Martedì 2 ottobre noi di TVSerial.it abbiamo avuto l’opportunità di intervistare a Madrid il cast, i registi e gli autori di Élite, la nuova serie Netflix disponibile dal 5 ottobre. Questo è il primo di cinque articoli che raccontano i retroscena e le curiosità sulla serie. Si comincia con Ramon Salazár e Dani de la Orden, registi di Élite, assieme ai creatori della serie Carlos Montero e Dario Lopez.
Anche i ricchi sanguinano. Senza scomodare Veronica Castro: a quello ci ha già pensato Netflix con la recente La Casa De Las Flores. Tra lotta di classe e scontri generazionali, i facoltosi rampolli spagnoli di Élite non si limitano al melodramma di triangoli amorosi che ricordano ai più nostalgici Paso Adelante, ma raddoppiano. Con un omicidio. Otto episodi da un’ora ciascuno per scoprire a ritroso chi ha ucciso Marina Nunier (Maria Pedraza, già volto di Alison Parker ne La Casa Di Carta). Élite è più Twin Peaks che Gossip Girl, ma probabilmente il giovane pubblico che la sta divorando su Netflix ignora chi sia Laura Palmer e la paragonerà a Riverdale. Poco male, perché le carte in regola per diventare un successo internazionale le ha tutte.
Élite è la seconda produzione originale che Netflix ha realizzato per la Spagna dopo Las Chicas De Cable. Ne arriveranno altre: Hache, Paquita Salas 3, High Seas e la terza stagione de La Casa Di Carta. Con l’apertura di un centro di produzione europea a Madrid annunciata lo scorso luglio e il progetto del CEO Reed Hastings di inaugurare degli uffici sempre nella capitale, Netflix punta tutto sulla Spagna. Il successo di Narcos e de La Casa De Papel può essere replicato in un pubblico più giovane e spesso esigente?
Élite: dall’idea iniziale all’esperienza sul set
Partiamo dalla nascita di Élite. Netflix contattò l’autore Carlos Montero chiedendogli di scrivere una serie adolescenziale in spagnolo. Carlos ebbe un’idea incentrata su tre studenti di umili origini che frequentano un liceo molto esclusivo “e poi c’è un omicidio”; da lì la telefonata a Dario Madrona e il resto è storia. A realizzare la serie c’è Zeta Audiovisual, che nel 2010 ha realizzato l’adattamento spagnolo di Tre Metri Sopra al Cielo. A scriverne la sceneggiatura fu Ramon Salazár, che di Élite è il regista.
É stato lui a raccontarci di come trovare il cuore di Élite abbia richiesto tempo e soprattutto cura. Come realizzare un teen drama in uno scenario televisivo post-Tredici? Il regista Salazár ha riassunto in breve la premessa distintiva della serie: “mentre preparavamo lo show siamo arrivati a questa definizione di Élite che mi piace molto: una gara tra giovani per essere il migliore e nel corso di questa competizione scoprono chi sono davvero”. Per questo motivo le prove sono state una fase cruciale nella realizzazione della serie. I registi volevano assicurarsi che gli attori del cast socializzassero e diventassero amici. Proprio come a scuola. Questo ha garantito un clima elettrizzante sul set, con i giovani liberi di esprimersi anche tramite l’irriverenza che contraddistingue la loro età. La parola d’ordine sul set? “Giriamo quando te la senti” ha rivelato Ester Exposito, interprete di Carla. Dopo un mese di pre-produzione, le riprese di Élite sono iniziate il primo febbraio 2018 e sono durate fino a fine maggio.
Capovolgere i tabù, scrivere l’imprevedibile
In molti hanno paragonato Élite a Gossip Girl, Big Little Lies e Veronica Mars. Cosa ne pensano gli autori e i registi di queste analogie riscontrate dai fan? Il co-creatore Carlos Montero ha spiegato che Élite condivide con Big Little Lies una struttura narrativa simile, ma che si tratta di un espediente piuttosto comune nelle serie tv. “Ci piaceva l’idea di raccontare le vite apparentemente normali di questi personaggi che sono ignari delle cose orribili che succederanno loro nel futuro”. Quando si realizzano serie televisive sugli adolescenti è inevitabile toccare le stesse tematiche. Nonostante anche in Élite sia presente la contrapposizione “tra personaggi ricchi e personaggi poveri, non c’è mai stato l’intento di emulare Gossip Girl” ha raccontato Montero.
In fase di scrittura gli autori hanno preso in considerazione la possibilità che fosse qualcun altro ad essere sieropositivo al posto di Marina. Dario Madrona ha svelato che inizialmente avevano ipotizzato che quel personaggio potesse essere Samu. La scelta è poi ricaduta su Marina, una ragazza proveniente da una famiglia ricca per conferire un messaggio molto più forte: “le persone quando sentono HIV pensano alle classi più povere, sovvertire questo stereotipo era la prima indicazione che non avremmo fatto ciò che la gente si aspettava da noi”. La cosa più importante per gli autori era combattere l’ignoranza e la disinformazione. “Volevamo tenerci alla larga dagli stereotipi, per noi noi la cosa più importante era includere nella serie una conversazione sull’HIV perché è una malattia fortemente stigmatizzata di cui le persone tendono a non parlare” ha spiegato Madrona.
Élite, l’impazienza del pubblico e il futuro della serie
L’identità dell’assassino di Marina non è mai cambiata nel corso della scrittura di Élite. Come ha rivelato lo sceneggiatore Dario Madrona: “sapevamo [che Polo era l’assassino] sin da quando abbiamo scritto la prima riga del primo episodio”. Questo ha consentito agli autori di conferire agli episodi una direzione chiara e concisa. Sul set nessuno sapeva chi fosse l’assassino di Marina. Gli attori di Élite non conoscevano la sua identità fino alla lettura del copione dell’ottava e ultima puntata. Gli autori hanno radunato il cast e hanno assistito in diretta alla loro reazione nello scoprire l’identità del killer. La decisione di rivelare l’assassino di Marina alla fine della prima stagione di Élite è stata dettata dall’impazienza degli spettatori. “Sapevamo che il pubblico non avrebbe aspettato la seconda stagione per scoprirlo, ma quella rivelazione innesca molti altri interrogativi che esploreremo in una ipotetica stagione 2 se Netflix deciderà di rinnovare Élite” ha spiegato Madrona.
Nonostante una presunta fuga di notizie che a inizio settembre aveva parlato di un casting già iniziato per Élite 2, la serie non è ancora stata formalmente rinnovata da Netflix. Gli autori hanno già iniziato a raccogliere le idee, ma è troppo presto per iniziare a scrivere qualsiasi cosa. Una cosa è certa: in una ipotetica seconda stagione sarà mantenuta la formula corale che ha raccontato le vite di ben 11 personaggi principali. Non un singolo protagonista ma i sopravvissuti al finale della prima stagione alle prese con le conseguenze delle loro azioni. Crescere non è facile, ma nella sua prima stagione Élite si è dimostrata una serie più matura dei suoi giovani protagonisti.
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