Fiori sopra l’inferno: intervista a Elena Sofia Ricci (Teresa Battaglia)
Da lunedì 13 febbraio 2023 va in onda su Rai 1 in prima visione Fiori sopra l’inferno (titolo completo di sottotitolo: Fiori sopra l’inferno – I casi di Teresa Battaglia). In questa intervista a Elena Sofia Ricci, che interpreta la protagonista Teresa Battaglia, scopriamo di più sulla serie tratta dall’omonimo romanzo di Ilaria Tuti. L’attrice esplora, andando in profondità, le sfaccettature del personaggio. È unico perché riesce – addirittura – a empatizzare con un serial killer: sia chiaro, senza giustificarlo.
Trovi il video con l’intervista completa a Elena Sofia Ricci (Teresa Battaglia) all’inizio di questo articolo.
Teresa Battaglia, profiler che empatizza con il killer. “Deve capire: ‘Perché si sta muovendo così?”
Finora abbiamo visto Elena Sofia Ricci vestire i panni di personaggi diversissimi in tv: da Lucia Liguori ne I Cesaroni a Suor Angela in Che Dio Ci Aiuti a quelli della grande Rita Levi Montalcini… Che tassello unico e nuovo aggiunge Teresa Battaglia a questo ventaglio di donne? Esplorando le dinamiche di Fiori sopra l’inferno, in questa intervista a Elena Sofia Ricci racconta l’essenza di Teresa Battaglia.
Si tratta di “un personaggio straordinario, uscito dalla magistrale penna di Ilaria Tuti. È una donna estremamente controversa. È una donna che – scopriremo – ha avuto un passato difficile. Questo l’ha resa ruvida. L’ha resa scostante, scorbutica, a tratti antipatica, virile – addirittura – però poi vediamo che – per esempio – nel rapporto con i bambini Teresa lascia uscire quel suo lato femminile, quella madre che avrebbe potuto essere”. Così inizia a introdurre la protagonista di Fiori sopra l’inferno in questa intervista Elena Sofia Ricci.
Donna e madre-che-non-è-diventata, “Teresa è una profiler. Ovviamente una donna con questo passato è una donna che è molto attratta e interessata a studiare i profili psichiatrici dei serial killer. Quindi è un commissario di polizia, ma che studia i profili psichiatrici dei serial killer.”
Qui si apre il capitolo di eccezionalità del personaggio. “Addirittura, lei nella ricerca di capire ‘chi può aver fatto questo’ finisce con l’empatizzare con il killer.” Inoltre, in Fiori sopra l’inferno – come racconta in questa intervista Elena Sofia Ricci – Teresa “per quanto sia ruvida e scostante – magari con i suoi collaboratori – poi, invece, mostra – ovviamente – un affetto e una dolcezza speciale nei confronti dei bambini, ma anche – quasi – nei confronti del serial killer perché lo deve capire.”
A lei non basta, anzi, non vuole condannare. “Si deve mettere nei suoi panni. Deve capire: ‘Perché si sta muovendo così? Perché sta facendo del male a persone così vicine a questi bambini? Che cosa spinge quest’uomo?’.È in questo delicatissimo passaggio che “lei sente che c’è una parte di bontà – se si può dire – in tutto questo e questo è estremamente strano e controverso. Eppure lei lo comprende. Questo fa di Teresa Battaglia – veramente – un personaggio straordinario.”
“Teresa è una donna fondamentalmente sola” a combattere il mostro fuori (il killer) e quello interiore (l’Alzheimer)
Teresa è attorniata da mostri: quello “fuori” che è il killer a cui dà la caccia e quello “dentro” che è l’Alzheimer che la sta consumando. Esiste qualcosa o qualcuno che le dà la forza di non arrendersi, quando rischia di perdere sé stessa? In realtà, in Fiori sopra l’inferno, come racconta in questa intervista Elena Sofia Ricci, “Teresa combatte con questi due mostri: quello fuori da sé, il killer che deve trovare e il mostro dentro di sé, cioè L’Alzheimer.” Il secondo “è un mostro che la spaventa terribilmente anche perché lei deve ricordare tutti i dettagli. Infatti, comincia a registrare.”
Per il resto “ha un’amica, un medico che la sostiene in questo, ma Teresa è sola. Teresa è una donna fondamentalmente sola, perché anche l’amica medico – comunque le è vicina, ma lei non le consente più di tanto di entrare. Lei tiene sempre un po’ un muro rispetto alle relazioni esterne a sé stessa. È una donna che ha quasi come paura di lasciarsi andare, di entrare in contatto reale con le persone.”
Perché Teresa Battaglia è un esempio ammirevole di empatia
Dato che Teresa arriva persino a empatizzare con il killer, cosa ci trasmette di nuovo sul concetto di “empatia”, che recentemente va molto di moda? Guardando un secondo oltre Fiori sopra l’inferno, in questa intervista Elena Sofia Ricci sonda gli anfratti della questione. Infatti, “l’empatia è un sentimento che andrà anche tanto di moda, ma è anche molto poco diffuso perché “empatizzare” – dal greco “en-pathos” – significherebbe mettersi nei panni, sentire quello che sente l’altro, essere in grado di sentire, accorgersi dei sentimenti altrui; del dolore altrui o della gioia altrui.”
È “per questo anche il personaggio di Teresa Battaglia è veramente straordinario, perché è riuscita a empatizzare addirittura con un killer. [È straordinario] riuscire a capire le ragioni profonde che spingono una persona che poi fa del Male, ma ‘Perché?’, ‘Cosa?’, ‘Da quale inferno è arrivato?’, ‘Quali inferni ha attraversato quel mostro per arrivare a fare quello che fa questo fa?’. Questo deve capire Teresa e questo dovremmo capire anche noi un po’ di più nella vita: capire l’altro, le ragioni che spingono l’altro a essere come è e a rispettarlo.”
“Comprendere non significa giustificare”: la posizione di Elena Sofia Ricci
Alla luce della sua empatia, ma non potendo assolvere l’assassino, Teresa vive un conflitto interiore. Dopo aver interpretato la Battaglia in Fiori sopra l’inferno, in questa intervista Elena Sofia Ricci precisa un aspetto fondamentale. “Comprendere non significa giustificare. Allora, si può comprendere le ragioni dell’altro. Si può empatizzare con le ragioni dell’altro. Si possono analizzare le dinamiche che spingono le persone a comportarsi in un certo modo. Questo per poterle aiutare – laddove questo fosse possibile – ma, comunque, non sono giustificabili.”
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