Perché la fine di Le Terrificanti Avventure di Sabrina 4 non è piaciuta
Non ha convinto il finale de Le Terrificanti Avventure di Sabrina, la serie tratta dagli Archie Comics che si è conclusa con gli ultimi otto episodi della quarta parte disponibili dal 31 dicembre su Netflix..
Quando lo scorso luglio fu ufficializzata la chiusura della serie, lo showrunner Roberto Aguirre-Sacasa rivelò che la quinta parte era già stata progettata e avrebbe ospitato il tanto atteso cross-over con Riverdale.
Quello che abbiamo visto al termine dell’ultimo episodio costituisce il finale che i produttori avevano pensato qualora Sabrina fosse stata cancellata da Netflix. Erano diversi gli scenari predisposti al termine delle riprese della quarta parte, avvenuto lo scorso febbraio. Di lì a cinque mesi la produzione avrebbe appreso la decisione di Netflix di cancellare Le terrificanti avventure di Sabrina, ma gli autori già lavoravano alle possibili storie della quinta parte.
La stessa Kiernan Shipka, volto di Sabrina Spellman, si è detta “Sorpresa” della decisione di chiudere la serie con un finale così complesso da digerire, dicendosi comunque disponibile ad apparire nei panni della strega adolescente in un episodio di Riverdale.
Perché i fan non si sono lasciati conquistare dal finale di Sabrina?
Innanzitutto perché la serie si conclude con la morte di Sabrina Stella Del Mattino e Sabrina Spellman, entrambe interpretate da Kiernan Shipka.
La prima muore nella fuga dalla dimensione parallela fagocitata dall’Eterno, il penultimo degli Orrori di Eldritch, mentre la seconda soccombe nell’incantesimo che consentirà alle sue zie e ai suoi amici di sconfiggere il Vuoto una volta per tutte.
Né la Fossa di Caino, né il campanello che consegna Baron Samedi (Skye Marshall) a Hilda sembrano poter resuscitare Sabrina, né tantomeno le continue apparizioni del Venditore di Rarità (James Urbaniak), nel quale in molti hanno visto la personificazione del Falso Dio.
Tutte queste rappresentano delle pistole di Čechov, ovvero degli espedienti narrativi introdotti per una ragione specifica, in questo caso la resurrezione di Sabrina o sviluppi successivi nella quinta parte, che però cadono nell’oblio con l’improvvisa fine della serie.
Le due Sabrina non meritano di morire: innanzitutto perché il loro sacrificio ha una valenza fortemente cristologica.
La decisione di immolare le due Sabrina costituisce un elemento che, per una serie che ha codificato il proprio sviluppo narrativo in ottica femminismo, per non parlare dei richiami al satanismo delle prime stagioni, stride non poco.
Tutto questo, ahimè, impallidisce di fronte al problema più grave del finale: la morte di Nicholas Scratch (Gavin Leatherwood), che opta per il suicidio così da potersi ricongiungere con la sua amata Sabrina nel Soave Aldilà, ovvero una versione del paradiso che ricorda The Good Place.
“Stavo nuotando nel Mare della Tristezza” rivela Nick, che quindi ha scelto di morire per raggiungerla nell’aldilà. Sabrina è dispiaciuta, ma Nick la rassicura: “L’importante è che qui siamo insieme, per l’eternità”.
Che l’epilogo di una serie destinata ai giovani veda i due protagonisti, entrambi diciassettenni, ritrovarsi nell’aldilà poiché entrambi morti, uno dei due suicida peraltro, rappresenta un messaggio di estrema pericolosità.
Non si tratta soltanto di un torto narrativo nei riguardi dei personaggi di Sabrina e di Nick, la cui relazione nel corso della quarta parte viene liquidata con un “Siamo endgame” annunciato dal giovane Scratch, facendo toccare alla serie vette di cringe inesplorate.
Le Terrificanti Avventure di Sabrina si chiude su una nota amara, perché la serie diventa portatrice di un messaggio che tradisce la premessa stessa del racconto. Sabrina Spellman, all’età di sedici anni, lotta contro il regno infernale che reclama la sua anima, e al contempo rigetta le aspettative che la società impone a lei e ai suoi amici nel regno mortale.
L’arco narrativo di Sabrina, contraddistinto dalla volontà di auto-determinarsi in non uno, ma due mondi nei quali sembra essere predestinata a ricoprire dei ruoli ben precisi, non può concludersi con la sua morte.
Nell’atto del sacrificio, Sabrina si arrende all’ineluttabilità di un destino che non ha altro in serbo per lei se non l’immolazione.
Con questa fine, Sabrina ha smesso di lottare, diventando un personaggio bidimensionale in grado di meritarsi soltanto un mediocre lieto fine. Non può essere facile concludere alla bell’e meglio una serie che doveva continuare, e che invece viene improvvisamente cancellata. Ma siamo pronti a scommettere che, tra i vari finali che i produttori avevano preparato per quest’evenienza, quello che abbiamo visto sia peggiore di qualsiasi finale aperto.
In alcuni casi, e Le Terrificanti Avventure di Sabrina non fa eccezione, è meglio colmare i vuoti ricorrendo alla propria interpretazione che dover sospendere l’incredulità di fronte ad una forzatissima pezza.
Lascia un commento