Pablo Schreiber, Natascha McElhone e Kiki Wolfkill raccontano Halo
Se lo spazio era l’ultima frontiera del capitano James T. Kirk di Star Trek, per Paramount+ lo sono i videogame. Oltre a franchise amatissimi come quello – per l’appunto – creato da Gene Roddenberry, il servizio streaming nato dalla fusione di Cbs e Paramount punta su titoli amatissimi dal pubblico come Halo. Il gioiello della corona di casa Microsoft, più di 80 milioni di copie vendute in tutto il mondo dal 2021 a oggi, è diventato una serie live-action prodotta da Steven Spielberg.
La sua gestazione è stata a dir poco travagliato. Annunciata per la prima volta nel 2017, la serie ha esordito soltanto cinque anni dopo con un budget da capogiro – 10 milioni di dollari a episodio – e ben 265 sceneggiature scritte, riscritte e cestinate per i nove episodi della stagione inaugurale. I nuovi episodi, dall’8 febbraio in streaming su Paramount+, raccontano un’altra storia. Sotto la guida del nuovo showrunner David Wiener – che ha guidato il recente adattamento di Brave New World di Huxley, altro caposaldo della fantascienza -, Halo trova nuovo vigore e azzarda scelte creative senz’altro inedite, ma di carattere. “Dare troppo peso ai commenti negativi può diventare nocivo,” ha raccontato a Tvserial.it la produttrice Kiki Wolfkill, aggiungendo che “la vera sfida è saper filtrare le critiche costruttive tra il mare di rumore che ci ha travolto da quando la serie ha esordito”.
Per il 45enne Pablo Schrieber – 1 metro e 96 centimetri, precisiamo – la sfida principale del ruolo del protagonista Master Chief è recitare con 20 chili di armatura addosso. “Il mio personaggio indossa il casco per la maggior parte del tempo, e questo consente al pubblico di proiettare su di lui le emozioni che hanno vissuto. Questo è l’aspetto che più mi ha sorpreso di Halo: ognuno porta un po’ della propria storia e la adopera per decifrare ciò che Master Chief prova,” ha detto l’attore.
Se al centro del racconto troviamo gli sforzi umani nel contrastare l’avanzata degli alieni che minacciano la galassia, la storia di Halo nasce da una matrice profondamente femminile e femminista. Il personaggio della dottoressa Halsey è la dea ex-machina del racconto: l’intelligenza artificiale Cortana nasce infatti da una copia del suo cervello. “In Halo vediamo quanto l’asticella sia alta per chi lavora nel campo della scienza, specialmente se donna. Ad Halsey viene spesso detto che non è una brava madre, ma non sono d’accordo: semplicemente predilige i figli a base di silicone a quelli composti da un substrato biologico” scherza la sua interprete Natascha McElhone.
In apertura di post trovate la video intervista completa ai protagonisti Pablo Schreiber, Natascha McElhone e alla produttrice Kiki Wolfkill. La seconda stagione di Halo è disponibile dall’8 febbraio coi primi due episodi – e a seguire ogni giovedì – su Paramount+.
Lascia un commento