I do not come to you by chance, la recensione del film di Ishaya Bako
“I do not come to you by chance”, diretto da Ishaya Bako e tratto dall’omonimo romanzo di Adaobi Tricia Nwaubani, è stato presentato nel 2023 ed è stato riproposto al Glasgow Film Festival. Questa pellicola incarna un momento significativo per il cinema nigeriano, rappresentando un passo avanti nell’evoluzione di Nollywood, un’industria che si sta affermando a livello mondiale grazie a produzioni sempre più ricercate e narrazioni profondamente autentiche. La storia si snoda attorno a Kingsley, un giovane laureato che si trova ad affrontare le aspre realtà di una Nigeria segnata da disuguaglianze sociali e dalla ricerca disperata di un futuro migliore.
Una trama intrecciata di commedia e dramma sociale
Kingsley (interpretato da Paul Nnadiekwe) è un giovane uomo che, nonostante i suoi sogni e le sue aspirazioni, si trova a fare i conti con una dura realtà: la disoccupazione e la crescente difficoltà economica. Gravato da debiti accumulati per sostenere la sua famiglia dopo la morte del padre, la sua unica speranza di aiuto arriva dall’unico parente disposto a intervenire: lo zio Boniface, noto come “Cash Daddy” (Blossom Chukwujekwu). La proposta di quest’ultimo, apparentemente allettante, nasconde però un oscuro prezzo da pagare. Boniface gestisce schemi fraudolenti di cui Kingsley diventa, suo malgrado, complice. Attraverso questa relazione, il film affronta temi complessi legati all’etica, alla famiglia, e alla ricerca del successo in un contesto sociale oppressivo. Quello che emerge è un racconto avvincente sulla lotta tra aspirazioni e moralità, un antico dilemma umano che risuona profondamente nel contesto contemporaneo.
Riflessioni sul mondo delle frodi e la realtà nigeriana
“I do not come to you by chance” offre uno sguardo interessante e provocatorio sull’industria delle frodi nigeriane, sfatando alcuni miti e stereotipi comuni. La storia mette in luce personaggi che, pur operando al confine della legalità, mostrano una notevole furbizia e capacità di adattamento. La pellicola esplora le difficoltà economiche che molti nigeriani devono affrontare nel quotidiano, evidenziando la corrosiva tentazione di una via più semplice, sebbene illegale, per il successo. Attraverso il racconto di Kingsley, lo spettatore viene immerso in una realtà complessa, ricca di contrasti e sfumature. La narrazione riesce a combinare momenti di dramma e comicità, rendendo accessibile un tema altrimenti pesante e difficile. Ciò che colpisce è la capacità di intercettare lo spirito del tempo, affrontando con umorismo e intelligenza le fragilità del contesto socio-economico nigeriano.
Performance da vetrina
Le interpretazioni del cast sono tra i punti di forza del film, contribuendo in modo significativo a creare un’atmosfera intensa e coinvolgente. Nnadiekwe offre una performance straordinaria, portando sullo schermo una gamma di emozioni autentiche attraverso il suo linguaggio del corpo, capace di trasmettere angoscia e speranza senza bisogno di parole. Dall’altro lato, Chukwujekwu riesce a incarnare perfettamente il dualismo del “Cash Daddy”, oscillando tra l’affetto familiare e un carisma ingannevole che lo rende affascinante e temibile al contempo. Anche Jennifer Eliogu, nel ruolo della madre di Kingsley, si rivela essenziale; la sua performance offre un equilibrato mix di determinazione e fragilità, fungendo da bussola morale in mezzo alla confusione e al caos. La sua presenza sullo schermo non solo arricchisce il film, ma offre anche uno spaccato autentico del sacrificio materno e della lotta quotidiana per la sopravvivenza.
La crescita di un cinema in evoluzione
Questa pellicola è un manifesto della crescita e dell’evoluzione di Nollywood, che sta guadagnando rispetto e attenzione a livello globale. La maestria nella scrittura e nella direzione di Ishaya Bako, unita alla cinematografia di Femi Awojide e alla sceneggiatura collaborativa di Chika Anadu, dimostra una qualità narrativa in grado di competere con le produzioni hollywoodiane. La cura nei dettagli, dalla direzione artistica alle scelte di montaggio, contribuisce a creare un’opera visivamente accattivante ed emotivamente coinvolgente. Il film riesce a mantenere un ritmo incalzante, capace di tenere alta l’attenzione dello spettatore, pur affrontando tematiche profondamente complesse.
Una narrazione che stimola la riflessione
“I do not come to you by chance” non si limita a raccontare una semplice storia di redenzione e ricerca di opportunità, ma si spinge oltre, invitando il pubblico a riflettere sulle reali dimensioni del successo e del fallimento. La pellicola ci costringe a confrontarci con domande difficili riguardo alla moralità, all’etica e alla responsabilità sociale, ponendo l’accento sulle pressioni economiche che molti affrontano quotidianamente. La dualità tra il desiderio di una vita migliore e le scelte discutibili compiute per ottenerla è un tema universale che risuona a livello globale, rendendo il film accessibile a un pubblico vasto e diversificato.
Un film che merita di essere visto
“I do not come to you by chance” è un’esperienza da vivere. La sua capacità di rompere le barriere tra generi cinematografici e la sua rappresentazione autentica della vita nigeriana lo rendono un’opera significativa nella cinematografia contemporanea. Racchiude in sé un messaggio forte e chiaro sull’importanza delle scelte che facciamo e delle conseguenze che queste possono avere sulle nostre vite e su quelle degli altri.
In un momento in cui il cinema nigeriano sta conquistando spazio e visibilità a livello internazionale, questo film rappresenta un invito a esplorare le storie nigeriane che meritano di essere raccontate e ascoltate. Non perdete l’opportunità di assistere a un pezzo di storia della cinematografia moderna, ora riproposto al Glasgow Film Festival. Con una narrativa coinvolgente, personaggi indimenticabili e temi profondi, “I do not come to you by chance” è senza dubbio una pellicola che lascerà un segno duraturo nel cuore e nella mente degli spettatori.
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