Gomorra, tempo di resa di conti. L’epopea criminale nata da un’idea di Roberto Saviano e tratta dal suo omonimo romanzo inaugura la sua stagione conclusiva. A partire dal 19 novembre va in onda su Sky il quinto atto che promette lo scontro finale tra Gennaro Savastano (Salvatore Esposito) e il redivivo Ciro Di Marzio (Marco D’Amore), quest’ultimo protagonista del film midquel L’Immortale.
“Per tutti noi che ci abbiamo lavorato, Gomorra è stata un’esperienza segnante” commenta il regista Claudio Cupellini, dietro la cinepresa della quinta stagione insieme al protagonista Marco D’Amore, tracciando un bilancio di questi otto anni. Citando Francesca Comencini, tra le registe storiche della serie, Cupellini afferma: “Non può non esserci un prima e dopo Gomorra”.
“Per raccontare l’atto finale abbiamo voluto tornare alle origini dell’amore e dell’odio tra Genny e Ciro” afferma Maddalena Ravagli, che con il marito è head writer della serie, e aggiunge: “Questa stagione è stata come una seduta di psicoanalisi di due personaggi che per noi sono reali, oltre che ispirati a persone veramente esistite”.
Quanto al futuro della saga, gli sceneggiatori non si sbilanciano. Nonostante il successo internazionale della serie, sembra che il sipario calerà sul mondo di Gomorra, almeno per un po’. “Qualora dovesse esserci una continuazione,” dice Leonardo Fasoli “si potrebbe esplorare Scampia prima dell’arrivo di Gennaro Savastano, andando indietro nel tempo per raccontare la Camorra degli anni Sessanta e Settanta”.
In apertura di post il video integrale con il racconto di Claudio Cupellini, Maddalena Ravagli e Leonardo Fasoli riguardo all’esperienza di Gomorra, la cui quinta stagione va in onda dal 19 novembre su Sky, on demand e in streaming su Now.
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