Martedì 2 ottobre noi di TVSerial.it abbiamo avuto l’opportunità di intervistare a Madrid il cast, i registi e gli autori di Élite, la nuova serie Netflix disponibile dal 5 ottobre. Questo è il secondo di cinque articoli che raccontano i retroscena e le curiosità sulla serie. Proseguiamo con le interviste a Itzan Escamilla, Jaime Lorente e María Pedraza.
Fratelli coltelli. Questo detto potrebbe riassumere in due parole Élite, la serie Netflix iberica disponibile da venerdì 5 ottobre. Otto episodi alla scoperta di Las Encinas, esclusivo istituto privato dove studiano i rampolli (e talvolta debosciati) di Spagna. Non rientra in questi ranghi Samu (Itzan Escamilla), giovane di umili origini che riceve l’opportunità di una vita. Studiare a Las Encinas grazie a una borsa di studio. Il nome di Samu è estratto dopo che il suo liceo è stato raso al suolo da un terremoto. La colpa del disastro è della ditta di costruzioni fraudolenta a cui fa capo il padre di Marina (María Pedraza). Tormentata, ribelle e passionale, per Samu è amore a prima vista, ma la ragazza ha soltanto occhi per il di lui fratello Nano (Jaime Lorente), da poco scarcerato con la condizionale e già nei guai con la criminalità locale.
Elite, Jaime Lorente “un grande regalo recitare di nuovo con María Pedraza”
Tra prime volte, gravidanze a sorpresa e un cruento omicidio che unisce le otto puntate, lo snodo narrativo di Élite è il triangolo composto da Samu, Marina e Nano. Non è il solo, ma costituisce quello più drammatico. Sarà perché mescola rivalità fraterna e lotta di classe, tema ricorrente nel corso della serie, rivalsa sociale e amore contrastato. Ciò che emerge è “il dolore e la sofferenza che incontrano i giovani nel loro percorso di crescita”: questa è la lezione che Jaime Lorente sente di aver appreso dall’esperienza sul set di Élite.
Per il 26enne attore originario di Murcia interpretare Nano è stato un regalo enorme, perché gli ha consentito di lavorare di nuovo con María Pedraza dopo La Casa di Carta: “recitare con lei è un lusso, ha una sensibilità speciale e ci lega una bella connessione”. I due si riuniranno per un nuovo film Netflix in uscita nel 2019: “¿A quién te llevarías a una isla desierta?” (cosa ti porteresti su un’isola deserta?) diretto da Jota Linares, oltre alla terza stagione de La Casa Di Carta di cui però non possono anticipare nulla. Impossibile dire di no al copione di Élite, che come ha dichiarato Itzan Escamilla è una miscela irresistibile di thriller e giallo. Una serie adolescenziale sì, ma col cuore: ciò che ha attratto Jaime Lorente alla storia è stato il profondo messaggio sociale “questo mi emoziona”.
Élite, María Pedraza: “quando ho scoperto il destino di Marina”
María Pedraza ammette di non avere attinto dalla sua esperienza scolastica nel portare sullo schermo Marina: l’attrice è entrata in conservatorio di danza all’età di otto anni per uscirne dieci anni dopo, interessandosi di recitazione. “Studiavo a distanza. Mi manca l’esperienza completa” ha ammesso. Nonostante questo recitare la parte di Marina, un’adolescente sieropositiva, l’ha emozionata profondamente: “è una grande responsabilità e ho molta ammirazione per lei e rispetto per chi convive con l’HIV”. Uno stigma che può essere abbattuto soltanto attraverso una maggiore sensibilizzazione: “dobbiamo essere tutti più informati” ha spiegato María commentando la storia del suo personaggio.
Come ha reagito la 22enne María all’apprendere che il suo personaggio sarebbe stato la vittima dell’omicidio al centro della prima stagione? “All’inizio ero arrabbiata, ma alla fine sono stata contenta di interpretare Marina perché è una bella storia e ha un gran finale”. Marina è la chiave di Élite, motore primo delle dinamiche tra tutti i personaggi (ad eccezione di Ander e Omar) ed è il suo triangolo coi fratelli Samu e Nano a scandire gli otto episodi.
Élite, Itzan Escamilla: “Marina è la salvezza per Samu”
La morale dell’ambiguità è la carta vincente della serie, l’ingrediente segreto che ne ha sancito il successo tra i più giovani: raccontare senza predicare. I personaggi affrontano un percorso che li porta ad affrontare situazioni alle quali non sono pronti: “tutti hanno un lato buono e un lato cattivo” ha commentato María Pedraza. Nessuno si salva ma tutti possono redimersi. “Marina rappresenta la salvezza per Samu: è questo che lo spinge ad avvertire questa necessità di stare con lei” ha affermato Itzan Escamilla affermando l’intrinseca genuinità del suo personaggio. Timido, impacciato ma leale alle persone che ama: nell’interpretazione di Samu, Itzan ha ripreso alcuni gesti ed espressioni dei suoi compagni del liceo.
Resta da vedere come evolverà il suo personaggio nel corso della seconda stagione, annunciata ufficialmente da Netflix soltanto dodici giorni dopo l’uscita della prima. Nel capitolo finale, Samu cerca di persuadere Marina a non fuggire in Marocco con Nano, che sarà poi arrestato per l’omicidio della ragazza. Nel tentativo di scagionare il fratello, Samu si rivolge al migliore amico Christian ma quest’ultimo gli volta le spalle per coprire Carla e Polo.
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