Hanno Ucciso l’Uomo Ragno, intervista a Elia Nuzzolo, Matteo Oscar Giuggioli e Sydney Sibilia
Con l’arrivo della serie tv – attesissima – Hanno Ucciso L’Uomo Ragno: La leggendario storia degli 883, abbiamo intervistato i due protagonisti Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli insieme al creatore e regista della serie Sydney Sibilia durante la presentazione della serie in arrivo l’11 ottobre su Sky Serie.
“Quando vieni a sapere che interpreterai Max Pezzali ti sale subito un senso di responsabilità. Come posso rendere un personaggio così grande?”. Per Elia Nuzzolo (Mike), interprete di Pezzali è il primo grande ruolo da protagonista e insieme al fondatore degli 883 ha avuto modo di interagire conoscersi per capire come rendere al meglio il personaggio un passo alla volta.
“Il rapporto ora è decisamente molto più stretto con Max”. Un rapporto importante che ha anche Giuggioli (Vostro Onore) interprete di Mauro Repetto, personalità estrosa e visionaria che su Wikipedia viene definito come “un paroliere”.
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“Mauro è difficile da definire perché è stato talmente tante cose. È difficile dargli un titolo – che è questa la forza del personaggio”. Aggiunge Sibilia. “Non l’ho incontrato però dopo che ho letto il suo libro ho capito che questo ragazzo non è stato capito e merita di essere riqualificato”. Conclude Matteo.
La serie racconta di un fenomeno che copre più generazioni e riguarda sia i fan che i non fan degli 883. “La serie parla del sogno di due ragazzi che per caso poi hanno fondato una band e che poi hanno scritto delle canzoni che noi per generazioni conosciamo a memoria”. Dice l’autore della serie Sydney Sibilia e regista dei primi episodi. “Non andiamo diretti sulla band e più che spiegare gli 883, spieghiamo quello che c’è dietro”.
La serie è curata al dettaglio nelle scenografie e le ambientazioni anni ’90, soprattutto su alcuni dettagli che faranno impazzire di nostalgia il pubblico. “Io mi sono innamorato del Sì, lo volevo portare a casa ma me lo hanno sconsigliato”. Dice Elia che durante la serie guida il motorino ormai d’epoca che per motivi cinematografici, la troupe ha usato un Sì e non il Ciao che usava veramente Max nella vita vera.
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