Martedì 2 ottobre noi di TVSerial.it abbiamo avuto l’opportunità di intervistare a Madrid il cast, i registi e gli autori di Élite, la nuova serie Netflix disponibile dal 5 ottobre. Questo è il terzo di cinque articoli che raccontano i retroscena e le curiosità sulla serie. Proseguiamo con le interviste a Arón Piper e Omar Ayuso, gli interpreti di una delle coppie più amate della serie: Ander e Omar.
Élite: “Ander e Omar si meritano la felicità”
Omar e Ander sono l’unica coppia di Élite alla quale gli autori hanno concesso un lieto fine. Omar Ayuso ritene che sia stata la scelta più giusta per concludere il percorso dei due personaggi: “è l’unica vera storia d’amore della serie”. Ander e Omar vivono perifericamente le trame di arrivismo, vendetta e lotta sociale che scandiscono gli otto episodi di Élite. Mentre i loro amici litigano, si tradiscono e tramano, i due ragazzi esplorano la loro sessualità, capiscono cosa significa essere gay e imparano, insieme, la grande lezione di vita del primo amore.
Ander è figlio della preside di Las Encinas e per lui i genitori hanno grandi progetti: diventerà un campione di tennis. Anche i genitori di Omar Shaana hanno già scritto il suo futuro: sposerà una brava donna musulmana e proseguirà l’attività di famiglia. Non c’è spazio per la fantasia, per gli imprevisti, per l’amore in nessuna delle loro vite.
Uno rampollo “bene” e un “moro spacciatore”, come si definisce Omar di fronte all’esitazione di Ander. Un amore contrastato che però non finirà tragicamente (stereotipo piuttosto comune nella rappresentazione televisiva delle storie LGBTQ) ma vedrà una svolta positiva nell’ultimo episodio. Arón Piper è d’accordo, commentando il dolore e le difficoltà che affrontano i due giovani: “sono la personificazione della bontà: sia Ander che Omar nel corso della serie soffrono molto”.
Scoprirsi gay e avere una famiglia e un gruppo di amici col quale non serve nemmeno il coming out, ci pensano loro a rassicurarti. Il percorso di accettazione di Ander sembra quasi utopico ma rappresenta una realtà sempre più frequente. Anche la storia di Omar, che all’ultimo momento rinuncia a rivelarsi al padre per salvare la propria vita, racconta una scena di vita troppo reale. Mostrare, ma, senza giudicare. Entrambe le scelte sono valide e non esiste un modo giusto (o sbagliato) di vivere la propria omosessualità. L’unica lezione che impartisce Élite in merito: conta solo rimanere fedeli a sé stessi.
Élite: Arón Piper: “testimoniare la semplicità dell’amore”
Per questo motivo è quando Ander e Omar decidono di vivere il loro amore, non alla luce del sole ma alla luce delle persone che li amano e che li supportano, che Élite consegna allo spettatore una delle poche catarsi del finale di stagione. Reale, autentico, senza sbavature saccarine. ““Lottare, essere consapevoli, normalizzare” sono le parole che per Omar Ayuso riassumono l’avere interpretato il suo personaggio. Si tratta dell’unico modo per combattere i pregiudizi: “testimoniare e rappresentare ciò che solitamente viene lasciato ai margini”. Sfida non facile, quella raccolta da Arón e Omar assieme agli autori di Élite: raccontare la complessa naturalezza di riconoscersi gay senza ricorrere a frivolezze semplificazioni. “Più difficile di complesso spesso è la semplicità” diceva Steve Jobs, e aveva ragione.
Portare sullo schermo una storia d’amore gay e raccontarla in maniera naturale, organica è una responsabilità per i suoi interpreti. Arón Piper è consapevole che Ander e Omar saranno in grado “di colpire pubblici di ogni tipo, a prescindere dal background culturale”. A queste parole fanno eco quelle di Omar Ayuso quando parla con orgoglio del messaggio della serie: “se anche soltanto un ragazzino vede Élite e si sente rappresentato, sentirò di aver compiuto il mio dovere sociale oltre a quello di attore”.
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