E poi il silenzio – Il disastro di Rigopiano: intervista a Pablo Trincia (autore)
Annunciata in occasione della presentazione dei palisesti di Sky TG24, E poi il silenzio – Il disastro di Rigopiano è una inchiesta-reportage originale a cura di Pablo Trincia. È composta da un podcast e da una docuserie: scopriamo di più su E poi il silenzio – Il disastro di Rigopiano con l’intervista a Pablo Trincia. Al centro c’è la tragedia all’Hotel Rigopiano, avvenuta a gennaio 2017.
Trovi il video con l’intervista completa a Pablo Trincia (autore) all’inizio di questo articolo.
La complessità della fase di ricerca per la realizzazione de E poi il silenzio – Il disastro di Rigopiano
E poi il silenzio – Il disastro di Rigopiano – come approfondiamo in questa intervista a Pablo Trincia – è un progetto ambizioso quanto ammirevole. L’autore racconta che “è stato molto difficile, molto faticoso – ancora siamo nelle fasi finali di lavorazione – per quanto riguarda il reperimento delle fonti, non solo scritte ma anche video”. La complessità si è fatta sentire “durante tutta la ricerca perché non esiste quasi mai un archivio con tutto quello che serve. Lo devi un po’ andare a creare tu”. Questa necessità di andare a chiedere alle persone pesa ancora di più essendo un contesto doloroso in cui ci sono ventinove individui “che hanno perso la vita però – appunto – c’è un grande lavoro di ricerca, di contatto”.
Il significato del titolo E poi il silenzio e il valore del silenzio stesso
Il titolo cattura la nostra attenzione su un duplice piano. Rispetto al silenzio come si pone un podcaster, un autore, uno scrittore come Pablo Trincia? “In realtà, la narrazione orale è l’arte del giudizio dei silenzi, perché noi lavoriamo con le pause, con le accelerazioni, [con] le decelerazioni. Il silenzio serve, aiuta molto nella narrazione orale perché dà la possibilità al pubblico di assorbire quello che hai detto. Ti deve dare un tempo”.
In secondo luogo, qual è il valore dell’assenza di rumore in questa vicenda terribile? Nel titolo del progetto, “il silenzio [è] in riferimento al fatto che subito dopo la valanga i sopravvissuti dicevano che c’era questo silenzio surreale, dopo quest’esplosione improvvisa. È sembrato come cento metropolitane che arrivano. Poi il silenzio.” Questo riferimento è importante anche per riflettere sul ‘prima’ e sul ‘dopo’.
Perché continuiamo a non imparare dai nostri errori e un pensiero per i giovani adulti
Dato che Sky TG24 è sempre più seguito anche dai giovanissimi, è proprio a loro che pensiamo. Esistono ragazzi che nel 2017 erano troppo piccoli per capire quello che è successo all’Hotel Rigopiano. Tuttavia, ora, potrebbero essere cresciuti abbastanza per realizzare e riflettere sulla vicenda. Dalla visione e dall’ascolto di E poi il silenzio – Il disastro di Rigopiano – come racconta in questa intervista Pablo Trincia – spera che apprendano che “per raccontare bene una cosa bisogna documentarsi e studiare tanto, lavorare tanto, cercare le persone.”
Con grande onestà intellettuale riflette sul fatto che “diciamo sempre questa frase un po’ fatta… Che cerchiamo di imparare dagli errori del passato, ma – in realtà – non impariamo mai. Siamo quasi programmati per dimenticarci le cose e – quindi – ci ritroviamo a impararle da zero; anche una tragedia come questa che sembra quasi scritta perché [accaduta] in un hotel che non doveva stare lì”. Dato che era lì, Pablo Tricia ammette di non sperare che il messaggio finale sia di imparare dagli errori. Spera più che altro che i giovanissimi “acquisiscano un po’ di fiducia in sé stessi per quanto riguarda porsi degli obiettivi, non solo per quanto riguarda la Storia, ma in merito a creare un progetto. Può essere anche qualsiasi altra cosa purché ci siano impegno e sforzo”.
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