Gossip Girl torna dopo un decennio e mezzo per raccontare la tragedia dei Nepotism Babies. I privilegiati – e le loro sventure – sono al centro del reboot dell’iconica serie che ha lanciato le carriere di Blake Lively e Penn Badgley.
Se nel 2007 Blair e i suoi amici si contendevano l’Upper East Side con complotti e colpi di Stato consumati sulle scalinate del Metropolitan Museum (indimenticabile Blair che bandisce Jenny da Manhattan, robe che neanche Maximilien Robespierre), il reboot di Gossip Girl – al ritorno su Sky dal 2 dicembre con la seconda stagione – mette a fuoco una generazione che, anziché sfoggiare i propri lussi, avverte l’onere degli agi in cui sono cresciuti. Sono ragazze e ragazzi che non hanno paura di definirsi ma che trascendono le etichette, che si sperimentano con fare smaliziato e che parlano costantemente di loro stessi senza raccontarsi mai davvero.
“La seconda stagione è più ritmata della precedente,” racconta Joshua Safran, già autore della serie originale e al timone del reboot. “In questi nuovi episodi mi affascinava l’idea di esplorare i corsi e i ricorsi della storia. I nostri personaggi si ritroveranno a seguire le orme delle varie Blair e Serena. Se ci saranno ritorni celebri? Georgina Sparks catalizzerà l’attenzione nei nuovi episodi, ma sentirete parlare anche di altre vecchie conoscenze” racconta l’autore.
I social media hanno migliorato o peggiorato la nostra realtà? “Non saprei darti una risposta, visto che devo la mia carriera proprio ai social,” scherza Safran, che aggiunge: “amo prendermi delle pause di tanto in tanto, e mentre questa nuova stagione va in onda di certo non mi vedrete sui social!”.
In apertura di post l’intervista integrale allo showrunner Joshua Safran. La seconda stagione del reboot di Gossip Girl è disponibile – a partire dal 2 dicembre ogni venerdì con un episodio inedito – su Sky e Now in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti.
Lascia un commento