al 14% nella demo e al 7% di pubblico. Il fatto che fosse una serie distribuita da Netflix a livello internazionale – un tipo di accordo che garantisce alle reti un contributo sostanziale per il finanziamento delle produzioni – non deve essere bastato per salvare Dynasty dalla chiusura.
Al tempo della cancellazione, si facevano sempre più insistenti le indiscrezioni secondo le quali i co-proprietari WarnerMedia e ViacomCBS fossero a un passo dal vendere l’emittente The CW – cosa che infatti è avvenuta. In pole position c’era il colosso delle tv locali Nexstar. Questo spiegava non soltanto il ritardo ma anche il numero esiguo di rinnovi rispetto agli anni passati, una strategia più prudente in vista dell’allora possibile cessione.
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