C’è molta Italia in Hotel Portofino, co-produzione inglese targata BBC e ITV ambientata nella Portofino degli anni Venti. La serie in onda ogni lunedì dal 28 febbraio è un period drama inglese in piena regola, formula resa celebre nella storia contemporanea televisiva dal fenomeno Downton Abbey. È allo show di Julian Fellowes – che dal 21 marzo torna, sempre su Sky Serie, con la sua nuova creatura The Gilded Age – che si deve la rifioritura di un genere ormai considerato cliché, con recenti successi come Bridgerton, Sanditon, Poldark e Belgravia.
Appartenente al filone dell’“Upstairs Downstairs”, sottogenere delle serie in costume che prende il nome da una sit-com britannica degli anni Settanta che raccontava le vite dei nobili del piano di sopra e della loro servitù relegata al piano inferiore, Hotel Portofino racconta la storia di Bella Ainsworth (Natascha McElhone), la figlia di un ricco industriale britannico che si trasferisce a Portofino per aprire un hotel in puro stile british. Bella ambisce all’indipendenza economica e cerca di lasciarsi alle spalle il trauma della Grande Guerra che ha devastato la sua famiglia. Oltre agli ospiti internazionali che popolano l’hotel, fra gli avventori ci sono anche alcuni italiani. Tra loro il conte Carlo Albani (Daniele Pecci, visto recentemente in Cuori) con il figlio Roberto (Lorenzo Richelmy, Marco Polo), mentre Rocco Fasano (SKAM Italia) veste i panni di Gianluca Bruzzone, un giovane attivista antifascista di Portofino.
“Il mio personaggio Roberto è molto distante da me, rappresenta il tipico dandy inglese di quegli anni” ha raccontato Lorenzo Richelmy a Tvserial.it, aggiungendo: “È stato divertente interpretare una persona così lontana dalla società da non avere alcun tipo di pregiudizio nei confronti delle persone che incontra”. Rispetto all’esperienza di Marco Polo, la serie in onda per due stagioni su Netflix prima di essere cancellata, Richelmy rammenta: “Sul set di Marco Polo avevo il terrore di non essere all’altezza degli attori americani e inglesi con cui recitavo. Poi mi sono reso conto che fa parte del nostro retaggio culturale, di provincialismo”. L’attore ha le idee molto chiare sulla rivoluzione in atto nel settore audiovisivo italiano: “Tendiamo a sentirci sempre più piccoli di quello che stiamo in realtà. La nuova generazione di attori under-35 sarà in grado di portare all’estero qualcosa che agli stranieri manca e che gli italiani non sapevo nemmeno di avere”.
“Gianluca rappresenta l’idealismo della gioventù: si batte per rivendicare la libertà di essere sé stessi, e lo ammiro molto per questo perché ritengo che sia un personaggio molto contemporaneo” riflette Rocco Fasano, il quale si dice “molto grato” di aver accolto un ruolo più adulto rispetto alle esperienze precedenti con SKAM Italia e il film Non Mi Uccidere. “Il rischio di rimanere intrappolato nei ruoli da adolescente? È un problema che non mi sono mai posto. Ho avuto la fortuna di interpretare personaggi tridimensionali contraddistinti da un messaggio importante, e questo per me è fondamentale” ha detto Fasano.
In apertura di post il video integrale con il racconto di Lorenzo Richelmy e Rocco Fasano riguardo all’esperienza di Hotel Portofino, in onda dal 28 febbraio su Sky Serie, on demand su Sky e in streaming su Now.
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