Hit Man, la romcom action che mescola intelligentemente vari generi
Negli ultimi anni, Hollywood ha rimescolato le carte dei generi come mai prima d’ora e il film in arrivo Hit Man ne è un’eccellente dimostrazione. Presentato con grande successo alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia, il film diretto da Richard Linklater vede come protagonista Glen Powell, qui in veste anche di co-sceneggiatore e produttore. L’attore di Tutti tranne te dimostra ancora una volta la sua predisposizione e funzionalità per ruoli da romcom e in questo caso con elementi d’azione, anche se la vera action non si vede proprio, ma è velata. Hit Man, uno dei film più attesi del 2024, è ispirato a un articolo di cronaca nera che il regista ha letto circa vent’anni fa sulla rivista Texas Monthly, scritto da Skip Hollandsworth. Purtroppo il film ha avuto una distribuzione limitata in sala negli Stati Uniti e ora è già su Netflix. In Italia arriva al cinema il prossimo 27 giugno grazie a BIM Distribuzione.
Quello che ci regala Linklater è un lavoro che tocca più generi a seconda del gusto del pubblico. Passa dalla commedia, al thriller con velature noir anche nella fotografia e nell’estetica. Senza dimenticare un aspetto psicologico nel sottotesto della pellicola.
Hit Man, sinossi
Gary Johnson (Glen Powell) è un professore di psicologia un po’ impacciato, che vive con i suoi gatti e collabora sotto copertura per il dipartimento di polizia di New Orleans. Quando gli viene chiesto di fingersi un killer per sventare possibili omicidi e incastrare i mandanti, si rivela incredibilmente abile, grazie anche ai camaleontici travestimenti di cui è capace. La sua doppia e solida identità viene messa in crisi dall’affascinante Madison (Adria Arjona), che gli commissiona l’uccisione del marito. Tra i due nasce una relazione che ribalterà ruoli e certezze in un travolgente e intenso mix di situazioni comiche, bollenti e pericolose.
Il lavoro svolto da Linklater e Powell è stato meticoloso. I due hanno fatto ricerche di casi reali di omicidio su commissione, ascoltando ore di registrazioni. Tra alcune di esse sono stati realizzati i dialoghi – esilaranti – del film. Hit Man a tratti assume anche un registro teatrale. Le scene si svolgono spesso tra due in scene con battute lunghe e tempi da palcoscenico.
Inevitabilmente, c’è del pericolo in tutto questo sotterfugio quotidiano – e naturalmente questo pericolo è ciò in cui Linklater vuole entrare. Perché se corri troppo nella tana del coniglio, alla fine arrivi al punto in cui le bugie si accumulano, il centro non regge e non riesci più a distinguere il tuo Es dal tuo Super–io (nomi dei gatti di Gary nel film), o il tuo viso dalla tua maschera.
Slapstick comedy dello spionaggio
A metà del film, la piccola attività secondaria di Gary è diventata un’occupazione stressante a tempo pieno e lui sta freneticamente interpretando entrambe le parti, faticando per sostenere la sua relazione con Madison – nei panni del sicario Ron – mentre tenta di tenere i poliziotti lontani. Il film è una slapstick comedy dello spionaggio realizzato da uno specialista in psicologia. Per buona parte, lo spettatore si troverà disorientato nel capire in che direzione stia andando la trama. La capacità che ha Hit Man di cambiare genere è paragonabile all’abilità da trasformista di Gary. L’insegnante non solo cambia aspetto, ma apprende, impara e cambia a livello psicologico in base a chi ha davanti.
Va tutto bene, finché Gary rimane incasellato nel personaggio di Ron che ha conquistato Madison. Una specie di Steve Urkel di Otto sotto un tetto quando diventava il sicuro e maschio “fico” Stefàn Urquelle. Ad ogni modo, la sceneggiatura di Linklater e Powell rimane costantemente un passo avanti rispetto agli spettatori, rendendoci ansiosi di vedere cosa succederà dopo e spesso sorpresi da ciò che accade.
Glen Powell lavora ancora molto con il fisico, non solo per intrattenere a livello umoristico, ma anche a livello sensuale. Lui e Arjona mostrano una chimica al quanto rara sullo schermo e non mancano le scene di fuoco. Nella seconda parte del film, la loro relazione è al centro della trama di Hit Man che diventa uno di quei film noir-thriller dove il pubblico tifa per i protagonisti anche se stanno per compiere atti atroci.
Hit Man non sottovaluta la complessità dell’identità umana. È quasi uno studio sociale sul fatto che spesso definiamo le persone in base al loro lavoro, se sono gattari o amanti dei cani. Ma soprattutto, uno studio su quanto sia incredibilmente facile fingere di essere qualcun altro.
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