Furiosa: A Mad Max Saga, recensione
Uno dei film più attesi del 2024 debutta al cinema il prossimo 23 maggio, Furiosa: A Mad Max Saga: la origin story di uno dei personaggi – o meglio -, il personaggio più importante della saga di George Miller. Una saga cominciata nel 1979, torna con il quinto film dopo il successo del 2015 Mad Max: Fury Road. Tutto è partito da quella pellicola di nove anni fa che usciva nei cinema come la blindocisterna di Furiosa e ha regalato al pubblico un’esperienza cinematografica incredibile. La potenza del film con Tom Hardy e Charlize Theron sembrava far dimenticare i tre film precedenti con Mel Gibson e poteva chiudere lì la saga. Ma Miller ha voluto approfondire la storia del personaggio più importante, più carismatico interpretato dalla vincitrice dell’Oscar Theron.
Dopo i ritardi dovuti al Covid-19, il film Furiosa: A Mad Max Saga ha trovato finalmente la luce con l’anteprima al Festival di Cannes 2024. Qui hanno presentato i protagonisti Anya Taylor-Joy e Chris Hemsworth. La Regina di Scacchi è stata scelta come erede di Charlize Theron. Miller non voleva ricorrere ai metodi di ringiovanimento e per raccontare una storia passata ha scelto la magnetica Tayor-Joy che per buona parte del film non ha dialoghi, e la piccola Alyla Browne, altrettanto straordinaria.
Furiosa: A Mad Max Saga, origin story
Il film è suddiviso in cinque capitolo e si apre in una Terra dall’Abbondanza, nel deserto australiano. Una comunità che vive in quello che sembra proprio il giardino dell’Eden, dove la piccola Furiosa sta raccogliendo il frutto del peccato, una mela, prima di essere rapita da una banda di motociclisti barbari. Dal Luogo Verde delle Molte Madri, la madre di Furiosa, interpretata da Charlee Fraser (Tutti tranne te) si dirige a piedi scalzi con una tunica da dei per salvare sua figlia finita nelle mani della banda capitana da Dementus (Hemsworth). Proprio quest’uomo bizzarro, simile a un Messia del deserto, porterà Furiosa alla voglia di vendetta e redenzione nel corso della storia. Fino ad essere ceduta per una manciata di benzina e qualche privilegio a Immortan Joe (Lachy Hulme), sovrano della Cittadella. Catapultata così nelle Terre Perdute, Furiosa imparerà a vivere tra i traffici commerciali e brutali dei tre assi principali che già conosciamo: Cittadella, Gast Town e Bullet Farm. Furiosa conoscerà Pretorian Jack (Tom Burke), colui che percorre la Fury Road e che insegnerà alla ragazza a diventare un tutt’uno con il volante e i due motori della blindocisterna.
Miller ha scritto la sceneggiatura insieme al co-sceneggiatore di Mad Max: Fury Road Nico Lathouris. Ci hanno messo poco a farci di nuovo ambientare nel mondo distopico. Tra terre desolate, l’umanità è al collasso e lotta per armi, petrolio e risorse finite. La gente si uccide per l’acqua, i bambini non nascono quasi mai sani. Motivo per cui Furiosa viene rapita perché trovata perfettamente in salute.
Quando il mondo ci sta cadendo addosso, come possiamo sopportare le sue atrocità?
Lo scopo di Fuoriosa: A Mad Max Saga non è tanto allargare la storia della protagonista a livello genealogico sul suo popolo o sull’apocalisse. Introducendo un personaggio come Dementus, Miller mette a confronto due personalità contrastanti che lottano nello stesso mondo, ma con risultati differenti. Sappiamo poco del personaggio interpretato magistralmente da Hemsworth. Solo che ha subito delle perdite e tiene un orsacchiotto con un occhio solo, molto simile a Bobo del Sig. Burns de I Simpsons. L’interprete di Thor si discosta dalla macchietta degli ultimi lavori con Taika-Waititi e mette in scena un personaggio ai limiti del grottesco, sadico e un vero villain con accento australiano perfettamente inserito nel mondo di Mad Max.
Se da un lato Dementus diventa un signore oscuro della Terra Desolata, Furiosa non corrompe la sua anima. Per tutta la vita mantiene la purezza bilanciata alla voglia di vendetta. Al punto da conservare dei noccioli di pesca nei capelli, simbolo di speranza e rinascita. Il contrasto dei traumi ci permette di comprendere il male che ha subito Furiosa. Mentre il film scorre, lo sguardo di Anya Taylor-Joy ci rapisce, con quei suoi occhi patrimonio dell’umanità. L’attrice riesce a tenere testa ad un confronto non facile con la sua predecessore Theron. Già in Mad Max: Fury Road, il pubblico ha amato Furiosa, grazie al tempo passato con lei nella blindocisterna.
Furiosa: A Mad Max Saga, tecnica e sonoro
I temi e i motivi sono sempre il viaggio dell’eroe, traumi infantili, bambini perduti, miti, speranza di entrare nel Valhalla. Il film sa emozionare e non era facile. Dopo tutto racconta una storia suddivisa in quindici anni. Il film precedente si ambientava in tre giorni ed era tutto molto più rapido. Forse per questo motivo è più di impatto rispetto a Furiosa. George Miller, ad ogni modo, non delude, riesce a tenere testa ancora al suo lavoro passato grazie anche alle tecniche in campo.
Da menzionare le sequenze d’azione fenomenali, accompagnate dalla colonna sonora di Tom Holkenborg. La regia ci regala una profondità di campo degna di Dune, grazie anche ad una fotografia sublime di Simon Duggan. Un film come Furiosa funziona grazie anche al montaggio – Margaret Sixel – al sound design che è a cura di Robert Mackenzie.
Le influenze dai fumetti, western, film muti, film di samurai, di vendetta sono tutte presenti nel nuovo film Warner Bros. Pictures. E in un periodo storico come questo, dopo l’uscita al cinema di The Fall Guy, menzionare e pensare al lavoro degli stuntmen è d’obbligo. Quando si pensa a Mad Max, la prima cosa che ci passa per il cervello è inseguimento folli, e il film Furiosa ne è ghiotto.
Dopo tanta paura, George Miller realizza il giusto prodotto per dare ancora più forza al film Mad Max: Fury Road. Furiosa non è superiore, non è una copia, ma vi farà venire una voglia di salire a bordo ancora una volta nell’abitacolo della blindocisterna.
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